Capitolo 16 - Vecchie conoscenze

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Questa mattina mi sono svegliata di colpo, come se avessi dormito abbastanza ed è una sensazione strana, perché amo dormire e le ore di sonno per me non sono mai sufficienti. La chiacchierata con lo sconosciuto sembra aver avuto un effetto benefico, chissà se lo rivedrò questa notte...

È con questi pensieri che mi frullano per la testa che salgo in macchina, quasi come un automa: il corpo c'è, ma la mia mente è da tutt'altra parte.

Non mi accorgo nemmeno della presenza di David sul sedile del passeggero, finché non decide di parlare:

«Vogliamo partire o preferisci guardare il vuoto ancora per un po'?»

Mi giro di scatto e per fortuna lo riconosco prima di attaccarlo.

Cerco di mantenere una voce calma, ma non mi riesce un granché bene e finisco per urlargli contro:

«Si può sapere che diavolo ci fai nella mia auto?»

«Ho pensato che potresti darmi un passaggio, piove ed entrambi andiamo a scuola», ribatte come se fosse ovvio. Ha ragione, piove e me ne accorgo solo ora. Osservo le gocce d'acqua che si inseguono sul finestrino fino ad unirsi.

«Potrei, ma non voglio. Scendi» e mi allungo per aprirgli la portiera dell'auto, ma lui si siede in modo tale da coprire la maniglia col suo corpo.

«Ieri hai detto che non ti andava di parlarne, per questo ho pensato che oggi avremmo potuto»

Quanto insiste. Non capisce che sono arrabbiata con lui? Farebbe meglio a lasciarmi sbollire e magari dopo potremmo anche parlarne.

«Per favore?», aggiunge e mi guarda con determinazione.

«Se ci tieni tanto parla, dopotutto è ancora presto» e mi sistemo in modo tale da poterlo guardare dritto negli occhi.

Apre la bocca e la richiude, poi la riapre e mi fornisce una semplice spiegazione:

«Voglio trovare una persona e Ambra è la chiave per arrivarci. Sto cercando il suo creatore»

Ok questo è interessante. Non mi sono mai chiesta chi avesse trasformato Ambra o perché. Chiunque sia stato meriterebbe di morire tanto quanto lei, in fin dei conti è stato lui a darle la forza di fare ciò che ha fatto.

«Vai avanti», lo incito accompagnando la frase con un gesto della mano.

«Ambra è la sua famiglia e se lui la cercasse, lei sarebbe in grado di trovarlo»

«Fammi capire, lei può trovarlo solo se lui glielo permette?», chiedo stupita. È la prima volta che sento una cosa del genere.

«Si»

«E perché vuoi trovarlo?»

«Vendetta» dichiara con voce tagliente. Quindi anche lui vuole uccidere qualcuno proprio come me.

Non approfondisco. In questo momento credo di poterlo capire meglio di chiunque altro. Quella rabbia che ti corrode dentro e che ti dà la forza di lottare, di non arrenderti, mi è così familiare.

«Come fai a sapere che Ambra è stata trasformata da lui?»

«Gli piace marcare la sua famiglia e lei ha una cicatrice a forma di x nella parte interna della coscia», mi spiega indicando il punto su di sé.

«Come diavolo fai a saperlo? Ti prego non dirmi che tu e lei...» chiedo con un moto di disgusto. Insomma, può avere quanti anni vuole, ma ha l'aspetto di un bambino. Lo guardo bene dalla testa ai piedi e questo mi permette di notare una cosa: David sembra leggermente più grande. Nulla che si possa notare immediatamente, insomma lo conosco da meno di una settimana ed è possibile che la mia sia solo un'impressione.

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