Parcheggio l'auto sotto il portico e scorgo un movimento provenire dalla finestra della casa rosa della vicina. Ho una strana sensazione, come se Mary mi stesse guardando; che vecchietta pettegola.
Sembrerebbe che Ambra e David non siano ancora tornati. Le luci sono spente e tutto è completamente al buio, osservo mentre mi avvio passando per il giardino davanti. In pochi secondi mi devo ricredere, David è disteso sull'erba e per poco non lo calpesto. Ha il libro aperto sulla pancia e dorme come se nulla fosse. Il mio primo pensiero è quello di provare ad ucciderlo ora e tanti saluti al patto, ma così com'è arrivata, quest'idea sparisce. Mi siedo accanto a lui e osservo silenziosa il cielo stellato.
«Se ti sdrai, puoi vedere meglio».
Lo guardo e adesso ha gli occhi aperti fissi sulla volta celeste. Ci penso un po' e poi faccio come mi ha suggerito.
«Tutto bene?», mi chiede e quasi penso che gli importi.
«Diciamo che oggi sarebbe potuta andare meglio»
Non posso chiedergli del pugnale, si insospettirebbe e penserebbe che ne ho parlato con qualcuno. Non voglio mettere Fred nei casini. Però voglio scoprire qualcosa su di lui.
«Quanti anni hai veramente?», spero che la mia suoni come una domanda molto innocente.
«Troppi. - vorrei che la smettesse di essere così vago. Oppure può darsi che non se li ricordi? - Ho visto crescere e morire generazione dopo generazione, ma senza poter fare nulla. Tutti felici di vivere la loro corta vita umana. Ho incontrato anche uomini solo desiderosi di una vita eterna, mi supplicavano di trasformarli e una volta ottenuto sparivano. Chissà se col tempo hanno capito che vivere in eterno da soli è una tortura e non una benedizione», mentre parla la sua espressione si rattrista e la sua mente vaga in ricordi lontani.
«Almeno hai dato loro una scelta. Io sono stata trasformata in punto di morte e non so nemmeno da chi», decido di riportarlo al presente e funziona. Mi guarda con interesse.
«Avresti preferito morire?» e accompagna la domanda piegando leggermente la testa di lato.
«Non saprei. Avrei smesso di soffrire, di sentire questo vuoto nel petto, ma se la morte ha deciso di offrirmi una seconda opportunità tanto vale sfruttarla senza piangersi troppo addosso. – continuo a rivelargli qualcosa di me sparando che questo lo porti poi a fare lo stesso – I primi tempi per me sono stati difficili, ero sola, senza nessuno che mi insegnasse le basi, ma ce l'ho fatta e questo mi ha resa più forte».
«Si, è vero» mi dice con un mezzo sorriso.
Per una frazione di secondo nei suoi occhi scorgo quella che credo essere ammirazione, poi scompare e lui torna a guardare la notte. Non so come reagire, ma alla fine anche io guardo su e tra noi cala come sempre il silenzio.
Non so per quanto rimaniamo così, il tempo per i vampiri non é un problema, ma è il rumore del motore di un'auto lontana che riesce a riportarmi alla realtà. Si tratta di una Jeep grigia che si ferma proprio davanti al nostro vialetto e dentro sono seduti Mark e Ambra. È buio, ma ai miei occhi non sfugge nulla, nemmeno il bacio che si scambiano prima di scendere entrambi dal veicolo.
Le mie mani si serrano a pugno sull'erba e sento la rabbia montare dentro di me. Lei è andata avanti. La realtà dei fatti mi schiaffeggia crudele. Mentre io la cercavo, lei si è ricostruita una vita: ha una casa, va a scuola, ha un nuovo fratellino, delle amiche e anche un fidanzato. Io, invece, sono rimasta attaccata alla mia vita precedente e non sono riuscita ad andare avanti.
«La gelosia non ti dona»
«Non è gelosia, è rabbia»
La mia risposta non sembra convincere David, ma non ci faccio caso, perché mi alzo e vado incontro alla coppietta felice.
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Il segreto del Vampiro
VampireVania è un vampiro e da anni ha un solo obiettivo: la vendetta. Ha imparato a celare i suoi sentimenti e ha costruito intorno a sè un muro. Sa bene di non potersi fidare di nessuno e non permetterà più che qualcuno la ferisca come quella notte, la n...