Era assolutamente spaventata e sconfitta. Crollò a terra, cercando di non farsi sopraffare dallo sconforto.
Era successo esattamente quello che con tanta fatica aveva cercato di evitare.<<ah, la nostra principessa finalmente si è svegliata. >>
Alle sue spalle un giovane, dai capelli biondi e gli occhi color caramello le sorrideva gentile. Era leggermente più basso del capitano e portava un paio di pantaloni marroni, con stivali dello stesso colore e una camicia bianca. Sul braccio aveva un tatuaggio. Rappresentava il simbolo del loro Jolly Roger. Immaginava che tutti quelli della ciurma ne possedessero uno uguale.
Lei non aveva ne voglia ne il motivo per essere accondiscendente con un uomo del genere. Era un pirata e lei non si fidava di loro, anche perché l'avevano rapita spudoratamente meno di 24 ore prima.
<<dove stiamo andando?>>
Lui invece di rispondere le tese una mano e si presentò.
<<Edward Norton, ma voi potete chiamarmi solo Edward. Vice capitano della Black Rose, nonché spalla destra e migliore amico del capitano Alexander Law. Al vostro completo servizio.>>
Lei si alzò da sola e fece un breve inchino di rispetto. La forza dell'abitudine. In fondo non stava parlando con un nobile.
<<Charlotte Pearl. Ma non credo che vi servano spiegazioni. Immagino che voi sappiate chi sono,altrimenti non sarei qua.>>
Lui le sorrise e lei non poté fare a meno di pensare che forse non doveva essere troppo dura con quel ragazzo.
<<non so poi molto su di voi. Il capitano è molto riservato, ma quel che so mi basta per fidarmi della sua scelta e per mettermi a vostra completa disposizione per qualunque cosa vi servisse Lady Pearl.>>
Charlotte arrossì e abbassò lo sguardo.
<<chiamatemi pure Charlotte.>>Lui si avvicinò a lei e le porse il braccio, che lei accettò volentieri.
<<per rispondere alla vostra domanda>>
Proseguì lui mentre riflettavo su come la ragazza avrebbe appreso la notizia
<<siamo diretti verso i Caraibi, Charlotte. Ma non dovete preoccuparvi, con noi siete al sicuro. Il capitano non permetterà a nessuno di farvi del male.>>
La ragazza tremò appena e il suo sguardo si fece più velato mentre pensava a tutto quello che aveva perso e a cosa stava andando incontro. Cercò di nascondere il timore, ma il ragazzo se ne accorse, senza però commentare. Non voleva metterla a disagio più di quanto non fosse già.
Erano nell'ala più isolata della nave quando Norton la lasciò di fronte alla porta del suo capito.<<bussate due volte e aspettate che vi dia il permesso di entrare. Ha un caratterino difficile, ma non è cattivo come sembra. A più tardi dolce Charlotte.>>
Il ragazzo sparì, lasciandola li, quasi incantata. Bussò due volte e aspettò la risposta come le aveva detto Edward. La voce dall'altra parte della porta non tardò ad arrivare.
<<entra>>
La cabina del capitano era spaziosa e anche molto disordinata. Un letto a baldacchino era fissato alle assi di legno, vicino ad un oblò. Dal lato opposto una libreria colma di libri e carte nautiche, mentre al centro una piccola scrivania era colma di lettere e una piuma giaceva inerme vicino ad un calamaio.
Il capitano era disteso sul letto con un bottiglia di rhum in mano. La guardò e le sorrise con fare benevolo, ma lei non osò avvicinarsi. Lui si alzò e con passo ferino si portò di fronte a lei.
La camicia che aveva quel giorno lasciava un ampia porzione del petto scoperta e lei non poté fare a meno di notarlo.<<benvenuta nella mia nave piccola Charlotte. >>
<<non che abbia avuto scelta>>
Rispose lei piccata, cosa che provocò una fragorosa risata nel capitano.
Lui le porse il braccio, come aveva fatto il suo amico poco prima e lei con riluttanza accettò.
Non era consigliabile fare arrabbiare un pirata quando non si avevano via di fuga.<<ti porto a fare un giro della nave e magari dopo ti troviamo qualcosa di più adatto da indossare.>>
Con quale libertà aveva iniziato a dargli del tu lei non lo sapeva proprio.
La scortò in giro per tutta la nave e lei si sorprese di quanto fosse grande, ma soprattutto da quanto per lei era facile orientarsi nonostante su una nave non ci fosse mai salita. La portò nella sala da pranzo dove una trentina di uomini stavano mangiando e chiaccherando.
Subito si zittirono appena il capitano fece notare la loro presenza.<<miei compagni, questa è Charlotte Pearl. Starà nella nostra nave per molto tempo, quindi trattatela bene.>>
<<hai fame?>>
Disse rivolto verso di lei. Aveva una fame da lupi, erano giorni che non mangiava qualcosa di commestibile, ma si sentiva agitata e in soggezione davanti a tutti quegli uomini, per di più pirati. Scosse il capo in segno negativo e il ragazzo la guardò perplesso per un attimo ma non protesto.
La portò quindi al ponte esterno fino a farla salire sul castello di poppa, sulla quale una specie di casetta si ergeva. Era l'ufficio del capitano.
Appena varcò la soglia, Charlotte si rese subito conto di quanto fosse spazioso e luminoso. Era interamente ricoperto di scaffali contenenti libri, e oggetti di vario tipo. I più strani che avesse mai visto.
Al centro un imponente scrivania e di fronte tre sedie.
Il disordine regnava sovrano pure lì e si chiese come il capitano riuscisse a trovare qualcosa.
Lui intanto la osservava mentre con occhi indagatori scrutava ogni angolo della stanza. Vi leggeva la sete di conoscenza e per un attimo la immaginò mentre leggeva o scriveva seduta alla sua scrivania.
Era così adorabilmente curiosa. Sembrava una bambina che scopriva un mondo nuovo.
Ad un tratto si rivolse verso di lui.<< non siete particolarmente amante dell'ordine, capitano.>>
Alexander scoppiò a ridere. Fra tutte le cose che poteva dire quella era quella che si aspettava di meno. Aveva di certo il carattere insolito della madre. Uscirono dall'ufficio e la riaccompagnò nella sua stanza.
<<ti farò portare qualcosa di caldo al più presto. Riposati intanto e domani parlaremo di come puoi renderti utile. Ti devo proteggere, ma di certo non ti lascio con le mani in mano tutto il giorno.>>
Così dicendo se ne andò.
Lei sentii i suoi passi allontanarsi per poi aprirsi in un grido isterico.
Per un attimo aveva pure pensato che potesse essere dolce. Che stupida!
Non solo l'avevano portata li contro la sua volontà, ma volevano pure farla lavorare.
Odiava sempre di più quella convivenza forzata e si promise che sarebbe scappata appena ne avrebbe avuto l'opportunità.Buongiorno piccoli pirati
Voi sareste così riluttanti a vivere in una nave pirata? Io se il capitano fosse Uncino ci andrei di mia spontanea volontà direi **Siamo quasi ad agosto, eppure qua sembra di essere in settembre con il freddo e il nuvoloso... e avevo appena comprato tre costumi nuovi per andare a prendere il sole. Mi sa che non è il mio destino.
Vi ricordo di leggere anche le mie altre storie e se volete ci vediamo su Twitter, visto che sicuramente oggi twitterò un sacco. Ciao
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Black Law:la leggenda dei sette mari
FantasíaIl pirata Alexander John Law, conosciuto in tutto il mondo con il nome di Black Law ,aveva tutto quello che un pirata poteva desiderare:soldi, fama, una nave bellissima , una ciurma fedele e tutte le donne ai suoi piedi. Ma aveva il peso del suo pas...