Jimin's POV.
"WAE-YO!? TI ODIO PARK JIMIN!" Sentii urlare. Era la voce di Jo.
Abbassai la testa.
Il mio cuore faceva male.
"Dopo quello che mi hai detto ieri.. Perché ora mi odi?" Mi alzai.
Tornai nella cucina, dove trovai i ragazzi seduti. C'era anche Tom. Lo guardai, poi tornai a guardare Jin.
"Che succede a Jo? Perché adesso mi odia?" Chiesi ferito ed arrabbiato allo stesso tempo.
".. Hanno detto che eri tu che volevi piacchiarla.. Me lo spieghi il perché?!" Disse Tom alzandosi in piedi.
Io lo ignorai.
"Jimin.." Disse Yoongi guardandomi.
Ora.. Ero ufficialmente incazzato.
".. Perché glielo avete detto? PERCHÉ?!" Urlai sbattendo un pugno sul tavolo.
"Jimin.. I tuoi occhi.. Calmati." Disse Jin.
"Calmarmi? CALMARMI?! PERCHÉ DOVETE ROVINARE TUTTO!? PERCHÉ, QUANDO FINALMENTE SONO FELICE, DOVETE ROVINARE TUTTO!?"
"Jimin-ah. Ciò di cui abbiamo parlato ieri. Se voi due avete parlato.. Lei non se lo ricorda. È come se quel giorno non fosse mai esistito, per lei. O vai a ripeterle ciò che le hai detto ieri.. O non dare la colpa a noi. La nostra è lealtà verso un superiore. Il non mentirle, il dirle tutta la verità. La tua.. È una cosa diversa." Disse Yoongi. "Vai." Concluse.
Abbassai la testa.
"Dovrei.. Dovrei dirglielo di nuovo? Ieri.. Ieri non avevo nessuna paranoia.. Perché ora ho paura?" Alla fine, presi una decisione.
Mi allontanai dalla cucina e corsi verso il bagno.
Jo stava piangendo. Mi si strinse il cuore.
Bussai leggermente.
"N-Nugu-ya?" Balbettò lei in risposta.
"S-Sono Jimin.."
"Vattene."
"Aspett-.."
"HO DETTO VATTENE!" Urlò.
Distrutto, mi allontanai."RAGAZZI!" Urlò Jin dopo una mezz'oretta. Lo raggiungemmo.
"Capisco che abbiate vari problemi, incomprensioni e confusioni.. Ma oggi c'è scuola.. E siamo già tutti in ritardo! Forza!".
Tutti cominciammo a correre di qua e di là per la casa per prepararci e, una volta usciti, corremmo a scuola.
Ad un tratto vudi Jo raggiungere Tom.
"Jo! Aspetta!" Le urlai.
Lei mi ignorò completamente.Jo's POV.
"Tom.. Scusami per non averti detto nulla.." Gli dissi una volta raggiunto. Jimin mi stava chiamando ma non avevo intenzione di parlargli.
"Stai tranquilla.. Anzi.. Per queste situazioni.. Hai fatto meglio a rivolgerti a Jin.. Io.. Non avrei saputo aiutarti.." Disse lui abbassando la testa. Lo presi a braccetto.
"La tua sola presenza mi aiuta. Grazie.. Che rimani con me anche dopo aver saputo la mia vera natura.."
"Vuoi scherzare? Fossi stata una come loro, sarei scappato a gambe levate.. Ma.. Per me sei sempre stata una dea." Sorrise. Io arrossii.
"Non dire così.. Daiiiiii" Gli urali io facendo l'aegyo. E ridendo e scherzando, raggiungemmo la nostra classe.
Prima di entrare prendemmo un bel respiro. Il ritardo con la Min era una tragedia.
"Buongiorno professoressa, ci scusi il ritardo!" Dicemmo in coro, facendo un inchino profondo come non mai.
Lei sorrise. Guardai Tom stupita.
"Oh.. Siete in grossi guai, miei cari.." Disse continuando a sorridere.
.. Era la scena più inquietante che avessi mai visto nella mia vita.
Ci punì mettendoci in fondo alla classe, rivolti al muro, con dei libri sulla testa. Era la punizione più stupida esistente, ma andava di moda qui.Alla fine delle prime lezioni, io e Tom, il quale decise di non lasciarmi più da sola, girammo per la scuola.
Ad un tratto Jimin ci sbarrò la strada.
"Vattene." Gli dissi senza nemmeno guardarlo. Tentai di passargli oltre, ma mi bloccò con un braccio.
Mi strattonò via da Tom e cominciò a trascinarmi chissà dove.
"Smettila di fare così. Mi hanno stufata questi tuoi momenti." Dissi cercando di resistere, invano, alla sua forza. Come al solito, mi portò in una stanza vuota e buia.
Appena entrata, mi allontanai il più possibile da lui, approfittando del buio.
"Jo.." Disse lui con una voce roca, che mi fece paralizzare all'istante. "Non scappare.. Ti prego." Concluse.
"Sono qui." Risposi fredda.
".. Perdonami."
"Mwo?"
".. Ho bisogno di averti vicina. Sentire la tua voce.. Vedere il tuo sorriso.. Accarezzare il tuo viso.. Baciarti.. Ho bisogno di te."
"Smettila."
"Mwo?"
"So perché lo stai facendo. Quindi smettila, perché non funziona."
"Di che stai parlando, Jo?"
"Ora che sai che sono la vostra Dea, fai tanto il bravo bambino per farti perdonare per avermi picchiata per anni." Gli dissi.
"Non è così." Ribatté lui. Mi prese la mano.
"Ma che..?" Dissi io. Giustamente.. Erano vampiri, quindi praticamente pipistrelli. Il buio non era un problema per loro.
"Jo.. Questo casino che ho dentro di me a causa tua, esiste da prima che sapessi chi tu fossi in realtà." Strinse la presa sulla mia mano. "Ti prego.. Jaebal.. Non allontanarti da me.." La sua voce era spezzata.
"Come faccio a sapere che stai dicendo la verità?" Dissi io, guardando i suoi occhi color cioccolato, che si illuminavano grazie alla fioca luce che entrava in quella stanza.
Li vidi avvicinarsi sempre di più. Percepii il suo respiro sul viso. Le sue labbra carnose si posarono dolcemente sulle mie. Non c'era prepotenza, violenza o che altro. Con la mano calda mi scostò i capelli dal viso, accarezzandomi con il pollice la guancia.
Posai una mano sul suo collo, accarezzandolo dolcemente. Jimin, all'improvviso si stacco e si tappò la bocca.
"Ti conviene andare.. Non so controllarmi come Jin con la sete.. Non voglio farti di nuovo del male.." Disse allontanandosi.
"Aspetta.." Dissi stringendogli il braccio. ".. Grazie.." Sussurrai. I suoi occhi si rallegrarono, e poi scomparvero nel buio.Uscii dalla stanza. Di Jimin non c'era l'ombra. Ero felice di aver chiarito con lui.
"Devo dirlo a Tom.." Pensai subito. Guardai l'ora. La lezione era cominciata da un po'. Cominciai a correre verso la mia classe.
Entrai e sparai una scusa a caso. La prof, fortunatamente, mi credette e mi fece sedere.
Corsi al mio posto.
Su un pezzetto di carta, io e Tom cominciammo a parlare.
Dove diavolo eri finita?!Scusami.. Ero con Jimin. Abbiamo parlato e.. Mi ha detto che ha bisogno di me.
Davvero?
Si. Mi ha baciata ma.. Non come faceva in quei momenti di pazzia.. Era un bacio dolce.. Notai che Tom cominciava ad innervosirsi.
Che ti prende?Lascia perdere. Quindi ora state insieme? Cambiò discorso.
.. Tu non me la racconti giusta. Comunque no, non stiamo insieme. Per il momento abbiamo solo chiarito. Ora mi dici che ti prende?
Prese il foglietto e lo strappò.
Per tutta la giornata non mi rivolse la parola e non mi riaccompagnò a casa, come faceva di solito. Invece, uscito dalla classe, se ne andò direttamente a casa.
Pian piano cominciavano ad uscire anche gli altri sette. Jin aveva un braccio intorno alle spalle di Jimin. Yoongi e Namjoon sorridevano come mai prima d'ora. Hoseok si gingillava con Taehyung e Jungkook.
Sorrisi.
Erano praticamente la mia nuova famiglia.
Beh.. Una particolare famiglia di vampiri e Dee.
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Sixteen.
FanfictionJo è una ragazza come un'altra. Frequenta una scuola umile. Fa una vita semplice. Ma la sua vita sarà presto scombinata a causa di sette ragazzi, e in particolare, a causa di Park Jimin.