Chapter 9 Second Part

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Suonarono al campanello, appena andai ad aprire mi ritrovai l'investigatore davanti che entrò in casa quasi correndo.

«Allora ho un piano.» Mi disse toccandosi il mento.

«Sarebbe?»

«Prendi una valigetta e mettici dentro i soldi. Ho portato questo.» Tirò fuori dalla tasca del giubbotto quello che sembrava un chip, ma non ne ero proprio sicura non mi intendo di questo genere di cose.

«Cos'è?»

«Un localizzatore. Lei porterà tuo padre e tu le darai la valigetta con dentro i soldi e il localizzatore così potremmo sapere dove va e dove tiene Paulo!»

«Sei un genio!» Urlai abbracciandolo.

Lui all'inizio era titubante, ma poi ricambiò l'abbraccio, stringendomi più forte.

«Prima però devo dirti una cosa, tanto abbiamo più di 10 minuti a disposizione.»
Prese fiato. «Non ha senso che continuo a tenertelo nascosto e credo che non ci sarà situazione migliore o peggiore per dirtelo.»

«Dimmi tutto.»

«Sono io il tuo vero padre, o meglio, il vostro vero padre.»

La bocca mi si aprì automaticamente dallo stupore, senza nemmeno che potessi controllarlo.

«C-c-co-cosa?» Non potevo crederci. «Christa aveva detto che era quel Vazquez.»

«Non è vero. Sono io. È per questo che mi interesso tanto a questo caso ed è per questo che ci soffro così tanto, Leah. Tu non immagini nemmeno quanto dolore mi sta causando questa situazione e quanto me ne ha causato. Mi dispiace tantissimo.»

Avevo una confusione totale in testa; non riuscivo a capire, non riuscivo a mettere ogni tassello al suo posto in modo tale da comporre, finalmente, tutto il puzzle intero senza pezzi mancanti o stropicciati. Niente. Il vuoto più assoluto. Adesso, più che mai, volevo delle spiegazioni. Volevo sapere tutta la storia.

«So che vuoi sapere tutto, dall'inizio, ma non abbiamo tempo adesso. Dobbiamo andare.»

«Si, lo so.»

«Vai a prendere la valigetta e fai quel che ti ho detto. Ti aspetto in macchina.»

Detto questo uscì lasciandomi incompleta.

[...]

«È in ritardo.» Dissi sbattendo ripetutamente il piede contro lo scalino davanti a casa di Paulo: ero agitatissima.

Avevo paura. E se avesse scoperto il chip all'interno della valigetta? Probabilmente avrebbe fatto del male a Paulo per vendicarsi o l'avrebbe portato via con sé ancora più lontano per non farsi più rintracciare.

«Calma. Arriverà.»

Ecco che una macchina nera, costosissima, parcheggiò proprio a un palmo di naso da noi.

La ragazza che vidi per la prima volta qualche mese fa scese dall'auto e dall'altra parte scese mio padre.

Feci per correre ad abbracciarlo, ma lei mi urlò.

«Non ti muovere.» Aveva una pistola: mi fermai all'istante.

«Christa, non peggiorare le cose, ok? Metti giù la pistola.»

«Ah ancora quel vecchio decrepito.»

Mi girai verso di lui e vidi che ci rimase molto male a quelle parole. Non si meritava di essere chiamato in quel modo.

«Avanti dammi la valigetta.» Mi intimò.

«Prima tu dammi mio padre.» Risposi fredda.

«Tuo padre è qui e non lo voglio, lo sai. Era solo un piccolo riscatto, altrimenti me li avresti dati ugualmente i soldi? ..mm non credo.»

Mi avvicinai e gli diedi la valigetta, poi mi sentii chiamare da dentro alla macchina: riconobbi subito quella voce, l'avrei riconosciuta anche in mezzo a mille. Era Paulo.

«Paulo!»

«Si, siccome sono brava te lo farò vedere per un'ultima volta.»

La portiera si aprì e ne uscì quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio. Quello che mi fa ancora battere il cuore nonostante tutto. Migliaia di lacrime invasero il mio viso.

«Paulo, non sai quanto mi dispiace.»

«Non è colpa tua.»

Aveva le mani legate; vederlo così mi faceva stare male come non mai.

«Come tu mi avevi promesso che mi avresti tirato fuori dalla prigione, ora io lo prometto a te. Ti tirerò fuori da questa situazione per sempre.»

«Quanto miele....mi viene il diabete.» Mia sorella fece finta di vomitare.

«Leah ascoltami, ti amo tantissimo okay? Io avrei voluto fartela in un'occasione diversa questa proposta, ma a questo punto non so nemmeno se sopravviverò...»

«Paulo, non dire così...» Lo interruppi.

«Fammi finire....te lo chiedo adesso. Mi vuoi sposare?»

«Oh Paulo.....io....»

Uno sparo partì dalla pistola dietro di me. Le mie orecchie fischiavano, i miei occhi non riuscivano a credere a quell'orribile scena.

[...]

Spazio autrice
Oggi vi lascio così! Contentissima per la vittoria di ieri, anche se avrei preferito  anche un gol di Paulo. Vi faccio sapere che ci sarà un sequel anche della mini-storia che avevo scritto "Nei panni di un'altra", dato che in tanti me lo avete chiesto.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, continuate a commentare a fatemi sapere. Alla prossima.

He saved me ↠sequel of 21 grammi di felicità •Paulo Dybala•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora