Bussavamo ripetutamente alla porta, chiamandolo più e più volte, ma nulla: non rispondeva.
«Non hai le chiavi?» Mi chiese Paulo.
«No però....» Pensai. «Ah sì! Dentro la pianta là vicino dovrebbero esserci.»
Andai a frugare in mezzo alle foglie e fortunatamente la trovai.
Infilai la chiave dentro la serratura e entrammo di corsa.«Papà!» Urlai. «Papà!»
«Leah...»
«Oddio!»
Mio padre era disteso a terra, con un filo di voce mi chiamava, una pozza di sangue affianco a lui mi fece capire che era stato ferito allo stomaco.
«Papà stai bene?»
«S-Si...»
«Ora chiamiamo un'ambulanza, ok? Resisti..»
Gli presi la mano.
«Paulo! Paulo! Chiama un'ambulanza!»
«Che è success-» Paulo appena vide mio padre sdraiato a terra si portò una mano alla bocca e iniziò a cercare disperatamente il cellulare.
Una volta trovato chiamò i soccorsi che non tardarono ad arrivare.«Vai a casa Leah..non venire in ospedale.» Mi sussurrò.
Lo caricarono sull'ambulanza e partirono a tutta velocità, con le sirene altissime, ma senza di me.
[...]
«Leah non preoccuparti andrà tutto bene.» Paulo provò a consolarmi, ma senza grandi risultati.
«Voglio sapere chi è stato!»
«Aspettiamo cosa dice il dottore prima di arrivare a conclusioni affrettate.»
Sospirai.
«Scusa...»
«Non devi scusarti. Vieni siediti..»
Mi sedetti affianco a lui, sulla panca della sala d'aspetto dell'ospedale. Eravamo lì da ormai 3 ore e nessuno ancora si era fatto vedere.
Odiavo stare lì dentro e non volevo perdere anche mio padre, avevo perso già abbastanza persone.«Ci sono io con te qualsiasi cosa accada.» Mi baciò sulla fronte.
«Paulo ho paura...tanta paura...»
«Non devi averne se ci sono io con te.»
"È proprio di questo che ho paura." pensai.
Vidi venire verso di noi un dottore con una cartella in mano; finalmente!
«Allegri?» Mi chiamò.
«Si sono io!» Scattai dalla sedia.
«Suo padre sta bene, si rimetterà presto. Può andare a vederlo adesso, mi ha detto che vuole parlare con lei.»
«Okay...»
Presi Paulo per mano e entrammo nella stanza di mio padre, la stanza numero 21.«Papà!» Mi gettai letteralmente su di lui.
«Attenta piccola, ho dolore ovunque.»
«Oh scusa!»
«Tranquilla. Siediti piuttosto. Anche tu Paulo, voglio che ascoltiate bene.»
C'era una sedia soltanto così mi sedetti in braccio a Paulo.
«Quello che volevo dirti prima era che tua sorella è uscita di galera, adesso è libera di nuovo.»
«Cosa?? Quella pazza?? L'hanno fatta uscire?»
«No, è scappata.»
«No no no no!»
«La stanno cercando, ma pensano che lei stia venendo a cercare te.»
«È stata lei a farti questo?»
«Non lo so, erano in due incappucciati. Non so chi fossero.»
«Papà dobbiamo andare via, è pericolosa...lei è incazzata con me e con te, con Paulo con tutti! Possiamo sempre scappare siamo in tempo.»
«Leah non possiamo scappare! La prenderanno vedrai, ma dobbiamo rimanere calmi. Non sono più poi così giovane per poter andare dove voglio. Adesso devo stare qua per un po e sono preoccupato per la squadra: chi vi allenerà? È un bel casino.»
«Ci penso io se vuoi papà!» Mi proposi.
«Non devi farlo per forza.»
«Non lo faccio per forza, voglio aiutarti e poi potrò stare più vicina a Paulo...va bene così.»
«Dammi un foglio allora, ti faccio la delega.»
[...]
Il giorno dopo a Vinovo...
«Dici davvero? Cioè sei la nostra nuova allenatrice?»
«Si Paul...» Alzai gli occhi al cielo.
«Che figata! Verrai anche negli spogliatoi con noi?»
Lo guardai male.
«Scusa..»
«Ecco bravo, vai a cambiarti.»
Dopo qualche minuto arrivarono anche Cuadrado, Zaza e Morata.
«Ah! Eccoli i ritardatari.»
«Più che ritardatari direi ritardati.» Rise Zaza.
«Cosa ci fai qui? Con la tuta poi....» Morata aveva gli occhi fuori dalle orbite per lo stupore.
«Sono la nuova allenatrice della prima squadra.» Sorrisi fiera.
«Ma davvero?» Rise Cuadrado. «Che è successo a tuo padre?»
«Ha avuto un piccolo incidente, nulla di grave. Tornerà presto. Ora andate a cambiarvi.»
«Okay capo...»
Scendemmo in campo dopo 10 minuti buoni. Cominciammo con un po di corsa e poi gli feci fare qualche scatto.
Non ero bravissima come mio padre, ma me la cavavo abbastanza bene.Misi Gigi a fare riscaldamento in porta insieme a Neto e poi iniziammo a fare una piccola partita.
«Come sei scarsa piccola Allegri!» Mi prese in giro Paul.
«Anche tu sei abbastanza scarso per allenarti tutti i giorni.» Gli feci la linguaccia.
Ad un certo punto mi sentii tirare per la maglia mi girai e finii tra le braccia di Paulo che mi baciò appassionatamente.
«Oggi ti sei saltato l'allenamento eh...» Mi morsi il labbro inferiore.
«Scusa nuova allenatrice, ma sono stato da tuo padre...mi doveva dire delle cose.»
«Sei giustificato...per questa volta.»
Ci guardammo negli occhi, era troppo eccitante quella situazione.
«Oh oh oh! Ecco come distrarre l'allenatrice dal suo lavoro. Proviamoci un po' tutti così ci fa correre di meno magari..» Rise Paul.
Mi girai e lo guardai male. «Se non vuoi farti 20 giri in più meglio che stai zitto.» Risi.
«Okay capo.» Tornò a giocare a testa bassa.
Paulo mi trascinò negli spogliatoi dicendomi che mi doveva "parlare."
[...]
Spazio autrice
Mi mancano alcune foto di Paulo per la copertina! Qualcuno può mandarmele?? Sceglierò entro stasera tra le future 5/6. GRAZIE.
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He saved me ↠sequel of 21 grammi di felicità •Paulo Dybala•
FanfictionLa storia prosegue da dove l'avevamo lasciata...più o meno... Per Leah, purtroppo, il desiderio di vivere una favola non si è ancora avverato. Quello che è sicuro, però, è che un grande amore non può mai essere spezzato. Tutto rinizia proprio come...