Chapter 12

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3 giorni dopo...

I funerali di mia sorella sono stati ieri e sono andati piuttosto bene.
Non c'era nessuno. NESSUNO. Solo io, Paulo, mio padre e Carlos.

Mentre ero lì seduta, ad ascoltare la messa, quasi mi chiedevo cosa ci facessi li.
Non era normale andare al funerale di una persona che ti aveva fatto tanto male e che voleva solo il peggio per te.
Siamo davvero arrivati al punto di dover fare il funerale anche a una persona che non se lo merita? Si è pur sempre una persona, è vero, ma fino a che punto NOI possiamo considerarla tale? Perché se lei è una persona, beh allora noi siamo tutti esseri superiori.

«Leah? Ci sei?» La voce di mio padre mi riportò alla realtà.

«Eh? ...si ci sono...credo.» Abbassai lo sguardo.

«Ricordati che stasera c'è la partita, non la rimanderanno un'altra volta.»

Sospirai.

«Lo so.»

Quella sera ci sarebbe stata una delle partite più importanti del campionato, uno dei derby più belli d'Italia.
Juve-Torino.

«So che ce la farai.» Mi appoggiò una mano sulla spalla.

«Mhhh...»

«Si, credo in te.» Mi diede un bacio sulla fronte. «Devo andare alla visita, mi puoi accompagnare?»

«Ti accompagnerà Paulo, io devo vedermi con Jessica.»

«Ah...discorsi fra donne! Ho capito. Allora lo aspetto qui.»

«Si tra poco dovrebbe tornare.» Mi alzai dal divano e andai a recuperare il giubbotto e le chiavi dell'auto. «Papà io esco. Ci vediamo più tardi.»

«Certo. A dopo.»

Uscii di casa.

[...]

«Lui ci tiene davvero a te.» Ripetei per la millesima volta.

«Lui mi ha già tradita ben 3 volte e io sono stufa!»

«Fidati di me.»

«Allora perché mai avrebbe dovuto tradirmi? Sono stanca Leah...»

«Ti ama veramente, dagli un'ultima possibilità. Mi ha pregato di venire a parlarti e ciò vuol dire che gli interessa davvero.»

«Uff....» Sospirò. «Okay....»

«Grande! Stasera ti voglio vedere allo stadio!»

«Certo, vengo sicuro. Poi è la tua prima partita da allenatrice no?»

«Si...speriamo bene.»

«Vai tranquilla.»

Continuammo a parlare davanti ai due caffè per un bel po', poi mi accorsi dell'orario, così salutai Jessica e tornai a casa per prepararmi: tra due ore il bus sarebbe passato per portarci allo stadio. Che ansia.

[...]

Arrivammo allo stadio con 30 minuti di anticipo, così approfittai per parlare alla squadra nello spogliatoio.

«Leah...stai calma.» Mi disse Cla.

Ehm veramente erano più loro che parlavano a me.

«Sei più agitata di noi che dobbiamo fare la partita.» Rise Paul.

«Ufff che rottura che siete! Così non aiutate per niente!» Sbraitai. «Pensate a giocare stasera, ok? Stop! Io vado fuori.»

He saved me ↠sequel of 21 grammi di felicità •Paulo Dybala•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora