Elena aiutò Eva a vestire, le riferì che nella prima metà del pomeriggio vi era stato un grande via vai fra gli schiavi perché dal cancello al giardino vi erano entrati i più grandi mercanti con grandi gabbie coperte, portate a mano, le autovetture non erano permesse nel territorio relativo all'Accademia.
-Cosa c'è nelle gabbie? Chiese lei seduta davanti allo specchio.
-Gli animali. I muli erano legati ma le pantere e gli uccelli catturati sono rinchiusi e lasciati fuori. Elena le raccolse i capelli e la condusse fuori verso la stanza da bagno del piano.
Imboccarono un corridoio e poi sigillò la porta dietro di sé, erano nelle stanze riservate alle donne.
Due serve prepararono la vasca in totale silenzio, Elena le comandò di pulirla e loro dopo una breve esitazione iniziarono a insaponare il corpo ed oliarlo una volta asciutto.
-Perché tutto questo? Chiese Eva, notando la cura, mentre con forza veniva asciugata con aria calda della cabina, opposta alla porta.
-Ordini.- Disse secca -I maestri vogliono farvi apparire perfetti, i tempi non sono i migliori.
La truccarono leggermente, ma prima di applicare l'ombretto Elena guardò la padrona sbalordita.
-Signora avete gli occhi azzurri.
Eva si guardò allo specchio e sospirò irritata. Era insopportabile.
Cambiava continuamente colore degli occhi, e aveva paura le persone capissero cosa provasse. Ma le dava più fastidio sentirselo ripetere in continuazione. Da Pëi, da Erika, perfino Iael l'aveva notato.
Le parole di Stephan le tornarono in mente
"Cerca in biblioteca" le era stato detto.
L'avrebbe fatto appena avrebbe avuto il tempo.
-Non ti preoccupare. Sibilò.
La serva non chiese altro e finì di truccarla.
"Azzurro. Chissà cosa significa"
-Posso scegliere un qualsiasi animale?
-Non so. Rispose Elena mentre le legava i capelli in una crocchia voluminosa e curata, i suoi capelli parevano i motivi di una conchiglia.
-Grazie è molto bella.
Elena sorrise compiaciuta.
-Ora i vestiti.
Le due lasciarono il bagno ed il caldo per andare nelle stanze di Evalin.
Una volta arrivate, Eva si tolse il telo bianco che indossava e indosso un vestito leggero, adatto al clima estivo, azzurro era una stoffa particolare la sua, grezza ma sottile; le copriva le braccia e le spalle, circondando il collo. Ad Eva sembrò mancarle il respiro.
Elena che aveva aiutato a infilarlo, le sistemava la gonna alta e voluminosa, Eva si guardò i polpacci.
-Vorrei indossare sandali alti.
-Certo padrona, d'oro?
Eva ci meditò sopra.
-Si
A differenza del popolo, che vestiva cotone o lana e manteneva uno stile classico i semidei indossavano vestiti poco pratici, bellissimi e creativi.
Eva non sapeva chi avesse ideato quei vestiti, ma lo ringrazio a mente.
E così fu pronta.
Uscite dagli alloggi Evalin ed Elena, incontrarono Stephan; la schiava subito chinò la testa e andò vicino al muro come a voler lasciare lo spazio.
-Vedo che hai conosciuto Elena.
-Si. Evalin non sapeva cosa dire, si sentiva quasi nel torto.
-Il tuoi occhi si intonano con il vestito. Suonò quasi come un complimento alle orecchie di Evalin. Gli sorrise imbarazzata.
Scrutò il vestito, aveva dei modi di fare lenti, si muoveva maestosamente ma alla fine il suo viso mancava di finezza.
Aveva degli occhi penetranti, era la sua caratteristica maggiore, quando guardava non era come le altre persone come Iael schivo, oppure Erika che non guardava l'interlocutore.
Stephan ed Evalin invece avrebbero potuto fare una lunga conversazione solo con gli occhi.
Lo sguardo caricato, maestoso e severo; era a causa dei suoi occhi che Eva lo rispettava, assecondava e, anche se non voleva ammetterlo, piaceva.
Lui la guardò, solo in quel momento Evalin capì che ora doveva rispondere a lui soltanto; Stephan era per lei nel presente quel che suo nonno era stato in passato, l'uomo che le doveva insegnare e la doveva far sposare per i propri sfizi.
Non volle crederci.
Aveva imprudentemente pensato di poter essere libera, di non dover servire sotto una figura maschile, ma nella società dove viveva Eva era impossibile per una donna avere una libertà del genere, quindi si ripromise di ottenere, per lo meno, la forma più elargita.
Voleva poter scegliere da sé, e non voleva che Stephan la squadrasse come per approvare o no come si vestisse.
Stephan si girò verso Elena, ferma ed ansiosa, e posò lo sguardo su di me, la sua espressione era indecifrabile, gli occhi color miele si scurivano quasi a diventare marrone, eppure Led le sorrise e le fece segno di seguirlo.
Dietro di loro camminarono subito Elena, ed il servo di Stephan, un uomo anziano curvo.
-Un abito molto voluminoso. Fece notare.
Eva guardò i sui pantaloni di lino bianco e la giacca scura di taglio perfetto, adatto a ballare per quanto stretto.
-Un abito molto mondano. Fece notare Evalin, si affiancavano nel corridoio.
-Allora avrò un animale.
Non era una domanda.
Stephan guardò la serva della discepola con rimprovero, che avrebbe voluto soffocarla in quel istante pensando di potersi meritare frustate per quell'informazione, poi passò ad Eva in un lampo, tutt'altro che arrabbiato.
-Tu quale hai? Continuò Evalin, ignorando tutte queste occhiate.
-Un uccello persiano, è in camera mia al momento.
-Molto esotico. Notò Eva.
Era stranamente di buon umore e non voleva che le maniere di Stephan le facessero tornare il tormento e la tristezza.
Sprizzava un po' di allegria, non aveva mai avuto un animale.
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Accademia elementi Libro 1. Aria
FantasyIn un passato futuro, dopo le guerre con l'Oriente, nell'Ellade dilaga la guerra. Ma se non fosse esistito il Medioevo ed il rinascimento? Se fosse continuata quella civiltà ? Una scuola dove solo pochi possono entrarvi, solo chi possiede un potere...