Chapter 22

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«Amore sono a casa!» Urlai poggiando le chiavi sul mobiletto in corridoio.

Paulo comparve all'improvviso dalla cucina con un coltello in mano.

«Finalmente!»

Risi. «Vuoi uccidermi per aver fatto tardi?» Mi tolsi anche il giubbotto.

«L'idea era quella.» Mi baciò sulle labbra. «Dove sei stata oggi?»

«Uhm...a fare un giro, niente di che.» Andammo in cucina e vidi che Paulo stava preparando la carne che gli aveva insegnato a cucinare sua madre.

«Tuo padre e Alva mi hanno detto che oggi eri particolarmente agitata.»

«Si, tutto passato.»

«Sono contento, ma posso comunque sapere cosa avevi? Visto che a loro non hai voluto dirlo...»

«Oh, ero solo preoccupata per il matrimonio e per....» Sospirai. «Carlos..»

«Ah.»

«Hanno confermato che si tratta solo di suicidio.» Abbassai lo sguardo.

«Dimentica.» Mi disse.

«Come?» Tornai a guardarlo. «Cosa? Cioè come potrei dimenticarlo? Sei pazzo?»

«Cosa ti porterà a fare se continui a pensarci? Te lo dico io...solo danni! Non puoi riaverlo indietro ormai, nessuno può più darti spiegazioni, è finita. Ok?» Urlò. «Ma come!? Tu non eri quella che voleva che tutto finisse per il meglio? Tutti i problemi? Rimanere solo con me...e...adesso che è tutto finito tu continui a rimuginare nel passato?»

Ok, avrà avuto anche ragione, ma cazzo...dirmelo così? Non aiutava per niente. Mi sentivo ferita, perché lui non mi capiva in quel momento e io che pensavo che fosse l'unico a farlo: beh a quanto pare non era rimasto nemmeno lui su cui contare.

«Si, sai, forse hai ragione tu.» Mi alzai dal tavolo. «Forse è meglio che lascio perdere tutto e tutti....cominciando dal nostro matrimonio.»

«Cosa??»

«Perché no? Anche questo mi causa problemi tipo ansia, agitazione, ecc....facciamolo fuori e risolviamo il problema. Non è questo quello che mi hai detto tu prima?»

«Fai come ti pare.» Chiuse la conversazione.

Per evitare ulteriori discussioni andai in camera e mi chiusi dentro.
Come poteva dirmi tutte quelle cose dopo tutto quello che avevo passato?

Presi in mano il foglietto che mi aveva dato Chandler e cominciai a guardarlo fisso tra l'indecisione "lo chiamo o non lo chiamo?"

Sentii Paulo che tornava su e bussava ripetutamente alla porta.

«Apri. È aperto.» Gli urlai.

Aprì.

«Ehi...» Si sedette. «Volevo...si insomma...chiederti scusa. Non sono state belle cose quelle di prima, mi dispiace.»

«Scuse accettate, almeno credo.» Scossi la testa.

«Cosa stai smanecchiando?»

«È solo un foglietto con un numero di telefono»

«Di chi?»

«Un amico.» Mentii, non volevo creare un altra litigata inutile.

«Okay, vieni a mangiare?»

«Si, arrivo. Prima faccio questa telefonata.»

«Ti aspetto a tavola.»

Richiuse la porta dietro di se.

Composi il numero di Chandler e dopo poco rispose.

«Hello?»

«Ehi Chandler, sono Leah.»

«Ah ciao, scusa.»

«Tranquillo, don't worry.» Risi.

«Sono felice che mi hai chiamato.»

«Si, già, beh, volevo solo che ti salvassi il mio numero.»

«Sarà fatto, baby!» Rise. «Ora devo andare, domani partirò per Roma e devo svegliarmi presto. Ci sentiamo su whatsapp magari.»

«Parti per Roma?»

«Già...e poi torno ad Atlanta, sai, lavoro là e devo finire di girare alcune scene.»

«Girare alcune scene?» Chiesi confusa.

«Si, sono un attore.»

«Ah, Wow. Beh complimenti.»

«Grazie, anche a te che ti stai per sposare con uno dei piu forti calciatori della Juventus.» Rise. «Perché non me lo hai detto?»

«Perché TU non me lo hai detto? Il mio non è un dettaglio così importante, cioè non voglio vantarmi.»

«Nemmeno io...» Rise.

«Ahhh...Chandler...» Sospirai.

«Ci sentiamo, ciao Leah.»

«Ciao ciao.»

Richiusi la chiamata e andai di sotto a mangiare, quel ragazzo era un fottuto enigma.

[...]

-1 settimana al matrimonio...

L'attesa è quasi finita. Questa settimana saremmo partiti per Cordoba finalmente e saremmo stati dal fratello di Paulo fino al giorno del matrimonio.

Mi piaceva quando tornavamo là, era piacevole la sensazione di essere tornati a casa. Torino mi piaceva un sacco, non fraintendetemi, ma casa è sempre casa.

«Leah metti pure le valigie in camera mia.»

«Grazie Gustavo.»

«Di nulla.»

Dopo che posizionai le valigie di sopra decisi di andare a fare un piccolo giretto nel giardino di casa Dybala. Non era proprio un giardino, diciamo che era più un grande orto con piscina e tutto quanto.

«Ciao Leah!» Mi salutò Lautaro.

«Ehi Lauta. Come stai?»

«Bene tu?» Mi abbracciò.

«Bene...diciamo...»

«Sono così contento che tu e mio zio vi sposate!! Non te lo immagini nemmeno.»

«Anche io sono contentissima.»

Sorrise. «Dove andrete in viaggio di nozze?»

«Andremo in Georgia.» Sorrisi.

«Dove sarebbe?» Si grattò la nuca.

Sorrisi al pensiero di quello che mi aveva detto Chandler: proprio nessuno lo sapeva.

«In America, Lauta, in America.»

Nel frattempo arrivò anche Alicia, la mamma di Paulo, che mi accolse sempre calorosamente e mi fece i complimenti per essere riuscita a sopportare suo figlio fino a sposarlo; ovviamente scherzava.

Tornammo dentro casa e cucinammo tutti insieme, proprio come la prima volta che venni qui. Amavo questa famiglia e amavo Paulo, nessuno adesso avrebbe più potuto rovinare i nostri piani per il nostro futuro: finalmente era tutto finito.

[...]

Spazio autrice
Vi posto una foto di Chandler all'inizio capitolo così capite chi è.
Non è Paulo, ma io penso che sia bellissimo! In ogni caso, non preoccupatevi, tra Leah e Chandler non ci sarà nulla di più di una grande amicizia e forse...qualche innocente bacio.😈

No scherzo, tranquille! 😂
Comunque grazie davvero a tutte per i commenti e i messaggi bellissimi che mi mandate, mi fanno sempre venire il sorriso e ne ho proprio bisogno in questo periodo.
Grazie grazie grazie❤️😍
Oggi stavo immaginando se facessero un film sui miei due libri, ve lo immaginate?? Sarebbe fantastico perché farebbero finalmente un film su Paulo 😍è solo un sogno irrealizzabile comunque!!
Vabbè dai vi lascio, spero che il capitolo vi piaccia e che continuate ad apprezzare il mio lavoro. A prestooo

He saved me ↠sequel of 21 grammi di felicità •Paulo Dybala•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora