Capitolo 9

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Seguendo la dominatrice, Evalin e Erika si confusero nelle stanze, una delle poche cose che si ricordava era che era meglio restare nelle stanze delle donne poste a sud e in quelle in cui sia maschi che femmine potevano accedervi.
La memoria non era mai stata una sua buona alleata, ricordare i nomi le risultava difficili, figurarsi ricordarsi un evento oppure un incontro fra amici.
L'unica cosa che le riusciva eppure era l'orientamento, non era impeccabile come quello del suo maestro ma riteneva la sua solo esperienza.
Rimaneva il fatto che quel l'edificio non aveva fine, come il palazzo di Minosse.
Scesero delle scale di marmo appoggiate alla parete, nel più totale silenzio e dopo si diressero verso una porticina.
-Dov'è che siamo? Chiese Erika ad alta voce.
-Vi informo che questa scuola sarà difficile, non potrete compararla ad altre, e ciò non è un caso: qui insegnano a diventare paredri.
Disse la dominatrice, drittissima e garbata nei gesti, la maestra della terra.
La mente di Eva vagò; paredra, era più di quanto una persona potesse chiedere, una divinità minore identificata come figura componente del corteo di una divinità principale: nel caso di Evalin, la dea Aria, regina di tutti gli Dei.
Erano al terzo piano entrarono in una sala e vi trovarono dentro delle fanciulle, tutte le altre allieve.
Subito si sedettero sui banchi di legno, dell'aula; era spoglia, arredata da banchi con stili e fogli per ogni sgabello. Vi erano due piccole finestrelle e  delle candele su un ripiano.
Davanti ai banchi vi era un palchetto, di ridottissime dimensioni, poco più grande di un pezzo di legno.
Lì sopra si posò Kore, in tutta la sua fermezza.
Il silenzio era totale.
-Sono Kore, dea della terra. Questa scuola, il Gymnasium è fatto per voi neaniai, ovvero giovani.
Poiché uomini e donne non possono condividere tutte le stanze di questa casa ed inoltre l'educazione è ripresa da quelle modello, vi abbiamo divisi.
Non importa se avete fatto la primaria, inizieremo come la fenice dopo la cenere.
Imparerete il canto, la poesia, la musica, imparerete a suonare uno strumento come si addice ai simposi e alla scuola agoghé. Vi eserciterete nell'esercizio fisico, fino allo sfinimento, diventerete atlete forti. D'altra parte verrete istruite singolarmente dal vostro pedagogo, insegnate, per il vostro potere.
Ciò che studierete oltre a queste cose basilari però saranno anche le materie scientifiche naturali, l'astronomia, la retorica e la geometria, così come si suol fare nella scuola di Lealte.
Avete delle domande?
Chiese infine.
Una ragazza alzò la mano, aveva tratti persici, capelli scuri e corpo smilzo.
-Dimmi.
-Scusi maestra, lei ci insegnerà tutto ciò?
Kora si strinse nelle spalle quasi lusingata.
-Io ho avuto l'onore di essere la migliore atleta del globo, sono stata adorata per la disciplina e la bellezza dei miei movimenti, perciò abbiamo decretato noi maestre, di farmi iniziare personalmente questa lezione.
Non so da dove venite, né se mi capite bene. Ma sappiate che solo oggi avrò questo tono personale, dopo inizierò ad essere severa come l'istruzione richiede.
Perfetto pensò Eva. Trattenne un sospiro, le pareva di essere in caserma e qualcosa le suggeriva il fatto che forse Kora aveva davvero trascorso cinque anni in caserma.
-Con me imparerete l'educazione motoria ed la biologia. Con Talia, la dominatrice dell'emozioni imparerete la seduzione e la musica. Galatea insegnerà voi la geometria e vi aiuterà con la scrittura. Cassandra, dominatrice degli astri, insegnerà voi a maneggiare uno strumento e l'astrologia, insieme ad essa diffonderà la sacralità nel cogliere indizi del futuro. Aléxandra, mente, invece, vi aiuterà nella retorica e nel canto. Con Febe, la dominatrice più anziana, farete storia e per finire con Cloe, mia cara amica e collega, dominatrice delle messi, farete chimica e grammatica ed ancora con Irene studierete la nostra religione e i poteri.
Naturalmente ci siamo divise così le materie per nostra risoluzione.
Come primo giorno immagino sia più adeguato recarsi nella palestra femminile e farvi correre.
Non voglio sentir parlare, formerete una fila ordinata a coppie, tu ragazza- disse rivolta a Erika- starai affianco a me, poiché dispari; una volta lì testerò i vostri limiti.
Disse portandosi dietro l'orecchio una ciocca di capelli marroni scuro come il suolo.
Era severa, una perfetta coronica, con addirittura il taglio di capelli corto richiesto.
Eva ebbe un brivido.
Correre fino allo sfinimento era qualcosa che non apprezzava così tanto.
Le sette femmine si alzarono, subito dopo aver avuto il permesso dalla maestra.
Pëi si avvicinò a Eva mesta, tanto che Eva dovette chiederle
-Cos'è successo?
-Sono debole a correre. Spiegò quella, affiancandola.
Eva le sorrise, lasciando vagare l'immaginazione.

Accademia elementi  Libro 1. AriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora