Chapter 20

2.4K 132 16
                                    

1 nuovo messaggio da Sconosciuto.
"Vediamoci al bar qualche km più avanti dal Juventus training center. Io sono già qui."

E chi cavolo è questo?
Ero a Vinovo ad assistere agli allenamenti, come mi aveva chiesto Paulo, quando mi arrivò questo messaggio. Il primo a cui pensai di subito fu il tizio che era venuto la sera prima a rompere a casa mia.

Mi alzai dagli spalti e chiamai Paulo un momento.

«Dimmi amore.»

«Paulo, mi è arrivato un messaggio, devo incontrarmi con qualcuno al bar quaggiù.»

«Qualcuno?? Non sai chi è??»

«No, ma penso di saperlo. Lo scoprirò.»

Misi la borsa in spalla e feci per andarmene.

«Leah!» Mi richiamò.

Mi girai.

«Fai attenzione.»

Feci si con la testa e mi incamminai verso il bar.

Entrai e vidi un cameriere, che devo ammettere, era davvero molto carino e gentile. Mi rivolsi a lui visto che non sapevo nemmeno dove guardare: non ero mai stata in quel bar.

«Ciao!» Mi accolse. «Ti vedo un po' spaesata.» Sorrise.

«Si, vengo spesso a Vinovo e faccio sempre questa strada, ma non ho mai notato questo bar.» Mi guardai intorno.

«Già.» Sospirò. «Sei la fidanzata di Paulo Dybala, giusto?»

«Si, ma non mi piace farlo sapere in giro.» Risi.

«E perché mai? Ti vergogni di lui?»

«No! Al contrario! Solo che non mi piace vantarmi, tutto qui.»

Rise. «Okay...beh accomodati.»

«Grazie, ma in realtà stavo cercando qualcuno...» Non finii la frase, perché mi girai e riconobbi subito la chioma bionda del ragazzo della sera precedente.
«Credo di averlo trovato, grazie mille.»

Annuì.

Mi sedetti al suo tavolo, proprio nella sedia che stava difronte a lui. Mi guardava con quegli occhi azzurri come il mare e mi facevano sentire particolarmente in imbarazzo, oltre al silenzio di tomba che regnava tra noi.

«Davide.» Cominciai.

«Proprio così.»

«Vorrei sapere due cose.»

«Saprai tutto, ti ho chiamata apposta.»

«Uno: chi ti ha dato il mio numero. Due: cosa vuoi da me.»

Chinò il capo, sembrava non volesse ascoltarmi.

«Allora? Guarda che erano affermazioni non domande!» Mi alterai.

«Ehi calma signorina col ciclo.»

Incrociai le braccia e alzai gli occhi al cielo.

«Sono l'amico di tua sorella, quello che l'ha aiutata a scappare.» Disse come se niente fosse.

«Ah, e me lo dici con questa sfacciataggine?»

«Scusa.» Si leccò le labbra. «Ti ho chiamato per chiederti scusa.»

«Perfetto...»

«Il tuo numero lo avevo perché me lo aveva dato tua sorella, cioè...avevamo un cellulare in comune che usavano per comunicare senza farci scoprire.» Si fermò e poi riprese a parlare. «Quella sera l'avevo aiutata solo perché mi aveva detto che voleva venire da te e chiarire tutto, ma quando fece quello che voleva davvero fare mi sono pentito ed eccomi qui.»

«Scusami...» Presi fiato. «Io non ti conosco adesso figuriamoci prima. Spiegami il motivo di venire da me e chiedermi scusa proprio ora che è tutto finito!? Lei è morta, Carlos pure...spiegami il senso!»

«Volevo semplicemente fartelo sapere e darti questo.»

Sfilò dalla tasca un braccialetto che riconobbi subito: era quello che mi aveva regalato mia madre quando mi ero risvegliata dal coma; mi disse che mi avrebbe portato fortuna per sempre.
Poi quel braccialetto lo avevo dato a Paulo per il solito motivo.

Lo presi e lo guardai attentamente.

«Lo aveva tua sorella, so che è molto importante per te.»

«Come fai a sapere tutte queste cose?»

Si alzò dal tavolo.

«Mi ha fatto molto piacere conoscerti, Leah Allegri.» Si girò e uscì dal locale, lasciandomi li come una scema.

[...]

Anche questa giornata era arrivata al termine ed ero più stanca di sempre.
Poi con la storia di quel Davide...cominciavo ad impazzire.

Paulo si sdraiò vicino a me e, come al solito, mi abbracciò.

«Tutto bene?» Mi chiese.

«Si, sono solo stanca.»

«Con chi hai parlato alla fine?»

«Quel ragazzo di ieri sera.»

Sobbalzò.

«Cosa voleva?»

«Si è scusato e mi ha ridato questo.» Gli mostrai il braccialetto.

«Si, cazzo, lo avevo perso quando mi aveva rapito tua sorella.»

«Ho immaginato...»

Rimanemmo in silenzio per qualche secondo

«Aspetta! Scusarsi per cosa?» Chiese all'improvviso.

Gli raccontai tutto e anche lui la pensava esattamente come me: era una cosa alquanto strana venire adesso a scusarsi, senza nemmeno che lo conoscessi.

«Lascialo perdere, porterà solo che guai.»

«Lo so.» Dissi.

«Leah io dormo, sono stanchissimo.»

«Certo amore.» Lo baciai sulla fronte. «Notte bellissimo.»

«Bellissima tu.» Mi lasciò un bacio sulle labbra e si posizionò con la testa sul mio petto. «Notte Leah.»

[...]

Mi svegliai all'improvviso per il brutto incubo; ero tutta sudata e mi faceva male la testa.

Guardai l'orario: 3:30.

Paulo russava come un trattore, così, per non svegliarlo, mi alzai lentamente e andai in cucina a bere qualcosa.
Presi il bicchiere e lo riempii di acqua fresca.

Andai alla finestra, sorseggiando l'acqua che scaldava la mia gola in fiamme, guardavo la bellissima Torino nel bel mezzo della notte. Le poche luci della città illuminavano tutto, era una visione bellissima.

Tra qualche settimana mi sposerò e non sono ancora mentalmente pronta a questo; con tutti i miei problemi non so se è una buona idea sposarsi. So che dovrei essere felice e la sono, ma non posso ignorare tutto il resto, non posso ignorare quel Davide come mi ha detto di fare Paulo. Senza considerare il fatto che sono ancora in cerca della verità.

Mi girai a guardare Paulo mentre dormiva ed era troppo dolce, si meriterebbe di meglio di me, si meriterebbe qualcuna che davvero pensasse solo a lui. Purtroppo io non posso.
Sarò davvero la donna giusta per Paulo?

[...]

Spazio autrice
Ehii ho aggiornato ora, perché stasera non avrò tempo. Mi dispiace un casino che ieri Paulo non abbia fatto gol!
Comunque vi auguro una buona lettura e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Alla prossima.

He saved me ↠sequel of 21 grammi di felicità •Paulo Dybala•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora