Narratore esterno
"Smettetela! LASCIATELA!" Continuava ad urlare Tom. Ad un tratto Jimin si fermò.
Jo non si alzava. Era stesa a terra, con gli occhi spalancati e del sangue che le colava dalla testa. Jimin si era immobilizzato.
"Andiamocene. ORA!" Urlò Jin, uno dei sei ragazzi del cerchio. Annuirono contemporaneamente. Presero Jimin e si allontanarono dal corpo di Jo.
Tom si accovacciò accanto a lei.
Prese il telefono per chiamare un'ambulanza, quando la mano di Jo afferrò la sua.
"S-Sto bene.." Disse quasi senza voce.
Tom si strappò una manica dell'uniforme e gliela pose dolcemente sulla ferita che aveva alla testa.
"Ti accompagno in infermeria.." Disse poi aiutando Jo ad alzarsi."Gliela farò pagare, a quelli lì.." Disse Tom, cercando di trattenere la rabbia. Jo si era stesa sul lettino, mentre l'infermiera le controllava le ferite.
"Chi è stato, Jo?" Chiese quest'ultima.
"N-Nessuno di importante.." Rispose la ragazza, che continuava a sanguinare. Tom la guardò incredulo.
Una volta medicata ogni ferita, l'infermiera la abbandonò, raccomandandole di riposare.
"Perché non lo denunci?!" Le chiese Tom, una volta che erano da soli.
"Che senso avrebbe? L'unica cosa che potrebbe succedere, sarebbe che mi picchierebbero il doppio per farmela pagare.." Rispose.Jo's POV.
Mi squillò il telefono.
Tentai da alzare un braccio per prenderlo, ma Tom mi superò e lo afferrò.
"Non affaticarti! È tua madre.." Disse aprendo il messaggio.
"Che dice?" Chiesi.
"La famiglia Park verrà a stare da noi per un po', siccome non hanno ancora trovato una casa qui a Seoul.. Un bacio!" Lesse Tom ad alta voce.
Gli presi il telefono di mano.
Chiamai subito mia madre.
"Ehy Jo-.."
"Mamma! Stai scherzando vero!? Perché mai dovremmo ospitare i Park!? Lo so che la signora Park è una tua grande amica ma.. Lo sai che ho molti problemi con il figlio!" Urlai al telefono.
"Tesoro.. Lo so.. Tom mi ha avvisato di ciò che è successo oggi.. Ma.. Lo so che mi prenderai per stronza, ma.. Devo farlo. La signora Park non è una mia amica.. È il mio capo. Ha detto che se lo avessi fatto.. Avrei avuto un aumento e.. Voglio che tu vada a quel seminario di canto.." Sentendo quelle parole, mi venne un groppo alla gola.
"Eomma.. Gamsahabnida.." Risposi con una voce spezzata.
"Che dice?" Chiese curioso Tom. Gli feci un gesto per dirgli di aspettare.
"E.. Dove dormirà? Il figlio.. Intendo.."
"Nella camera degli ospiti.. Non oserei farlo stare nella tua stessa camera." Disse mia madre.
"Grazie.. Tornerò un po' più tardi, oggi, okay?"
"Oh!" Rispose mia madre.
La telefonata si concluse.
"Allora?" Mi ri-chiese Tom.
".. La madre di Jimin è il capo della mia. Siamo costretti a ospitarli finché non trovano una casa. Mia mamma lo fa.. Per permettermi di andare al seminario di canto.." Mi si strinse il cuore.
Amavo mia madre come non mai. Si sacrificava sempre per me e.. Questa volta toccava a me farlo per lei.
Tom rimase a bocca aperta.
"C'è un lato positivo.. Posso capire cosa c'è di strano in lui. E.. Vedere la cosa degli occhi."Quando mi sentii meglio, decisi di tornare a casa. Tom mi accompagnò fino alla porta, mi salutò con un bacio sulla guancia, mi augurò buona fortuna, e si allontanò.
"Eomma!" Urlai entrando. "Vado a farmi una doccia!"
"Ok, tesoro!"
Era la prima volta che il capo di mia madre veniva a casa nostra. Chissà, forse le avrebbe dato comunque un aumento, vedendo come eravamo ridotti.
Mi tolsi i vestiti ed entrai nella doccia. Fuori faceva molto freddo, siccome era inverno inoltrato. E l'acqua era piacevolmente calda.
Mi misi a canticchiare Perfect Man, degli Shinwa.
Finita la doccia, presi un asciugamano e lo avvolsi intorno al mio corpo.
Tornai nel soggiorno per prendere il pacchetto di sigarette, quando il campanello suonò.
"Sono già qui?" Chiesi stupita.
Mia madre annuì andando ad aprire.
"Buongiorno, Signora Park!" Disse inchinandosi.
"Salve!" Feci lo stesso. "Chiedo scusa per il mio stato, ma sono appena arrivata a casa!" Dissi giustificando la mia quasi nudità. La signora Park sorrise. Era un sorriso.. Dolce?
"Non ti preoccupare, cara! Vi ringraziamo per averci ospitati!" Disse amorevolmente.
"Se permette, torno un attimo di sopra, in modo da essere più presentabile.." Dissi gentilmente.
"Fa pure!" Disse lei continuando a sorridere.
Sebbene sembrasse una persona particolarmente inquietante, sembrava allo stesso tempo molto dolce.
Raggiunsi la mia camera, mi asciugai per bene e presi qualche vestito semplice. Dei jeans neri strappati, una maglia oversize nera e, infine, sciolsi i capelli. Erano molto lunghi, siccome non li avevo mai tagliati in vita mia. Erano ricci e neri come il petrolio. Decisi di truccarmi un po', dato che sembravo un cadavere. Poi, scesi nuovamente in soggiorno.
Jimin era seduto al tavolo, con i piedi su di esso.
"Puoi togliere i piedi dal tavolo?" Chiesi fingendomi gentile e senza guardarlo negli occhi.
"Vorrei mostrarti dove dormirai." Dissi facendo un lieve inchino.
"Ehy, Jo.. Come stai? Hai fumato qualcosa di pesante?" Disse lui scoppiando a ridere. Io lo ignorai. Dovevo farlo, per mia madre.
Lo presi delicatamente per il polso, costringendolo ad alzarsi. Così, lo condussi verso la sua camera.
"È una stanza piccola, lo so. Ma è tutto ciò che abbiamo. Il letto è abbastanza grande. In fondo alla stanza, c'è un piccolo tavolino che puoi sfruttare come scrivania." Spiegai, girandomi verso di lui e fingendo un sorriso.
".. Puoi semttere di fingere." Io lo ignorai ancora una volta e mi diressi verso la mia camera.
Tolsi il trucco. Mi stava facendo bruciare brutalmente le ferite.
"Tesoro? È pronta la cena!" Disse mia madre bussando alla porta.
"Vi raggiungo tra un attimo!" Dissi tentando di trattenere le lacrime.
Park Jimin. A casa mia.
"Tu, lassù! Proprio mi odi, eh?" Pensai tra me e me. Presi un bel respiro e scesi per cenare.
"Oh! Cara! Che è successo a quel bel faccino?" Chiese preoccupata la signora Park.
"Il mio gatto, prima di scappare di casa, mi ha graffiato.. Non si preoccupi." Bella scusa.
Jimin sorrise. Lo guardai malamente, poi tornai a guardare il piatto di ramen.
Sebbene avessimo poche cose, mia mamma faceva magie in cucina.
Cominciammo a mangiare e mangiammo con gusto.
"Signora Nam, la ringrazio ancora per l'ospitalità." Disse la signora Park a mia madre,la quale sorrise umilmente facendo un lieve inchino.
Mentre i nostri genitori parlavano, io e Jimin non dicemmo una parola.
"Oh! Che bel nome, Jo!" Disse poi il signor Park.
"La ringrazio, Signore." Dissi sorridendo e accennando un inchino.
"Signora Nam, le va di aggregarsi a me e a mio marito? Pensavamo di andare al cinema.." Propose la Signora Park.
"Volentieri, Signora!" Rispose lei con un sorriso. Il signor e la signora Park erano molto gentili.Una volta pronta, mia madre mi salutò e si avviò verso il cinema con i genitori di Jimin.
Mi sedetti sul divano. Jimin era in cucina al telefono.
"Yah, bimba. Tra un po' verranno i miei amici." Mi disse una volta tornato in quello che si poteva considerare un soggiorno.
Io annuii e mi alzai per andare in camera mia, quando Jimin mi bloccò stringendomi il polso.
"Dove credi di andare, bimba?" Mi chiese con il suo solito sorriso.
"Smettila di chiamarmi bimba." Dissi strattonando il mio braccio via dalla sua presa.
Lui mi prese la maglietta e mi tirò a sé.
"Mh.. Pensi di essere nella posizione di darmi degli ordini?" Disse avvicinando il suo viso al mio.
Lo spinsi via.
"Non so cosa tu sia e non lo voglio sapere. Voglio solo che tu mi stia lontano."
"Cosa io sia?" Chiese Jimin stringendo i pugni. "Cosa intendi con ciò?" Disse avvicinandosi a me.
Io indietreggiai, finché non andai a sbattere contro il muro.
Jimin si piazzò di fronte a me. Sbatté la sua mano contro il muro, esattamente a due centimetri dalla mia testa.
Avvicinava sempre di più il suo viso. Il mio cuore iniziò a battere a mille.
"Che mi prende?" Chiesi a me stessa.
Il suo naso sfiorò il mio.
"Hai paura, ora?" Sussurrò.
Io lo spinsi via ancora una volta.
In quel momento, suonò il campanello.
Andai ad aprire.
"Salve ragazzi! Prego, accomodatevi. Fate come se foste a casa vostra, io andrò a dormire!" Dissi senza prendere fiato e corsi subito in camera mia.
Cosa diavolo mi era preso?
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Sixteen.
FanfictionJo è una ragazza come un'altra. Frequenta una scuola umile. Fa una vita semplice. Ma la sua vita sarà presto scombinata a causa di sette ragazzi, e in particolare, a causa di Park Jimin.