Se riesco a mettere questa palla dentro ho vinto. Dean è sicuro che non ci riuscirò, si gode la scena appoggiato al muro e sorride allegro. La penserei anche io così se al mio posto ci fosse lui.
Sembra impossibile riuscire a colpire quest'ultima palla, la otto nera, in un unico colpo. Il fatto è che la bianca che dovrei usare per colpire la nera, è esattamente in mezzo tra la palla e la buca e questo non mi permette di imbucarla. Possiamo dire che è un tiro difficile.
Però non sa che io sono più brava di lui e di tutti quelli che in vita mia ho incontrato nei bar o pub durante i miei viaggi. Uomini, sicuri di vincere, che non riuscivano a capacitarsi della conseguente disfatta. Soldi facili, era così che li chiamavo e anche se con Dean non ho scommesso soldi, non è diverso dagli altri. In questo momento è sicuro di vincere, ma questo tiro non andrà come lui crede.
Un colpo secco dalla stecca alla palla bianca, la quale rotola velocissima verso il bordo del tavolo, lo scontro provoca un salto della stessa all'indietro, riprende il suo tragitto in avanti e colpisce la nera che va dritta in buca.
In pochi secondi la vittoria è mia.
Dean strabuzza gli occhi e mi guarda come se mi fossero spuntate due teste.
«Non è possibile! Se non lo avessi visto con i miei stessi occhi non potrei crederci. Come diavolo hai fatto? I tuoi invece di farti giocare con le bambole, ti hanno regalato stecca e biglie?»
«Diciamo che me la cavo», ammetto con finta modestia.
«E io che credevo di avere la vittoria in tasca!»
Mi piacerebbe potergli dire che gliel'ho fatto credere per allungare il gioco: non mi andava di vincere subito. Però rimango in silenzio, per non offendere il suo già ferito orgoglio maschile e perché magari la prossima volta giocheremo di nuovo con una nuova scommessa e mi serve che non sappia quanto sono brava, chi scommetterebbe se sa fin da subito di perdere?
Nessuno. Per questo è bene sembrare più deboli, è una facciata molto utile.
Appoggio la stecca e allungo la mano col palmo rivolto verso l'alto.
«Stai già riscuotendo? Non vuoi fare un'altra volta? Magari quando sarà giorno e la strada sarà asciutta?», mi chiede con una certa incertezza nella voce.
Non cedo e non mi muovo di un millimetro. Sconfitto di nuovo, cerca le chiavi in tasca e me le consegna con lentezza, come se sperasse che nel frattempo io possa cambiare idea, che illuso.
«Andiamo, ora ci sarà da divertirsi» e mi incammino con lui al seguito verso il luogo in cui aveva parcheggiato la moto.
Eccola, in perfette condizioni come l'avevamo lasciata. È pronta a essere accesa e guidata da me. Mi siedo e, una volta che entrambi siamo pronti, parto. Inizio piano e sento i muscoli di Dean rilassarsi. Però il motore sotto di me vibra potente, sembra chiedermi di sfruttare questa occasione e le sue potenzialità e decido così di assecondarlo: allungo la strada da percorrere.
«Emm... Non è da questa parte», mi fa notare lui.
«Lo so, ma adesso sono io a guidare e a decidere che strada seguire. Ora tieniti forte».
Non appena concludo la frase, accelero e la moto segue fedele la mia volontà. Dean è di nuovo teso, anche più di prima e sento le sue mani che stringono leggermente più forte i miei fianchi.
«Non stai andando un po' troppo veloce?»
«Quando eri tu a guidare non ti ho detto nulla, quindi sei pregato di fare lo stesso. E poi una scommessa è una scommessa»
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Il segreto del Vampiro
VampireVania è un vampiro e da anni ha un solo obiettivo: la vendetta. Ha imparato a celare i suoi sentimenti e ha costruito intorno a sè un muro. Sa bene di non potersi fidare di nessuno e non permetterà più che qualcuno la ferisca come quella notte, la n...