È ora di pranzo e gli studenti sono occupati a mangiare, tutti tranne uno. David è seduto da solo ad un tavolo ed è molto preso dalla lettura del libro che ha in mano. Aveva ragione Mary, la vicina di casa, David sembra non aver fatto amicizia, ma la cosa non mi importa e non mi riguarda.
Mi trovo qui, a controllare che non si creino problemi in sala mensa, questo perché Jeannette, la segretaria, mi ha gentilmente offerto due alternative: controllare gli studenti adesso oppure rimanere un'ora in più dopo scuola. Le ho risposto che sono molto brava a far rispettare le regole e altre cavolate simili e lei ha creduto a tutto, eppure mi è sembrata quasi felice quando mi ha affidato il compito.
David in mezzo ai suoi coetanei sembra quasi un po' più grande, ma deve essere un'impressione causata dal contesto scolastico, per me è e rimarrà un bamboccio. Mi avvicino piano, voglio sorprenderlo alle spalle.
«Cosa vuoi Vania?»
Maledizione.
«Parlare» e mi siedo davanti a lui.
Come se nulla fosse, continua a leggere, ma io non ho voglia di perdere tempo:
«Per quanto ancora avrai bisogno di Ambra?»
«Non saprei, non dipende interamente da me»
Odio queste risposte così vaghe.
«Be' ecco, potresti cominciare dicendo se si tratta di giorni, mesi o anni». Gli sorrido scocciata e mentre gli parlo chiudo le mani a pugno, questo significa che inizio a spazientirmi, ma non c'è da preoccuparsi, non gli farò del male. Non posso. Sembra burlarsi di me, perché non solo non mi fornisce le risposte che voglio, ma continua imperterrito a leggere.
Allungo il braccio per prendergli il libro, ma lui riesce a spostarlo in tempo. Adesso ho finalmente la sua attenzione.
«Vania, come devo dirtelo? Non lo so. Ora cerca di fare la brava e di aspettare con pazienza, siamo intesi?», pronuncia ogni singola parola nello stesso modo in cui lo farebbe un adulto che cerca di calmare un bambino capriccioso. Una domanda si fa strada nella mia mente, se io in realtà ho 125 anni, lui quanti ne ha?
Insomma è un vampiro, e immagino da molto tempo vista la sua forza, eppure ha l'aspetto di un bambino; non lo invidio per niente.
Mi riprendo dai miei pensieri e lui mi sta ancora guardando.
«Ambra sa chi sei e che cosa vuoi da lei?», gli chiedo.
«Sì, ho fatto un accordo anche con lei - strano, quando le ho chiesto informazioni su di lui, lei non mi aveva detto nulla - e le ho chiesto di non dire nulla», mi spiega David.
Sto per domandargli di che accordo si tratta, ma vengo interrotta da qualcuno che mi chiama. Si tratta di Dana, l'alunna saputella, che corre verso di me col fiatone e il viso arrossato. Scommetto che educazione fisica non è la sua materia preferita.
«Che succede?» le chiedo più per interesse che per dovere.
«Tyler... Tyler sta...» Il fiatone non le permette di parlare, ma dopo due tentativi riesce a spiegarmi cosa sta succedendo a Tyler.
«Tyler e Mark si stanno picchiando di nuovo!» dice tutto d'un fiato.
Rimango a guardarla e non mi muovo, ma lei si aspetta che io faccia qualcosa.
Che noia.
Mi alzo e lascio il tavolo di David, il quale ritorna tranquillo a leggere.
Dana accanto a me è molto preoccupata e mentre camminiamo mi racconta che quei due litigano spesso e a volte sono arrivati anche a picchiarsi senza gravi conseguenze per nessuno dei due, ma questa volta secondo lei fanno sul serio. Arriviamo in corridoio, dove i due si stanno menando con rabbia e ci uniamo al gruppo di spettatori.
Tyler sta visibilmente perdendo. Si muove con molta lentezza e sanguina dal sopracciglio spezzato, mentre l'altro, che deduco essere Mark, schiva con agilità ogni tentativo di nuocergli. Se dovessi puntare dei soldi, non avrei dubbi: tutto su Mark. Il ragazzo è un po' meno muscoloso di Tyler, ma alto uguale, mascella squadrata, occhi svegli e capelli biondi. Credo che abbia anche un gruppo di fan, le quali fanno il tifo per lui applaudendo e urlando il suo nome. Mancano solo gli striscioni. Le guardo meglio e le riconosco: sono le amiche di Ambra. Poi vedo anche lei, un po' in disparte e con lo sguardo teso e preoccupato. Cosa c'è di così preoccupante in una rissa tra due uomini?
Rido non appena mi si accende la lampadina: il sangue. Quel liquido rosso che cola sul volto di Tyler è un richiamo per qualsiasi vampiro. E lo sarebbe anche per me se non avessi già mangiato questa mattina. Quando Tyler cade a terra e Dana mi guarda supplichevole, decido che è ora di intervenire e inizio a farmi largo tra la folla di curiosi.
«Ragazzi, smettetela!», è la stessa frase che avrei detto io, ma a pronunciarla è un uomo troppo grande per essere uno studente, per cui deduco che sia un insegnante. Arriva e si frappone tra i due con uno sguardo arrabbiato. Avrà poco più di venticinque anni, anche lui abbastanza alto, ma il suo fisico sfigura in confronto a quello dei due ragazzi, capelli castani e sul volto un paio di occhiali, che lo rendono il perfetto professore di letteratura, o al più di storia.
Il suo intervento causa un coro di lamentele da parte di alcuni ragazzi che con il cellulare in mano stavano riprendendo tutto ed erano pronti a caricare il video su Instagram. Lui li ignora e cerca di mandarli via, ma con scarso successo. Intervengo in suo aiuto:
«Va bene, lo spettacolo è finito - come conferma alle mie parole suona la campanella – e la pausa anche. Ora tornate tutti in classe».
Per la maggior parte degli studenti il mio viso è nuovo e non sanno quale sia il mio ruolo in questa scuola, quindi mi danno retta e iniziano a sparpagliarsi dirigendosi verso le aule.
Tyler è per terra, così come il suo orgoglio, e lo aiuto a rialzarsi. Gli prendo il viso con una mano e lo esamino.
«Nulla di grave. Domani avrai un occhio nero e una ferita sul sopracciglio»
«E lei chi sarebbe?» mi chiede l'insegnante ancora sorpreso dopo il mio intervento.
«Piacere Vania Lovec e sostituisco il signor Peterson.»
Lui annuisce e penso gli avessero già accennato del mio arrivo.
«Capisco, io invece sono William Rush, insegnante di storia. Può chiamarmi Will, piacere», mi tende la mano e io un po' titubante ricambio il saluto. Come temevo, la sua mano è calda in confronto alla mia e anche lui se ne accorge.
«Ha freddo?»
No, sono morta.
«Sì e sono una di quelle persone che lo soffrono parecchio». Arriccio un po' il naso, cercando di dare un senso di verità a quella bugia.
«Oggi fa anche più freddo del solito, ma non si preoccupi, presto cominceremo ad accendere i caloriferi. Posso chiederle una cosa?»
«Certo»
«Come mai hanno affidato anche a lei il compito di sorvegliare gli alunni? Pensavo sarei rimasto da solo per tutto l'anno»
«Mi sono offerta»
Questa non se l'aspettava.
«Ma lei è una donna... – alzo le sopracciglia e lui cerca di spiegarsi meglio – Insomma, non credo che da sola sarebbe stata in grado di fermare questi due» e mentre lo dice, li indica.
Doveva pur averla una qualche pecca: pensiero un po' all'antica con una leggera tendenza al maschilismo. Poteva sempre andare peggio ed essere tipo: odio verso il diverso con tendenze omicide.
«Be' se ci è riuscito lei, perché io no?», gli rispondo in tono di sfida.
Mark sghignazza, ma cerca di mascherarlo schiarendosi la gola. Purtroppo per lui, Will se ne accorge.
«Ora posso andare?», chiede il ragazzo in un evidente tentativo di fuga.
«No, dovrai darmi una bella spiegazione Mark – guarda Tyler – e anche tu. Seguitemi».
I tre cominciano a camminare e Will sembra avere due guardie del corpo. Sono buffi e rimango ad osservarli finché non spariscono dietro l'angolo.
Rimango sola in corridoio e mi avvio verso l'uscita: è ora di andare, ho una cosa da dissotterrare.
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Il segreto del Vampiro
VampireVania è un vampiro e da anni ha un solo obiettivo: la vendetta. Ha imparato a celare i suoi sentimenti e ha costruito intorno a sè un muro. Sa bene di non potersi fidare di nessuno e non permetterà più che qualcuno la ferisca come quella notte, la n...