Chapter 13

2.5K 160 14
                                    

Guardai Paulo, che era nudo, io con le sue mutande ancora in mano, e mi scappò una risata.

«Chi sarà adesso?» Mi chiese spazientito.

«Sarà sicuro mio padre...» Mi alzai sbuffando; gli lanciai le sue mutande addosso e lui rise. «Copriti, scemo!»

Aprii di poco la porta e vidi Carlos sulla soglia.

«Carlos?!»

«Ciao Leah...vi ho disturbati?»

Mi girai a guardare Paulo che adesso era impegnato a guardare il cellulare.

«No no, figurati.» Mentii.

«Okay, meglio così. Dovrei parlarti, a proposito di quello che è successo, sai...a tua sorella.»

«Okay...»

Uscii dalla stanza e richiusi la porta alle mie spalle, lasciando Paulo da solo.
Io e Carlos iniziammo a camminare per il lungo corridoio del secondo piano di casa di mio padre e parlavamo.

«Mi hanno fatto uscire, ma non so ancora per quanto.»

«Che è successo?»

«Hanno creduto che fosse per legittima difesa, ma stanno ancora indagando. Cioè....non ci hanno proprio creduto....»

«Che intendi dire?»

«Hanno trovato la pistola che aveva quella sera e hanno pensato che avessi ragione: lei voleva spararci e io l'ho fatto per primo. Tutto qui.»

«In che senso l'hanno trovata? Voglio dire...la aveva quella sera e....»

«Probabilmente le era caduta da qualche parte e l'hanno trovata solo ora. Anche io non ci ho capito molto, sono stati vaghi.»

«Tu credi che ti risbatteranno in galera?» Gli chiesi.

«Si.»

«Perché?»

«Non troveranno altre prove.»

«Sono convinta che non ti ci rimanderanno, che lo hai fatto per difesa è una cosa ovvia.»

«Ne abbiamo già parlato Leah.....» Scuotè
la testa.

«Già....» Sbuffai «Perché invece che parlare di questo non mi racconti tutta la verità? Eh? Non credi che tutte queste bugie ci hanno portato già troppi guai? Tu continui a nascondermi tutto quanto....quando vorrai dirmi tutta la verità? Quando? Dovrà scoppiare la 3ª guerra mondiale per caso?»

«Adesso no.»

«Sempre questo fottuto "adesso no". Sai che ti dico? Che sono stanca. Di tutti voi. Ti rimetteranno in galera? Meglio! Tanto è quello che ti meriti! Sei un assassino...e un bugiardo.»

Mi portai una mano alla bocca. Quello che avevo appena detto era una cosa orribile sia da dire che, soprattutto, da ascoltare. Mi ero fatta prendere un po troppo la mano; non avrei dovuto.

«S-sc-scusa io.....» Provai a giustificarmi.

«Non fa niente. Hai ragione.» Abbassò la testa. «Io credo di dover andare.» Se ne andò verso la porta di uscita e, anche se ero lontana, potei sentire perfettamente che la sbatté.

Ripercorsi il corridoio e tornai in camera da Paulo che era ancora al cellulare.
Notò la mia faccia triste.

«Che succede?» Mi chiese.

He saved me ↠sequel of 21 grammi di felicità •Paulo Dybala•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora