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L'alba ormai era passata da ore quando Lucas, il ragazzo che era di vedetta per quel pomeriggio, annunciò la terra in vista.
Era la prima volta che vedevo Port Royal ed ero molto nervosa ed emozionata a riguardo.

Poco dopo attraccammo al porto principale.
Di fianco a noi navi mercantili, pescherecci, ma soprattutto galeoni sulla quale veleggiava i Jolly Roger con i simboli più disparati.
Il porto era in pieno fermento: marinai che vendevano il pesce e che sbrogliavano e pulivano le reti; pirati che facevano scorte di cibarie; ragazzini che correvano cantando; mercanti che vendevano i loro strani manufatti per strada esponendoli su bancarelle; i mercati di frutta, carni, pesce e spezie.
Rimasi incantata dai colori, dai suoni e i profumi più disparati. Inoltre il sole batteva su di noi e io rimboccai le maniche della camicia per lasciare che mi scaldasse la pelle.

Avrei fatto un giro per le bancarelle di stoffe e magari mi sarei presa qualche vestito nuovo e più comodo per quelle alte temperature.

Sulla nave rimasero una decina di uomini. Io, Alexander ed Edward ci inoltrammo nella città, mentre Anthony, Jerome e Wallace presero il resto degli uomini per farsi aiutare con il carico delle provviste.

A capo del mio piccolo gruppo, Alexander si muoveva fluentemente in mezzo alla gente, inoltrandosi in vie strette, facendo scorciatoie improbabili e ogni tanto fermandosi per aspettarmi quando io rimanevo incantata di fronte a qualche cosa. Ed erano parecchie le volte in cui capitava, ma non mi biasimavano.
Avevo sempre vissuto in un mondo completamente diverso e ai miei occhi ogni cosa era nuova, strana e da scoprire.

Dopo circa mezz'ora ci ritrovammo al margine della cittadina, dove la terra era interamente ricoperta da vegetazione e maestose palme.
In mezzo alla boscaglia, un unico sentiero era percorribile e noi prendemmo proprio quello fino a ritrovarci in una piccola radura.
Opposta a noi si ergeva una casetta in legno, riccamente ornata con piante e fiori colorati che risaltava in mezzo al verde e il marrone di tutto ciò che la circondava.
Law bussò alla porta per annunciarci, aprendola però senza aspettare risposta.
All'interno la stanza principale somigliava ad un piccolo paradiso. Sottili e morbidi veli di stoffe colorate e ricamate copriva l'intera stanza, ornando le pareti e pendendo dal soffitto. Ovunque erano presenti oggetti strani e mistici, cuscini dall'aspetto soffice e foulard con piccoli cerchi metallici che tintinnavano anche solo a sfiorarli.
Nell'aria il profumo d'incenso, di erbe e di rosa era costante, ma non fastidioso.
Da una porta sulla destra comparve una donna. Portava una veste fluttuante, drapeggiata direttamente sul suo corpo alto e snello. La pelle marmorea intonava con i suoi capelli chiari, quasi bianchi, che erano coperti alla base da un telo semitrasparente azzurro cielo.
Ci sorrideva, ma nonostante la sua bellezza, in quel corpo risaltavano gli occhi, completamente bianchi e privi di iride e pupilla.
Aveva circa trent'anni, ma aveva la sinuosità nei movimenti e l'eleganza di una ragazzina molto più giovane.
Si avvicinò ad Alexander e gli prese la mano.

<<è un onore rivederti, se così si può dire, Black Law, leggenda di tutti i mari.>>

Alexander le sorrise affettuosamente. Ebbi come l'impressione che quei due si conoscessero da molto tempo.

<<è un piacere per me vedere che sei ancora in ottima forma Margaret.>>

Margaret aveva una voce dolce e ammaliante, ma non seduttrice. Ti trasmetteva semplicemente calma, armonia e rispetto.
La donna passò poi a Edward, e prima di parlare prese fra le sue piccole mani quelle del ragazzo.

<<Edward, come si sta comportando il tuo capitano?>>

Norton sogghignò alla domanda.

<<abbastanza bene, anche se mi fa penare parecchio. Ma entrambi sappiamo il suo caratteraccio.>>

Margaret rise di gusto alla battuta. La sua risata era come musica melodiosa e si armonizzava perfettamente alla sua figura.
Venne il mio turno e io rimasi incantata ad osservarla quando mi prese le mani fra le sue come aveva fatto per gli altri due.

<<io sono..>>

Lei mi interruppe sorridendomi benevola.

<<So bene chi siete cara. Charlotte Pearl,unica figlia di Adam ed Evelyn Pearl. Sono veramente addolorata per i tuoi genitori.>>

Rimasi un attimo sbalordita a fissarla non capendo come avesse fatto a conoscermi. Ero certa di non averla mai incontrata e lei non poteva nemmeno vedermi.

<<Margaret ha il dono della vista. Gli basta toccare le mani di una persona per ruscirne a vedere il passato. >>

Intervenne Alexander, lasciandomi a dir poco sconcertata.

<<e non solo il passato mia cara, ma riesco a leggere le emozioni delle persone e se il legame emotivo con queste è abbastanza forte, anche quelche stralcio del loro futuro. Anche se ormai sono rari i casi in cui riesca in ciò. La gente è sempre così scostante. >>

Sì imbronciò la sensitiva prima di andarsi ad accomodare su un divanetto che non avevo notato in mezzo a tutte quelle stoffe.
Ci fece il gesto di accomodarci prima di dare la parola ad Alexander.

<<sono venuto qui per il tuo infuso Margaret. È troppo tempo che sono in astinenza e ciò si fa sentire. Ormai è dannatamente difficile controllarmi. >>

<<oh si certo caro. Ce n'è una fiaschetta su quel tavolo la in fondo, se cortesemente la puoi recuperare.>>

Law lo fece e pagò profumatamente per il contenuto di essa.
Intanto avevo come l'impressione che Lady Margaret mi stesse fissando, anche se non poteva farlo, chiaramente.
La cosa mi metteva molta soggezione e non capii il motivo.

<<siete venuti solo per quella?>>

Domandò educata, con il viso sempre rivolto verso la mia figura.

<<si certo, ma se hai bisogno di aiuto puoi domandarci ciò che vuoi.>>

Lei ci riflettè un attimo, prima di rispondere.

<<vorrei parlare da sola con la vostra perla, se non vi dispiace.>>

I due giovani uscirono in gran cariera con un breve saluto e così rimasi sola nella stanza con quella donna.
Ruppi il ghiaccio per prima.

<<Voleva chiedermi qualcosa Lady Margaret.>>

<<chiamami solo Margaret cara. Non sono la Lady di niente e non ho mai sopportato i titoli nobiliari. Comunque credo che sia tu quella che ha qualcosa da chiedermi o sbaglio?>>

<<come lo sapete?>>

<<tutto il vostro corpo stava urlando di volermi chiedere qualcosa, ma ho pensato che i due giovani potessero mettervi in soggezione.>>

Io annuii e cercai le parole giuste. Ero lì per un compito e non me ne sarei andata fino a che non lo avessi portati a termine.
Esclusi tutti i giri di parole complicati e gli chiesi semplicemente ciò che volevo.

<<vorrei la ricetta dell'infuso che preparate per il mio capitano!>>

Buongiorno
Cosa succederà ora?
Avrà la ricetta? Per cosa serve in realtà quel infuso? 
Leggete e scopritelo.

Comunque oggi sono KO, ho sonno perenne e devo pulire casa perché domani è il mio compleanno e faccio una piccola festa. Dove troverò la forza non so...
Ciao ciao

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Black Law:la leggenda dei sette mariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora