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<<ehi amico, cerchiamo di essere ragionevoli. Lascia la ragazza e noi non ti faremo alcun male.>>

L'uomo, che non era di certo molto robusto, ma di sicuro era folle, scoppiò a ridere e strinse la stretta su di me, bloccandomi quasi il respiro, ma io non ero allarmata. Ero piuttosto tranquilla al contrario del capitano che non sapeva che pesci pigliare.

Mi guardava preoccupato con i suoi occhi scuri, tanto quanto i capelli e la barba non troppo lunga.
Indossava un paio di pantaloni larghi e scuri, infilati dentro i neri stivali. Una camicia color panna si apriva a V sul suo petto facendo intravedere i peli su di esso, mentre una giacca nera copriva tutto il resto. Al suo fianco vidi una spada che lui cercava di tirare fuori senza attirare troppo l'attenzione.
Gli orecchini argentati brillavo alla luce delle candele.
Era assolutamente un bel ragazzo, nulla in contrario, ma non mi sarei imbarcata con un pirata nemmeno se mio padre in carne ed ossa mi avesse spinto fra le sue braccia.

Feci un ghigno furbetto e un istante dopo feci scontrare la mia testa contro il naso del mio assolitore, stordendolo e facendo in modo che lasciasse la sua presa su di me. Gli presi il polso per poi piegargli il braccio e sbatterlo faccia a terra, rubandogli così il coltello e puntandoglielo vicino all'orecchio.

<<Sparisci, lurido verme.>>

Sibilai fra i denti.
Oltre che una grande cultura, mia madre mi aveva obbligato a prendere lezioni di difesa e a me non era mai dispiaciuto. Oltre che difendermi in un corpo a corpo, sapevo anche tirare un pò di scherma.

I due pirati che erano venuti in mio soccorso rimasero sbalorditi nel veder scappare l'aggressore e io mi intascai il suo coltello.
Feci per lasciare la stanza, ma una mano mi bloccò. Black Law era adesso di fronte a me che mi guardava risoluto.
I suoi occhi erano assolutamente spaventosi, e non si riusciva quasi a distinguere la pupilla dall'iride, ma come le falene che attratte dalla luce si avvicinano a essa, io fui rapita da quegli abissi tenebrosi.

<<Ora verrete con noi Charlotte.>>

Io tentai di liberarmi, ma non c'era verso. Era molto più forte di me, questo dovevo ammetterlo, ma non mi sarei arresa senza lottare.

<<non ci penso nemmeno capitano. Voi siete pericoloso.>>

Lui sorrise appena.

<<Avete perfettamente ragione, ma in questo momento sono il vostro male minore. Lasciate che vi aiuti.>>

Non mi lasciai suggestionare da due paroline dolci e continuai a cercare di allontanarmi. Vedendo che non collaboravo, Black Law si spazientì e invece che abbandonarmi come speravo avrebbe fatto, mi prese di peso e mi caricò in spalla come un sacco di patate.
Io inizia a scalciare e ad urlare.

<<lasciatemi brutto manigoldo! >>

Ma lui gentilmente mi strinse più forte il braccio attorno alle gambe.

<<dove si trova la vostra stanza?>>

Invece di rispondere, continuai ad imprecare, così lui si rivolse alla proprietaria che aveva assistito a tutto senza battere un ciglio.

<<la sua stanza?>>

<<la prima sulla destra>>

Lui andò spedito verso la camera e il suo compagno lo seguì.

<<Prendi le sue cose Edward, e poi subito alla nave.>>

<<non verrò mai con voi!>>

Urlai ma senza successo. Ero in trappola.

<<mi dispiace principessina, ma mi tocca usare le maniere forti>>

Qualcosa mi colpì in testa e io persi i sensi.

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I due l'avevano portata sulla nave e ora che era svenuta la cosa era stata di certo più facile. Se avesse continuato ad urlare avrebbe attirato l'attenzione di tutta la città ed era l'ultima cosa che volevano. La adagiò sul letto in una cabina isolata e leggermente più grande delle altre. Non era una reggia ma in fondo si trattava di un lusso in una nave di pirati come quella. La coprì con delle leggere lenzuola e appena il vice Norton ebbe lasciata tutta la roba della ragazza dentro al baule, uscirono dalla stanza per andare a svegliare la ciurma.

Quella era la sua opportunità per portarla via e non avrebbe di certo aspettato l'alba per salpare. Prepararono tutto in fretta e fuoria e nel giro di poco tempo, erano già in mare, diretti verso i Caraibi, con a bordo una donna che aveva la sensazione che gli avrebbe creato non pochi problemi.
Lasciò il comando ad un suo sottoposto e andò nella camera della piccola Lady Pearl.
Si sedette su una sedia vicino al letto e la guardò mentre dormiva.
Sembrava così dolce e fragile quando dormiva, ma nessuno dei due aggettivi su addiceva alla ragazza che aveva conosciuto lui.

Sapeva che era spaventata, sola e molto confusa. Aveva cercato di proteggersi come poteva e aveva ben notato che non se la cavava poi così male. Sorrise al pensiero.
Di aspetto era tutta sua padre, mentre il carattere ribelle e indomato probabilmente lo aveva preso dalla madre.
Provò quasi un pò di pena per lei, ma si smentì subito. Lui era stato nei suoi panni e meglio di chiunque altro poteva capirla, per questo non poteva provare un sentimento che lui aveva così tanto odiato in quella circostanza. Chiuse gli occhi stremato e stressato.

Sarebbe stata dura d'ora in poi, ma c'è l'avrebbe fatta.

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Stavo correndo veloce.
Sentivo che era dietro di me. Non riuscivo a seminarlo, ma non potevo fermarmi. Mi avrebbe uccisa ne ero certa.
Dopo quello che mi sembrava un tempo infinito, mentre correvo inciampai in una buca e finii a terra.
L'uomo fu subito su di me e io cercai invano di liberarmi. Urlavo ma nessuno mi sentiva.
Non c'era nessuno ad aiutarmi.
L'uomo mi guardò famelico e mi sussurrò con voce roca "Buonanotte piccola Lottie"
Mi puntò una pistola alla tempia e sparò un colpo.

Mi svegliai di soprassalto giusto in tempo per non vedere il mio cervello spappolarsi. Ero sudata e avevo una strana sensazione.
Mi guardai attorno ma non riconobbi la stanza. Era molto spoglia, non troppo pulita, ma decisamente più grande di quella in cui ero stata negli ultimi giorni.
Una luce forte veniva da una oblò ampio al di sopra del letto. Era ormai giorno da un pezzo.
Quanto avevo dormito?
Mi affacciai all'oblò per vedere dove fossi e intorno a me c'era solo il mare calmo.
Per poco non svenni.
Mi alzai di scatto e uscii dalla cabina. Non sapevo come uscire, ma dopo vari tentativi di corse in giro per la nave, trovai l'uscita verso il ponte esterno. Quando fui fuori mi affacciai alla balaustra e il mio presentimento si dimostrò vero.

Mi trovavo nel bel mezzo del mare, sulla Black Rose.

Ero stata rapita da uno dei pirati più temuti dei sette mari: il capitano Black Law!

Bonjour
Si, lo so che non aggiorno tipo mai...sono una persona orribile, ma mi farò perdonare. Visto che non sono mai contenta ho iniziato a pubblicare il sequel de "La Cacciatrice", ultimo libro della trilogia. Forse avendo tre storie da portare aventi, mi spronerò a scrivere di più, così da aggiornare almeno qualcosa una volta a settimana. Purtroppo l'estate è difficile per tutti.
Comunque continuate a seguirmi e se vi annoiate e vi manco, vi ricordo che ho un Twitter molto più attivo.
Vi lascio nella confuzione, nel dubbio e nell'ansia mentre sono in sala d'attesa dal medico assieme ad una decina di vecchietti chiaccheroni.
Ciao ciao.

Twitter : Milena Orton
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Black Law:la leggenda dei sette mariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora