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Una volta calmata, feci un respiro profondo.
"Tom.. Non è sicuro che tu stia qui con me."
"Dì quello che vuoi, ma io non me ne vado."
"Tom.." Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
Uscii dalla mia camera e trovai Jin e Jimin.
"Statemi lontani. Non so cosa diavolo mi avete fatto ma.. Statemi lontani."
Nel frattempo, erano tornati gli altri cinque.
"Siamo torna-.."
"Lasciatemi passare!" Urlai spingendoli via. Una volta fuori..
"Tom.. Ti prego, torna domani, ok? Ho.. Ho bisogno di stare da sola e.. Non voglio rischiare di farti del male.. Ti supplico." Gli dissi. Lui mi abbracciò.
"D'accordo.." Mi diede un bacio sulla guancia e si allontanò.

"Bastardi! Cosa diavolo mi avete fatto!?" Urlai una volta tornata in casa.
"Di che stai parlando?"
"I miei occhi.. Sono rossi.." Dissi incazzata.
I ragazzi si guardarono stupiti e non seppero darmi una risposta.
"IO VI ODIO!" Urlai infine, correndo in camera mia.
Non uscii nemmeno per cenare. Mi ero buttata sul letto e lì ero rimasta fino alla mattina seguente.
Non riuscivo a capacitarmi di ciò che era successo.
Come potevo essere un vampiro?
Mi tornò in mente il bacio con Jimin e con Jin.
"Forse.. È colpa loro? Ma.. Il flashback.. Mia madre con gli occhi rossi.. COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO!?"
Neanche quella notte rouscii a dormire.
La mattina seguente, mi alzai dieci minuti prima che suonasse la sveglia.
Andai in bagno e mi feci una doccia calda. Asciugai i capelli e mi vestii.
L'uniforme era tutta stropicciata, ma era la cosa meno importante in quel periodo.
Mia madre era morta, ero un vampiro (forse) e.. Ero stufa di tutto.
Non feci colazione ed uscii direttamente di casa.
L'aria mattutina era veramente piacevole. Quel giorno, decisi di evitare tutti e sette i ragazzi. Più stavo lontana da loro, più al sicuro mi sentivo.
Mandai un sms a Tom, per avvisarlo che ero già a scuola. Mi sedetti per terra, appoggiandomi al muretto e presi il pacchetto di sigarette.
"È tutto semplicemente un incubo." Pensai, cercando di negare tutto ciò che era successo.
Vidi da lontano Tom che si avvicinava.
"Ehy.. Come ti senti?" Mi chiese prendendo pisto accanto a me.
"Sono stanca. Non ho dormito a causa di tutta la questione. È impossibile. Io non sono un vampiro. Sono.. Jo. La semplice, povera e UMANA Jo." Dissi appoggiando la testa alle ginocchia.
Lui mi mise un braccio attorno alle spalle.
"Vedrai che tutto si risolverà. Sappi che.. Vampiro o no, io non ti abbandono." Sorrisi.
Ad un tratto sentii il mio nome essere chiamato.
"JO! JOOOO!" Mi alzai di scatto. Era la voce di Jimin.
"Tom, andiamo in classe, ti prego.." Lui mi prese il polso e, insieme, cominciammo a correre verso la classe.
Una volta arrivati, ci sedemmo. Appoggiai la testa sul banco.

Finite le prime lezioni, decisi di fare un salto in bagno.
"Tom, vado alla toilette" Dissi sorridendo.
"Vuoi che venga con te? Per.. Essere sicuri.."
"Non preoccuparti. Me la posso cavare da sola. Se sono un vampiro, la mia forza dovrebbe essere.. Beh, forte." Lui annuì un po' preoccupato.
Mi diressi quindi in bagno. Mi sciaquai il viso e approfittai di ritruccarmi. Era da un po' che non lo facevo..
Finita l'opera, uscii dal bagno.
Cominciai a ri-dirigermi verso la mia classe, quando il passo mi fu bloccato da colui che meno volevo vedere in quel momento.
"Cosa vuoi, Jimin?" Gli chiesi fredda. Cercai di evitarlo passando alla sua destra, ma mi bloccò il polso.
Stringeva sempre di più, mentre man mano mi trascinava chissà dove.
"La smetti di fare così!?" Dissi cercando di fargli mollare la presa.
Lui non rispose, anzi. Strinse ancora di più la sua mano. Lanciai un piccolo urlo.
Ci rinunciai.
Arrivammo di nuovo davanti ad una porta chiusa.
"Perché una scuola ha così tante stanze inutilizzate!?" Chiesi a me stessa.
Lui aprì la porta e mi strattonò dentro, richiudendola dietro di sé.
"Puoi accendere la luce, almeno?" Lui continuò a stare in silenzio.
Mi spinse contro la parete.
"Ahi!" Urlai cercando di allontanarlo.
Mi bloccò le braccia sulla testa.
Non riuscivo a vederlo, ma sentivo il suo respiro sul mio petto.
"Allontanati, Park Jimin." Dissi tentando di divincolarmi da quella situazione. Lui, ovviamente, non mi calcolò. Il suo respiro si faceva sempre più vicino, fino a che le sue labbra non si appoggiarono al mio collo. Il contatto mi fece venire i brividi.
Cominciò ad assaporarlo violentemente. La sua mano sinistra si posò sulla mia schina, e con esso mi strinse a sé.
Il mio ventre era appoggiato al suo e, nonostante i vestiti, percepivo il suo fisico.
Non capivo cosa provavo in quella situazione. Il cuore mi batteva a mille. Ero confusa, questo è certo.
Da una parte volevo prenderlo a calci e ammazzarlo di botte. Dall'altra.. Avrei voluto che quel momento durasse per sempre.
Le sue labbra erano giunte alle mie. Mi lasciò le braccia e, con entrambe le mani, mi strinse i fianchi.
Non capivo perché ma.. Ricambiai il bacio. Non opposi resistenza, a quel prepotente tentativo della sua lingua di intrecciarsi con la mia.
Le sue labbra erano molto morbide.
"Che ti prende, Jo!? Mandalo via!" I miei pensieri mi risvegliarono.
Nonostante fosse (#) tutto molto bello, continuavo ad odiarlo.
Lo spinsi via.
"Yah! Pitcheosso!?" Gli urlai. Non scappai. Volevo sentire la sua spiegazione.
".. Perché mi fai questo? Eh? Ti sembro un giocattolo?! Non puoi picchiarmi un giorno, baciarmi un altro e poi quasi strapparmi un labbro ancora! Perché lo fai!?" Dissi spingendolo.
".. Non lo so. Picchiarti.. Era divertente. E il tuo sangue è.. Irresistibile.. Ma.. Da quando ti ho baciata la prima volta.." Si leccò il labbro. "Non riesco a smettere di desiderarti.." Sorrise. Tentò di riavvicinarsi a me, ma lo spinsi via ancora una volta. Poi, corsi alla ricerca di Jin.
Lo trovai bella sua classe.
"Oh? Jo.. Che ci fai qui?" Mi chiese alzandosi in piedi. Era.. Tremendamente alto.
"Devi aiutarmi.." Mi veniva da piangere. Nel mio cuore e nella mia testa stavano lottando milioni e milioni di sentimenti. Ero incazzata, felice, triste, confusa.
"Che succede?" Mi chiese uscendo dalla classe con me.
"È Jimin.. Mi ha appena baciata e.. Dice che non riesce a smettere di desiderarmi.. Insomma, prima mi picchia, poi mi ammazza un labbro, poi mi bacia.. Cosa devo fare!?" Lui mi abbracciò.
"Non ti preoccupare. Vedrò di parlare con lui. È molto strano il suo comportamento. Ah, più tardi, a casa, devo parlare anche con te. È.. È il caso che tu sappia alcune cose."

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