Capitolo 13 - Il primo omicidio

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Sono seduta da sola in sala professori e fisso una pianta davanti a me. Il cellulare squilla nella mia tasca, ne riconosco la suoneria "I will survive", ma impiego almeno un minuto prima di rispondere.

«Finalmente! Ero convinto che ti fosse successo qualcosa! E iniziavo a pensare che fossi morta! Nel qual caso avrei già dovuto pensare a un tuo possibile sostituto per il prossimo incarico»

Credo scherzi, ma non ci giurerei. Lo fermo prima che si faccia travolgere dall'ansia:

«Invece ho risposto Fred, quindi calmati e parla»

«Hai ragione, a volte esagero. Ti chiamo perché c'è un nuovo incarico e non è poi tanto lontano da dove ti trovi ora. Accetti?», mi chiede lui speranzoso.

Nella stanza entra Juan, il commesso in tuta blu, con il moccio per pulire e nonostante mi abbiano detto che è sordo come una campana, preferisco non rischiare, quindi esco e inizio a camminare lungo il corridoio deserto. Cerco comunque di mantenere la voce ad un livello appena udibile.

«Beh la mia risposta sarebbe tendenzialmente sul no. Ho degli impegni qui e non posso andarmene per troppo tempo». Insomma, devo controllare David e Ambra, poiché non vorrei che sparissero non appena girato l'angolo.

«Sarebbero solo un paio di giorni! C'è un vampiro che sta causando un po' di danni e nessuno vuole andare a sistemarlo»

Mi sembra strano, di solito litighiamo per accaparrarci un incarico. Glielo faccio notare e lui aggiunge ciò che non avrebbe voluto dirmi:

«Questo perché il mese scorso è andato John ad occuparsene ed è sparito. Non risponde alle chiamate e nessuno l'ha più visto»

Gli sta bene. John è un vecchio vampiro che si crede superiore a tutti ed è convinto che a lui debbano essere affidati gli incarichi più importanti.

«Spero che quello stronzo sia incatenato da qualche parte», dico sincera.

«So che tra di voi non corre buon sangue, ma non credi sia il caso di andare a controllare se sta bene?», ecco la vera richiesta. Non voleva tanto che andassi ad uccidere il vampiro cattivo, ma a controllare quello scomparso.

«Non puoi andarci tu?», gli domando scoraggiata.

«No, sono in Cina e sto aiutando un amico. Non credo di riuscire a liberarmi presto. Sei la mia unica speranza, per favore».

Ogni volta che mi dice "per favore" mi viene in mente il gatto con gli stivali che appare in Shrek, buono e gentile quando serve a lui.

Ogni volta che mi dice "per favore" mi viene in mente il gatto con gli stivali che appare in Shrek, buono e gentile quando serve a lui

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«Sai che me ne devi una... Quando eri ferita ti ho cercato tutte quelle informazioni, anche se alla fine sono risultate inutili»

Me lo sento, sto per cedere e promettergli che lo farò, ma fortunatamente vengo interrotta giusto in tempo da uno straziante urlo.

«Cosa sta succedendo? Sei nei guai? Vania, dove sei?», mi chiede Fred di nuovo in ansia.

«Nulla, ora ti devo lasciare. Per quanto riguarda John, mandami un messaggio con le informazioni e ti farò sapere. Ora devo andare, ciao» e chiudo la telefonata ancora prima di dargli il tempo di farmi altre domande.

Il segreto del VampiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora