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Attraccammo in un porto nascosto, in una spiaggia deserta, e io con alcuni uomini scendemmo dalla nave. Alcuni di loro andarono alla ricerca delle provviste che ci sarebbero servite per il lungo viaggio che ci aspettava verso i Caraibi, mentre altri vennero con me alla ricerca del motivo per cui avevamo fatto rotta verso quell'inutile e grigia città.
Ci avviammo verso l'interno del porto, dove la vita proliferava. Dopo aver interrogato,in modo non molto gentile, alcuni giovani pirati e malviventi, ottenemmo le informazioni desiderate.
I nostri uomini alloggiavano in una bettola chiamata "Capitan Morgan".

Vi starete chiedendo perché io mi sia preso la briga di tornare in una città che odio solo per un paio di uomini. Bhe dovete sapere che quegli uomini una volta facevano parte della mia ciurma. Mi resi conto troppo tardi, però, che non erano fedeli quanto pensassi. Riuscivano a passare informazioni su di noi alla marina e per poco non fummo catturati da una nave britannica.
Quando mi resi conto del loro sporco gioco, loro erano già fuggiti, portandosi con sé una bella fetta del nostro oro e rubando a me personalmente un oggetto che mi stava molto a cuore e che era l'unico oggetto che mi era rimasto del  mio passato.

Una bussola completamente dorata, con incastonati smeraldi e rubini. Essa non puntava mai verso il nord, ma secondo la leggenda, avrebbe portato ad un tesoro inestimabile:il tesoro dei pirati.

Io non credevo al fatto che potesse davvero condurre da qualche parte, visto che nessuno sapeva come far funzionare quell'affare, nonostante ciò per me aveva un valore affettivo e non permettevo a nessuno di rubare le mie cose.

Arrivammo in poco tempo di fronte al piccolo locale. Dall'esterno sembrava un edificio fatiscente, con vernice scrostata e probabilmente pure poco stabile. La sabbia aveva rovinato tutta la facciata, ma in fondo non c'era da stupirsi. Quella catapecchia era situata sulla spiaggia, proprio vicino al mare.
Entrammo e il locale all'interno non era nulla di meglio. Era affollato di marinai e malviventi intenti a cibarsi di brodaglia senza forma e probabilmente con un gusto pessimo.
C'era odore di rancido, sudore e di muffa.
Andammo direttamente al bancone e una signora corpulenta, con capelli untuosi, sguardo vacuo e un vestito che gli stava per scoppiare sul petto, ci accolse con non molto calore.

<<siamo al completo>>

Ci disse in modo sgarbato.
Io le sorrisi nel modo più gentile che conoscevo e con voce da seduttore le parlai.

<<Non siamo qua per i vostri servigi. Stiamo cercando due uomini e sappiamo di per certo che alloggiano qua da parecchi giorni ormai. Uno è alto, muscoloso, senza un orecchio, mentre l'altro è tarchiato e con una faccia da pervertito. Ci può dire in quale stanza alloggiano?>>

<<non so di cosa state parlando. Io non li conosco>>

Sbuffai e tirai fuori dalla tasca due monete d'oro che gli passai. Lei le guardò sbalordita prima di cercare di prenderle, ma io la bloccai e allora lei capii che prima volevo le mie informazioni.

<<ultima stanza a sinistra in fondo al corridoi. Se dovete farli fuori, non all'interno del mio locale. Non voglio dover pulire tracce di sangue.>>

Così dicendo si intascò le monete e io sorrisi soddisfatto. Non c'era uomo sulla terra che per un pò di denaro non avrebbe cantato come un uccellino e per meno, riuscivi a comprarti qualsiasi donna.
Forse solo un uomo di valore in quella terra dannata c'era, ma ormai era morto lasciandomi sua figlia fra le mani.
Bhe, non era ancora fra le miei mani, ma non me ne sarei andato senza la piccola Charlotte. Non sapevo molto su di lei. Non mi ricordavo nemmeno quanti anni avesse, ma mi immaginavo una bimba intorno ai 10 anni, con sguardo attento e un sorriso dolce.

Smisi di pensare a quella ragazzina, per incamminarmi con i miei uomini verso la stanza che la proprietaria del locale aveva indicato noi.
Con un calcio spalancai la porta e al suo interno, come previsto, i due uomini stavano riposando sui loro letti.
Al suono della porta che sbatteva si alzarono all'unisono e si guardarono attorno spaventati.
I miei uomini in due secondi erano su di loro, mentre io ispezionavo accuratamente ogni angolo della stanza.
Dentro al baule ai piedi del letto, trovai ciò che cercavo: c'era rimasto ancora un pò di oro di quello che avevano rubato e sopra a tutto, la mia amata bussola.
La presi e se la misi nella tasca della giacca nera.

<<portateli fuori>>

Ordinai ai miei compagni, che presero di peso i due uomini, che non riuscirono a liberarsi nemmeno usando tutta la loro forza.
Stavano pregando, piangendo e chiedendo pietà, ma io li guardai sorridendo, pregustando il sapore della giustizia.

Quando li trascinammo in un vicolo isolato era già calato il sole. Li feci inginocchiare di fronte a me, con le mani ben esposte.
Calpestai una per volta le quattro mani con i miei stivali di cuoio.
Sentire le loro urla di dolore era la dolce ricompensa per quello che avevano fatto.

Tirai fuori dal fodero la mia amata spada, Giustizia. Le avevo dato un nome e quale più di quello poteva esprimere al meglio il suo essere e il mio.

Sguinai Giustizia e la puntai alla gola di uno dei due.

<<con il potere conferitomi da me stesso, con Giustizia, io ti condanno a morte>>

Così facendo gli tagliai la testa e questa ruzzolò di fianco al compagno che iniziò a piagnuccolare come una femminuccia, chiedendo di risparmiargli la vita e in cambio mi avrebbe dato fedeltà e ricchezze.
Solo che tutti sapevano bene che Black Law non dava seconde possibilità e di certo non aveva pietà per la feccia del mondo.
Ripetendo le medesime parole pronunciate poco prima, con un abile gesto, recisi la testa anche di quest'ultimo e il silenzio tornò sovrano in quella parte di città.

Pulii accuratamente la lama della mia spada per poi rimetterla nel suo fodero.
I miei marinai si rincamminarono alla nave sorridenti e io li seguii a qualche passo di distanza, quando un uragano mi travolse in pieno.
Per mia fortuna avevo buon equilibrio, ma non potevo dire lo stesso della persona che mi era venuta addosso, che in due secondi si trovò stesa a terra.

<<ma dico, guardate mai dove camminate?!>>

Le urlai con disprezzo e scherno.
Incombevo su di lei con tutta la mia statura e lei era ancora seduta a terra, quando sollevò il suo sguardo su di me e i miei occhi color della notte incontrarono due smeraldi luminosi.

<<Charlotte...>>

Buongiorno
Finalmente i due protagonisti si incontrano, ma ci sarà subito amore a prima vista fra di loro? Bisogna imparare a camminare prima di correre in ogni tipo di relazione, quindi vedremo cosa accadrà.
Ieri notte non riuscivo a dormire, così finalmente mi sono messa a guardare cosa fare del mio futuro con Ottobre e beh, aspettatevi grandi novità.
Ps. Ho iniziato a scrivere i primi capitoli dell'ultimo libro della Cacciatrice. Credo che pubblicherò molto presto e sono un sacco emozionata. Per sapere ogni cosa seguitemi su Twitter che è tipo la mia vita.

A presto

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Black Law:la leggenda dei sette mariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora