E così, nonostante la mia riluttanza, optammo per partire.
Saremmo andati Alaska.
Ripeto, ALASKA.
"ALASKA!? Mi state prendendo in giro? Voi sarete pure vampiri freddi, ma io ho comunque un corpo più o meno umano!" Urlai ai ragazzi.
Jimin non mi ascoltava nemmeno, mentre Namjoon si era finalmente deciso a scendere.
"Troveremo il modo di scaldarti. Fidati, però.. È la cosa migliore." Disse Hoseok. Io mi sedetti sul divano con il broncio.
Insomma, ormai era deciso. E.. Io non potevo fare nulla.
I ragazzi si diressero in cucina, mentre Namjoon si sedette accanto a me.
Arrossii di colpo.
"Scusami, per prima. Non ero nel pieno delle mie facoltà." Sussurrò.
"Non ti preoccupare, capita.." Dissi chiudendo gli occhi, tentando di dimenticare il mio pseudo tradimento a Jimin.
Namjoon, infine, raggiunse gli altri.
Jimin uscì subito dalla cucina e si fermò a guardarmi. In quel momento mi stava spaventando. I suoi occhi erano rossi. Temevo avesse.. sete.
Pian piano cominciò ad avvicinarsi a me. Con movimenti a dir poco fulminei, mi prese il polso e mi trascinò in camera sua.
Io tentavo di protestare, ma più lo facevo, più lui stringeva la presa.
Arrivati nella camera, Jimin mi spinse contro il letto e la chiuse a chiave.
"Mwo-anya?!" Gli chiesi infastidita. Mi spaventava davvero. "Hai.. Hai sete?" Gli chiesi allontanandomi il più possibile da lui. Il che equivaleva a circa due metri, considerando la piccolezza della camera che gli avevo dato.
"È davvero così facile?" Disse lui.
"Mwo?"
".. Lascia stare." Disse fiondandosi di fronte a me e rispingendomi sul letto.
"Yah!" Dissi.
Lui, ovviamente, non mi calcolò. Si sedette sopra di me.
"Io le salvo la vita, mi innamoro di lei, lei dice di ricambiare e.. La ritrovo a letto con Namjoon." Aveva iniziato a parlare da solo.
"Credo di essere di troppo, inquesta animata conversazione.. Puoi scendere da me? Vorrei andare.."
"Tu non vai da nessuna parte, bimba."
Disse lui bloccandomi le braccia.
"J-Jimin.." Sussurrai. Stavano iniziando a farmi male i polsi.
Ebbe un attimo di esitazione, poi iniziò a darmi piccoli violenti ma dolci baci sul collo. Rabbrividii.
Era una situazione strana.
Perché lo stava facendo? È vero. Mi ero innamorata di lui. Ma.. avevo sempre sognato un appuntamento romantico, delle cose dolci, insomma.
E.. sebbene cominciassero a piacermi quei suoi baci.. non volevo farlo. Non in quel momento, non in quella situazione.
"J-Jimin.. Jaebal.." Sussurrai tentando di allontanarlo. Le sue mani avevano raggiunto la mia vita.
"Jimin.." Ripetei nella speranza di fermarlo. E funzionò.
Si staccò da me.
"AISH! WAE-YO?! DICEVI DI AMARMI! MA COME DIAVOLO È POSSIBILE CHE SOLO A ME IMPEDISCI DI TOCCARTI?!" Urlò.
"Mwo?" Chiesi. Quella frase mi aveva ferita.
"Ti ho visto a letto con Namjoon e con Tom.." Disse lui, quasi a sembrare disgustato da me.
"Ti ho detto che Namjoon stava male! Ma sei troppo orgiglioso per fidarti di qualcuno.. Si. Io ti amo. A volte non ne capisco nemmeno il perché. Eppure, il solo immaginarmi la mia esistenza senza averti accanto, mi fa male da morire." Gli urlai in risposta.
"Se mi ami, perché mi respingi ogni volta?!"
Io lo guardai dritto negli occhi.
"È inutile parlare con te.. Jinjja.. Se la mettiamo così, allora stammi lontano. È evidente che per noi è impossibile." Dissi io alzandomi in piedi.
"Fottiti." Dissi infine,uscendo dalla porta e sbattendola violentemente.
Lo sentii urlare.
Perché doveva piacermi proprio lui?
Dovevo pure viverci. In Alaska.
"Voglio morire.." Sussurrai entrando in camera mia.
Saremmo partiti il giorno seguente.
STAI LEGGENDO
Sixteen.
FanfictionJo è una ragazza come un'altra. Frequenta una scuola umile. Fa una vita semplice. Ma la sua vita sarà presto scombinata a causa di sette ragazzi, e in particolare, a causa di Park Jimin.