Chapter 6

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Qualche giorno dopo...

«Papà sei sicuro che stai meglio? I dottori hanno detto che è meglio se stai ancora qualche giorno qui sotto controllo.»

«No tesoro, sto bene. Poi a casa avrò lo stesso i controlli...ho assunto quel dottore bravo...sai quel mio amico del liceo?»

«Parlo solo del fatto che quando lui andrà a casa dalla sua famiglia e tu rimarrai solo? Sai bene che lui non può stare lì con te 24 ore su 24.»

«Per questo verrai tu da me, vero piccola che lo fai per il tuo papà.»

Alzai gli occhi al cielo, sbuffando.

«Papà non posso...e Paulo?»

«Verrà da noi. Ti prego Leah ho bisogno di te in questo periodo. So che anche tu hai bisogno di me, abbiamo bisogno entrambi di noi...cioè...vabbè hai capito...»

«Uffff okay papà, okay. Solo per qualche settimana.»

«Grazie tesoro!» Mi baciò sulla fronte. «E ora andiamo a firmare il permesso per uscire di qua.»

[...]

Arrivati a casa decidemmo di mettere subito a posto le nostre cose, in modo tale di avere tutto già pronto per il giorno dopo...visto che avremmo avuto un sacco di cose da fare.

Stavo posizionando le ultime scatole sopra il mio armadio, quando mi squillò il cellulare.

«Pronto?» Risposi.

«Leah!»

«Chi sei?»

«L'investigatore...ti ricordi di me?»

«Ah sì. Ciao! Scusa non ti avevo riconosciuto.»

«Tranquilla...ti chiamo per la questione di tua sorella. So che è scappata.»

«Già.»

Paulo comparve dalla porta di camera mia e mi guardò con aria interrogativa, ascoltando quello che dicevo.

«Come stai?»

«Sono preoccupata. Mio padre è rimasto ferito ed è uscito oggi dall'ospedale. Mi sono momentaneamente trasferita da lui con Paulo e siamo molto in pensiero. Abbiamo paura che sia stata lei.»

«Vi capisco. Ho sentito tutto alla radio. Mi dispiace molto....per questo vengo per aiutarvi.»

«A fare cosa?»

«A rimandarla in galera e a proteggervi. Mi sono molto affezionato a voi e al tuo caso Leah, voglio andarci a fondo. Tua sorella è una persona mentalmente disturbata e, dato che sono anche uno psicologo, voglio capire di più per completare i miei studi. Comunque lo faccio più per voi che per me...vi voglio bene Leah e volevo bene a tua madre.»

«Grazie, davvero, ma non serve che tu metta in pericolo la tua vita per salvare la mia. Hai già fatto tanto per me e per mio padre, non voglio che ti accada qualcosa di brutto a causa mia.»

«Non preoccuparti. Ho preso il primo volo per Torino e domani mattina probabilmente sarò lì. Dove ci vediamo?»

«Vieni pure a casa di mio padre, troverai solo lui, io ci sarò il pomeriggio.»

«Perfetto. Allora a domani. Ciao Leah.»

«Ciao...»

Buttai il cellulare sul letto e poi mi ci lanciai anche io sopra. Ero esausta di tutta quella merda che continuava a perseguitarmi.

«Ehi che succede?»

«L'investigatore che ha seguito il mio caso domani verrà qua per parlare con me e mio padre a proposito della fuga di mia sorella.»

«Andrà tutto bene...»

«No no, non va bene per niente! Non voglio mettere in pericolo la vita di un'altra persona a cui tengo molto. Lo capisci? Io....rovino sempre tutto.»

«Ehi non è colpa tua..» Mi sussurrò accarezzandomi i capelli.

«Si è solo colpa mia. Non sarei mai dovuta venire in Italia, tutto questo non sarebbe mai successo. Ho messo in pericolo la vita di persone a me care per trovare la mia felicità e se questo vuol dire perdere anche te allora meglio che ci rinuncio.»

Mi alzai di scatto.

«Dove vai?»

«A bere qualcosa.»

Scesi di sotto in cucina e presi una bottiglia di rum dal mobiletto degli alcolici.
Sentivo il liquido bruciarmi in gola e poi lo stomaco. Saranno stati 90º di roba, ma non mi interessava; nulla faceva più male di quello che stavo provando ora.

«Leah...bere non risolverà i tuoi problemi, credimi.» Mio padre mi prese la bottiglia dalle mani.

«Dovresti provare anche tu visto che dici così.»

«Ti amo più della mia stessa vita, non voglio che ti riduca uno straccio per colpa di una bottiglia piena di schifezza.»

«Mh...dice quello che ne ha uno scaffale pieno.»

«Leah ascolta.» Mi prese un braccio. «Devi ragionare, ok? Siamo tutti qui con te e vogliamo proteggerti, ma se tu fai così come credi che possiamo?»

«Il problema è proprio questo: nessuno può proteggermi.»

Mollò la presa e mi lasciò andare. Io corsi di sopra a piangere come al solito. Ero stufa di tutto...ogni volta si presenta sempre un cazzo di problema diverso e io non so più come gestire le cose.
Tutta questa situazione è mille volte più grande di me e qualche giorno mi schiaccerà.

Paulo's POV

Sento squillare un cellulare. Controllo, ma non è il mio: è quello di Leah.

1 nuovo messaggio da Sconosciuto:
Ciao Leah,
contenta della sorpresa che ho fatto a tuo padre? Questa è solo la prima di una lunga serie...vedrai quante cose belle che ti farò provare. Ognuno ha la sua rivincita prima o poi.
-C.

C? E chi è C?

Metto il telefono in tasca e decido di andare dalla polizia. Si, proprio in questo preciso istante.

Spazio autrice
Sera ragazze! Scusate se non ho aggiornato prima, ma non ho avuto tempo.
Volevo solo dirvi di seguire Sarapieraccini !
Alla prossima!

He saved me ↠sequel of 21 grammi di felicità •Paulo Dybala•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora