Capitolo 31

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Non voleva parlare dei suoi pensieri con Stephan. Una parte di lei voleva, ma un'altra no. Quella parte che si è sempre allontanata da lui per paura, paura che le cose cambiassero, paura delle sue brutte abitudini. Dopotutto era il padre. Sperava fosse lui. O forse no. No, non lo sperava. Anzi non voleva osare pensare chi lo fosse. E se l'avesse partorita lei sola senza bisogno della controparte maschile, le sembrava un sogno bellissimo e molto irrealizzabile.
Era arrivata davanti alla sua porta senza accorgersene, bussò e sentì una lieve voce risponderle.
La fanciulla che ne uscì sorrise, i capelli biondi racconti, naso ossuto e maniere gentili. Ancora cercava sul suo viso qualcosa di familiare, ma ogni volta non trovava nulla.
-Ho sentito che non avremmo la tua compagna oggi in classe. Volevo sapere come andava. Bugia, amara bugia, ma la verità non si poteva dire.
Perseide la fece accomodare, ancora entrare nella sua stanza, le pareva come aggredire la sua intimità.
Come la sua camera, c'era una piscina collegata al mare, solo che Galatea si trovava a suo agio nell'acqua dolce, mentre Perseide in quella salata. Sopra questa vi estendeva un piano superiore, piccolo, che rivelava un letto, un armadio chiuso ed una grande scrivania con una mini libreria incorporata nella struttura, un laptop grandissimo e un telescopio. Il pavimento dell'intero abitacolo era fatto di mattonelle blu scuro, i muri bianchi avevano, invece, due cornici con all'interno dei mosaici brevi che raffiguravano la vita marina. Si poteva sentire l'odore di iodio quando si entrava e il rumore dell'oceano. Su un mobile erano disposte una decina di conchiglie grandi quanti una mano, perfino lo specchio a cerchio era decorato da conchiglie e il lavandino era in realtà una tridacna. Lontano da tutta quella umidità, c'era la stalla del cavallo di Perseide, che passava la maggior parte del tempo fuori all'aria aperta, poiché Galatea non sentì alcun rumore pensò si trovasse all'aperto.
-Evalin sta ancora dormendo, Stephan mi ha concesso di vederla ma era così stanca.
-È molto potente. Notò Galatea.
-Si ma non credo sia una persona forte.
Mossa da commozione le prese una mano nelle proprie e la strinse forte.
-Non devi preoccuparti, è solo stanca. La sua voce dolce la convinse, le rivolse un lieve sorriso ma poi il suo viso si oscurò di nuovo.
-Stavo pensando, fra poco ci sarà la nostra prima lezione in comune, sbaglio?- Galatea scosse la testa- cosa faremo? Incalzò la ragazza.
-Lo vedrai. Pei arricciò il naso scontenta, ma non aggiunse altro.
-Pensavo di andare nella sala delle donne, vuoi venire con me? Le chiese Galatea.
-Volevo andare a vedere Evalin. Sai magari si è ripresa. Galatea sorrise per la sua gentilezza. Annuì ed insieme uscirono fuori dalla stanza.
Non l'avrebbe detto a Stephan, almeno finché quest'ultimo non le avesse chiesto qualcosa, e conoscendolo abbastanza bene, sapeva che lui moriva dalla voglia di interrogarla ma non ci riusciva. Questo era il paradosso dei dominatori dell'aria: una potenza grandissima in mano ad una debolezza vertiginosa. Sperò che Perseide assomigliasse a lei caratterialmente, con tutta sé stessa.
Mentre camminavano parlavano allegramente dell'oceano.
-Sei mai andata in esplorazione?
La maestra annuì con il suo sorriso aperto e caloroso, voleva essere presente per Perseide e recuperare tutto il tempo perduto.
-Una volta portai Talia e Cloe con me su a nord, vicino alle tue terre. Eravamo ospiti di Stephan al tempo, lui aveva una grande casa patronale con territori in quelle zone, dovevamo festeggiare il giorno della Mietitura con un gruppo nomade, i tuoi connazionali sono creature molto barbare, ci stupirono. Ma fu una bellissima festa, ricca di balli, vino e ottime persone. Verso mezzanotte decisi di nuotare in mare, eravamo tutti sul litorale ma fui l'unica ad entrare. Prima di allora avevo sempre e solo nuotato nella vasca della mia stanza e la piscina dell'Accademia, fu molto bello, grazie anche al fatto che c'erano una specie di alga luminosa sugli abissi, quindi potevo ben vedere la barriera corallina.
Perseide si affascinò dal racconto.
-Quanto tempo è passato da allora? Chiese Perseide. Galatea la guardò distrattamente.
-Circa 15 anni fa.
Senza accorgersene le due donne erano arrivate davanti alla porta di Evalin. Perseide bussò timidamente, e subito una voce maschile la invitò ad entrare.
Vicino al letto di Evalin su una poltrona morbida, era seduto Stephan che guardava le due ospiti con un sorriso tirato. Evalin, la quale si era già svegliata, teneva il broncio all'altro, sicuramente stavano litigando prima di disturbarli.
-Volevamo accertarci della salute di Evalin. Spiegò Galatea con il suo tono placido. Gli occhi di Evalin si spalancarono per lo stupore, guardarono Galatea incantata e poi incrociarono gli occhi di Perseide, lei le fece l'occhiolino. Stephan si alzò dalla poltrona, aveva avuto gli stessi atteggiamenti lenti da quando era ragazzo, le era sempre parso un gatto annoiato, che, se irritato, poteva balzare addosso agli altri, annientandoli. Era felice che le due dominatrici si trovassero lì, lei lo capiva bene, d'altra parte Galatea si sentiva esaminata da entrambi e la cosa non le piacque affatto.
- Vado a riferire a Xenios che sta bene, sai era così preoccupato. Borbottò una scusa il maestro e uscì come una scheggia dall'appartamento. Improvvisamente Galatea si accorse che Xenios non era preoccupato tanto per Evalin quanto per Stephan, anche lei però aveva utilizzato la salute di Evalin come scusa per passare del tempo con Perseide, provò subito vergogna, ma ancora più velocemente si convinse che il suo atteggiamento era più che accettabile. Evalin sbuffò, guardando la porta chiusa del salotto.
-Tutto bene? Chiese Galatea sedendosi sul letto, all'altezza dei suoi piedi.
La ragazza la guardava intimidita, aveva le guance rossicce, alla fine annuì senza guardarla. Galatea si rimproverò mentalmente, stava invadendo la riservatezza di una sconosciuta. Guardò entrambe le ragazze, era passata subito dall'allegria alla tristezza, evitò per un pelo di non mostrare il suo malumore: non ci sarebbe stato nessun pomeriggio con Perseide. Si decise a sorridere, sorriso che parve un po' troppo forzato, e disse che le avrebbe lasciato la loro intimità. -No, la prego. Inaspettatamente Evalin la pregò di non andarsene, era ancora vestita in pigiama, una vestaglia bianca per lo più trasparente, avvolta nelle coperte, con i capelli scompigliati e due solchi sotto agli occhi bellissimi e cerulei. Galatea la guardò stupita, non tanto dalla richiesta quanto dal comportamento avventato, poi la ragazza riprendendosi aggiunse:- non volevo mancarle di rispetto, è solo che mi sono appena ripresa.
Lei si torturava le mani sotto al lenzuolo.
-Capisco. La rassicurò Galatea appoggiandole una mano sopra una sua, con solo il lenzuolo a separarle. Perseide ancora in piedi, vicino all'amica, si sentiva in imbarazzo, lei ed Evalin non avevano mai avuto quell'intimità e non sapeva come comportarsi, notò invece che Galatea sapeva sempre come comportarsi con le persone e la cosa la spinse a fare qualcosa, si avvicinò ad Evalin e si sedette all'altezza del busto, mostrando a Galatea quanto fosse per lei importante l'amicizia. Dall'alto al basso le chiese cosa fosse successo.
Evalin aprì la bocca desideroso di confidarsi ma la richiude subito.
-Non posso parlarne. - Ammise guardando con la coda dell'occhio la maestra dell'acqua. - però è stato stancante, tantissimo, soprattutto la prima parte. Mi fanno ancora male i piedi! Se trovo colui che ha istaurato le iniziazioni, gli faccio un bel discorsetto. Le sue dominatrici dell'acqua risero brevemente al tono di voce melodrammatico della ragazza, Evalin molto lusingata, si aggiustò i capelli meglio che poté. Si mise più dritta e si avvicinò con il viso alle due come a voler rivelare un grande segreto.
-Lo sapevate che Pluto, il dominatore della terra si è dovuto sotterrare fino all'alba, e restare lì senza muoversi.
La notizia preoccupò molto Galatea.
-Chi te lo ha detto?
-Xenios, gli è scappata questa rivelazione durante la nostra prova.
-Povero, pensate che angoscia. Commentò Pei, colpita. Galatea provò di nuovo orgoglio nel constatare che la figlia si interessava anche alla salute di persone poco gradevoli come Pluto e Kora.
-Angoscia! Scommetto che si è sentito a casa con tutti quei vermi. Disse Evalin, volendo mostrare quanto fosse simpatica. Galatea impreparata rise divertita, mentre l'amica cercava di nascondere il suo sorriso dietro a rimproveri inutili.
Anche se la situazione iniziale era stata molto recitata ed imbarazzante adesso le cose sembravano più facili.
-Pensavo che tutti i maestri sapessero delle altre iniziazioni. Disse Evalin guardando Galatea, non la guardava diretta negli occhi, ma muoveva le pupille freneticamente da una parte all'altra. Galatea fece una lieve smorfia, ma rispose comunque alla domanda sottintesa.
- Si un gruppo ne è a conoscenza, e sfortunatamente io non sono fra questi.
Perseide la guardò accigliata.
-E chi sarebbero? 
-Beh, Glauco, ovviamente, Cassandra, anche se non so il perché, Xenios ed Aléssandra.
-Stephan, no?
La maestà non rispose subito, dopo tutto era il maestro dell'altra ragazza non poteva biasimarla se si informasse.
-Lui sa più di me, ma non per sua volontà, diciamo che ha le buone amicizie e una parte importante da portare avanti.
Evalin soppesò le informazioni. Perseide era ancora molto indignata, non capiva perché  la sua maestra, che ai suoi occhi era molto talentuosa, non facesse parte dell'elitte.
-Hai fatto l'iniziazione con Denis, giusto? Chiese ad un certo punto Perseide. Evalin divenne rossa in viso, si passò una mano fra i capelli, spostandoli sul lato destro per coprirsi davanti all'amica, poi agitò una mano come per scacciare un moscerino e biascicò un sì annoiato. Galatea la studiò interessata, l'argomento doveva essere difficile per lei.
-L'hai visto tanto o sei riuscita ad evitarlo? Chiese Perseide curiosa, sembrava si fosse dimenticata della figura di Galatea, o meglio, del rapporto inesistente fra Galatea ed Evalin che vietava certi discorsi.
Evalin non voleva assolutamente risponderle, così decise Galatea di fare una domanda ad Evalin, per riavere l'attenzione di Perseide, che le dava completamente la schiena.
-Come mai? Non siete in buoni rapporti tu e il dominatore dell'energia?
La domanda imbarazzò ancora di più Evalin, che divenne rossa in viso. Galatea si diede della stupida, stava gareggiando contro due ragazzine: nessuna delle due la voleva lì eppure testardamente rimaneva seduta sul letto della ragazza.
-Non siamo in buoni rapporti.
-E perché no? Adesso la curiosità era sincera, raramente era accaduto che dominatori dell'Energia e dell'Aria non fossero molto uniti.
Perseide venne in soccorso di Evalin.
-Si è comportato abbastanza sgradevolmente. Come quando ha detto davanti ad Evalin che la moglie non ha importanza in una famiglia, o quando, un po' di giorni fa, le ha tirato i coltelli da lancio affilatissimo vicino alla testa.
Galatea rimase pietrificata. - E perché mai?
- Ha detto che voleva uccidere un tafano, ma io ero dalla parte opposta del parco, vicino al cavallo di Pei, non aveva visto nessun tafano, voleva solo mettersi in mostra, mirando l'albero affianco a me. Lì poi mi sono abbastanza arrabbiata, perché è un bambino viziato, e perché poi non ha una mira infallibile, se mi avesse preso?
Evalin parlava con trasporto, gesticolando arrabbiata.
-Insolito comportamento per un dominatore di Energia. Galatea ripensò a Xenios, si odiavano ed evitavano reciprocamente, ma mai lui da bambino si era azzardato a fare sfoggio di sé. O forse l'aveva fatto, ma non in un coltello in mano, Xenios era più il tipo da mostrare a tutti la pace che aveva fatto firmare da due città ostili.
- È solo un ragazzino. Sentenziò Evalin un po' troppo brusca.

Accademia elementi  Libro 1. AriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora