Capitolo 14 - Cosa scommettiamo?

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Andare al cimitero non è stato del tutto inutile, perché ora sappiamo che i ragazzi sono stati attaccati da un vampiro.

Però avrei fatto volentieri a meno di questa pioggia, che ha ridotto me e Ambra come due stracci. Immaginateli, bianchi appena lavati, lasciati ad asciugare al sole, ma poi un forte colpo di vento se li porta via e li trascina lungo tutto il giardino, fino ad arrivare alla grande pozza di fango che si è formata il giorno prima a causa di un potente temporale.

Io e Ambra siamo quei due fazzoletti di stoffa, coperte di sporco dalla testa ai piedi. Se qualcuno ci vedesse adesso, al buio, mentre torniamo a casa e con in mano una pala ciascuna, credo scapperebbe urlando "Mostri!" e non avrebbe tutti i torti.

Non ho voglia di cercare le chiavi di casa, così suono il campanello e aspettiamo che David venga ad aprire.

Spalanca la porta per farci passare e col volto serio ci informa:

«Abbiamo visite ed è in soggiorno»

«Chi?», gli chiedo, ma la risposta arriva immediata ai miei occhi.

Dean è seduto sul divano, sembra completamente a suo agio nei suoi jeans e nella maglietta blu, completano il quadro una birra in mano e quel suo stupendo sorriso.

È una piacevole sorpresa, però non capisco perché sia venuto qui.

«Mi sono accorto che non avevo il tuo numero. - Mi spiega lui tranquillo e poi guardandoci chiede - Siete andate a seppellire qualcuno?» e aggrotta le sopracciglia divertito.

Fuochino.

«Si. Ad Ambra è morto l'altro giorno il criceto e oggi sono riuscita a convincerla ad andare a seppellirlo. Dovevi vedere come piangeva e continuava ad accarezzarlo, ma quel coso iniziava a puzzare, quindi le ho detto che era ora di lasciarlo andare. Vero Ambra?»

Se lo sguardo potesse uccidere...

«Si. È morto troppo presto. - Finge di rammaricarsi - Ora credo proprio che andrò a piangerlo sotto la doccia», dice con un'ironia nella voce che per fortuna solo io riesco a cogliere e se ne va di sopra.

La piccola recita è finita e Dean sembra esserci cascato del tutto.

«Come mai sei qui? Insomma, il mio numero potevo dartelo anche a scuola», gli chiedo interessata.

«Per caso vuoi che me ne vada?», ribatte in imbarazzo.

«No!»

Perfetto, è suonato come se fossi disperata. Complimenti Vania, questo è il modo giusto per convincere un uomo a scappare, ma lui riesce a sorprendermi come sempre:

«Perfetto, perché non lo avrei fatto. Sono passato soprattutto per invitarti a cena fuori. Dato che sei bellissima, ti porterei anche così, ma magari preferisci cambiarti? – David sembra sul punto si vomitare dopo questa frase sdolcinata, ma a me non è dispiaciuta... non del tutto. – Sempre che tu accetti di uscire con me» e solleva un sopracciglio. Come potrei dirgli di no?

«Dammi un po' di tempo per una doccia e poi usciamo». Con calma vado su a sistemarmi e a cambiarmi.

Dopo un'ora scendo le scale e lui è già in piedi che mi aspetta, mi guarda e mi sembra per un attimo confuso, ma poi si ricompone e mi sorride come è ormai solito fare.

«Ora sei anche più bella», mi sussurra all'orecchio non appena lo raggiungo e, se potessi, sono sicura che arrossirei.

Ma cosa mi sta succedendo? Vania sveglia! È un uomo, cibo e al più un po' di su e giù. Nient'altro.

Il segreto del VampiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora