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Quando Charlotte si svegliò quella mattina, era totalmente demoralizzata. Aveva appena scoperto che ci volevano due settimane di viaggio prima di arrivare alla prima isola dei Caraibi.
Mancavano almeno altri 7 giorni prima che lei potesse toccare di nuovo la terra e non sentire più il dondolio costante sotto i suoi piedi.
In quella settimana aveva imparato a fare un sacco di cose in cucina e aveva anche aiutato alcuni mozzi a pulire il ponte e a sistemare delle corde. Non sapeva perché lo facesse, ma era come se, se si fosse fermata, il mondo le sarebbe caduto addosso e in fin dei conti, non sarebbe di certo piaciuta ai suoi genitori se avesse passato la sua vita a non fare nulla solo perché loro non c'erano più.

Ormai conosceva il nome di molti dei ragazzi della ciurma e non aveva più troppa paura a stare sulla nave, anche se non teneva mai la guardia troppo abbassata.
Erano pur sempre uomini, che non toccavano una donna da parecchi giorni, alcuni pure da mesi, e a volte la mente gioca brutti scherzi.. e non solo quella nel caso degli uomini.

Black Law era diventato molto cupo negli ultimi giorni, come se ci fosse qualcosa che lo preoccupasse. Era sempre di pessimo umore e sempre meno si fermava a bere con i suoi compagni dopo cena.
In quel momento era nel suo studio, con la porta semiaperta per far entrare un pò di aria.
Faceva sempre più caldo e sperava di non incontrare qualche tempesta tropicale durante il viaggio.

Era pieno pomeriggio, ma lui già beveva avidamente dalla sua bottiglia di rhum e osservava i suoi sottoposti che lavoravano mentre lui era impegnato a decifrare delle carte che proprio non capiva.
Era sepolto da indovinelli, libri proibiti e cose strane raccolte in giro per il mondo, tutto per trovare un unica cosa: il più grande tesoro che un essere umano avesse mai visto.

<<hai intenzione di tenere il muso a lungo?>>

Alexander adorava il suo migliore amico, ma quando lo disturbava come in quel momento, gli veniva voglia di strozzarlo con le sue stesse mani.

<<non sto tenendo il muso!>>

<<carina vero Charlotte?>>

Edward si sedette su una sedia di fronte a lui, poggiando i suoi stivali sulla scrivania, come se fosse in casa sua. Law alzò un sopracciglio di disappunto, ma anche di confusione.

Dove voleva andare a parare?

<<è solo una principessina. Se ti sei preso una cotta per quella ragazzina aristocratica ti conviene fartela passare.>>

<<e per quale motivo una "ragazzina aristocratica" non andrebbe bene per noi?>>

<<siamo pirati! Due mondi completamente diversi! E poi è troppo piccola>>

Fece notare il capitano con nonchalance, scuotendo una mano e togliendo i luridi scarponi di Norton dalla sua amata scrivania.

<<veramente io e lei avremmo solo quattro anni di differenza, che non sono poi molti. Ma forse non parlavi di me..>>

Edward aveva quel sorriso furbo appiccicato in faccia, di uno che la sa lunga.
Allora Alexander capì dove voleva andare a parare il suo amico e lo fermò prima che potesse farsi strane idee.
Edward si faceva sempre strane idee e diceva le cose più bislacche, ma quella era di certo l'insinuazione più assurda che potesse esistere.

<<smettila di volare con la fantasia. Ho capito il tuo giochetto idiota.>>

<<quale gioco?>>

<<fottiti!>>

Gli fece il dito medio e prese una lunga sorsata di rhum.

<<ti dai all'alcol per le tue pene d'amore?>>

Black Law:la leggenda dei sette mariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora