Così vicini al tesoro eppure così lontani. Era quella l'amaro sensazione che il capitano provava in quel momento. Mai nessuno nei secoli era riuscito ad arrivare dove erano loro. Mai nessuno aveva unito quei tre oggetti magici di fronte al sigillo, eppure tutto quello non era stato abbastanza.
Aveva fatto ogni cosa come aveva studiato. Aveva passato tutta la sua vita a leggere stupidi libri su teorie di quel evento, su come gli oggetti funzionavano, su cosa lo avrebbe aspettato. Tutto falso. Tutte fandonie che la gente aveva creato per spiegare qualcosa che non conoscevano realmente.Alexander era furioso, frustrato e sconsolato. Aveva sprecato settimane per quello, per scoprire che il tesoro forse il tesoro non era nemmeno mai esistito. Avrebbe vissuto per il resto dei suoi giorni con quella consapevolezza, torturandosi sul fatto che forse, non era stato degno di ritrovarlo e che lassù qualcuno si stava solo prendendo gioco di lui. In fondo, dal marchio del Diavolo ci si poteva aspettare solo sofferenza.
Si allontanò dal tavolo cercando di prendersi un instante per respirare e pensare a cosa avrebbero fatto dopo. La sua mente però era offuscata, non riusciva a concentrarsi su niente. Si passò le mani fra i capelli ed la stanza intorno a lui incominciò a girare. Si sentiva così debole e in un attimo chiuse gli occhi,troppo stanco per tenerli aperti, e crollò al suolo.
Un piccolo urlo lasciò le labbra di Charlotte, che assieme ad Edward, accorsero subito il capitano. Il respiro di Alexander era pesante,quasi facesse fatica a portare aria ai polmoni. La ragazza appoggiò un palmo sulla fronte rovinata del ragazzo, constatando che era bollente. Aveva una febbre da cavallo,cosa che non aiutava di certo nelle condizioni in cui era. Senza pensarci due volte,uscì dalla stanza alla ricerca di Lucian, il medico di bordo. Era un uomo sulla trentina, piuttosto magrolino e alto, dai capelli biondicci raccolti in una lunga treccia. La pelle chiara era in contrasto con le perenni occhiaie bluastre che gli contornavano gli occhi. Non sembrava granché come medico dal suo aspetto, ma ne sapeva una in più del diavolo per quanto riguardava la medicina del loro tempo.
Charlotte trovò l'uomo, come sempre, nella piccola stanza adibita ad infermeria, con le mani impegnate con provette ed erbe,intento a creare uno dei suoi rimedi per chissà cosa. In parte a lui, sul tavolo, un paio di rane ingabbiate erano decedute, altre erano state dissezionate e altre stavano per essere sottoposte al contenuto di una già già letta.
<<Lucian, il capitano...>>
Non servi di altro che l'uomo prese con se la sua valigetta ed uscì dalla stanza a passo di marcia.
<<Lo sapevo io. Quel ragazzo non da mai retta ai consigli del suo dottore. Poi si stupisce se è sempre pieno di dolori. Mai una volta che mi ascolti!>>
Lucian masticò rumorosamente fra i denti del tabacco. Era il suo più grande vizio,dopo il rhum, lo aiutava a concentrasi.
L'uomo aprí la porta della camera di Alexander talmente forte, che Charlotte credette si sarebbe staccata.
Intanto Edward era riuscito a muovere il corpo inerme del capitano sul letto, con non poca fatica visto l'assenza di collaborazione.
Il medico si avvicinò al suo paziente, aprendo la sua borsa ed estraendone vari oggetti. Con la mano, senza nemmeno girarsi a guardarci, ci invitò ad andarcene, così Edward mi prese sotto braccio, portandomi fuori dalla stanza, fino all'ufficio di Alexander. Mi sedetti sulla sedia che doveva essere del capitano, acciambellandomi su di essa, in attesa di una qualsiasi notizia.Non troppi minuti dopo, entrarono alcuni uomini della truppa, seguiti dal medico di bordo. Per la precisione fra loro c'erano Anthony, il cuoco di bordo, ancora con la divisa in dosso, sporca di chissà quale sugo stesse preparando; Lucas, il ragazzi di vedetta, che fra tutti era probabilmente il più magrolino, ma aveva una mira accezionale con la sua baionetta; Nathaniel era il carpentieri di bordo. Era un uomo alto quasi il doppio di Lottie, bravo con le riparazioni quasi quanto lo era con il lancio della sua scure; infine Lucian, che si chiuse la porta alle spalle.
Il gruppo di uomini si guardò fra di loro, con aria seria, come se avessero già capito cosa stava accadendo, mentre la ragazza si fece ancora più piccola su quella sedia, sperando di non essere notata.
Lucas, invece, si girò subito su di lei, osservandola attentamente.
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Black Law:la leggenda dei sette mari
FantasyIl pirata Alexander John Law, conosciuto in tutto il mondo con il nome di Black Law ,aveva tutto quello che un pirata poteva desiderare:soldi, fama, una nave bellissima , una ciurma fedele e tutte le donne ai suoi piedi. Ma aveva il peso del suo pas...