Capitolo 18

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La sensazione era piacevole, le corde pizzicate sfregavano i suoi polpastrelli, non azzeccava sempre la nota giusta ma ciò era irrilevante; le piaceva più che altro guardare le corde della lira tornare dritte, cercare di percepire l'aria muoversi attorno a lei.
Si rese conto che più passava il tempo, più lei si concentrava su alcune sottigliezze nell'accademia: per esempio adorava girarsi di scatto e sentire l'aria muoversi oppure guardare Netea volteggiare e sentire lo sbattere delle ali. Si sentiva sempre una sciocca nel farle perciò lo faceva solo nella sua camera.
La lezione era stata interessante e abbastanza facile , tutte loro dovevano impugnare una lira e suonare una scala così per un ora; passato quel lasso di tempo in cui la maestra si era limitata semplicemente ad infuriarsi con Erika, assolutamente incapace, oppure a fare i complimenti a Pandora, cosa che diede fastidio ad Eva e non poco, le ragazze poterono uscire.
Formando un gruppo unito salirono le scale parlottando, creando un frastuono tale da essere zittite dalla dominatrice Cassandra, la quale le accompagnava verso l'aula; risero subito dopo sotto i baffi per la vergogna come fanno tutti gli adolescenti. Anche se lì l'età era sparsa; se Iael superava la ventina e vi erano giovani anche di quindici anni come Andrea, fra le ragazze l'età era più stabile, infatti tutte di aggiravano intorno ai 16, tranne per Erika e Ines che avevano 14 anni e  Pandora ed Atena che rispettivamente ne avevano 18 e 17.

-Una lezione orribile! Definì Erika rossa dalla collera.
-Non ti arrabbiare. Cercò di confortarla l'amica, appoggiandole una mano sulla spalla.
-Io l'ho trovata interessante. È così appagante, insomma non vi sentite più leggere. Diceva Përseide a mille.
Evalin aggrottò le sopracciglia, chiaramente stupita.
-Scusami ma tu nell'ultima ora cosa hai fatto?
La ragazza alzò le spalle.
-È stato davvero noioso, e poi seriamente che problema ha quella? Continuò sussurrando Erika rosso in volto per l'umiliazione, mentre si appoggiava al corrimano.
-Erika andiamo! Sei tu quella che non riusciva a fare una scala melodica.Diciamo che non è una tua virtù.
La ragazza s'imbronciò subito, sentendosi tradita nel profondo.
-Non volevo ferirti, scusa.
Provò a rimediare Eva, ma il volto della compagna era fisso al suolo, si domandò se non avrebbe dovuto dirlo, ma ormai quel che era fatto, era stato fatto.
-Ora cosa si fa? Chiese Pëi per cambiare argomento.
-Spero qualcos'altro di così entusiasmante!  Borbottò la terza giunta all'inizio delle scale.
Andarono tutte dirette verso l'aula,; Dafne poco più dietro di Evalin e le altre ancora parlava della sua iniziazione.
-Non lo trovate ingiusto?
Chiese ad un tratto girandosi, decisa a non prestare più attenzione ai loro gridolini.
-Che cosa?
-Perché fanno tutto così in ritardo? Insomma, perché non dirci prima della divisione, perché non darci un orario di studio? sembra che tutto sia improvvisato!
Pëi prima di aprire la porta, guardandosi intorno le sussurrò che la sera prima era riuscita a cavare dalla bocca di una serva alcune informazioni.
-Quali? Erika si era facilmente ripresa.
-Beh dicono non abbiano mai messo dei sigilli, quindi non sanno come fare le iniziazioni. Hanno paura che un minimo errore possa dare fastidio agli dei!
Evalin la guardò scettica; gli dei erano un argomento tabù: nessuno ne parlava apertamente, anche perché sapevano tutti che se si trovavano in quella scuola e possedevano dei poteri un origine divina esisteva, ma entrare nell'ottica di chiamarli semidei o di studiare i riti della divinità era troppo prematuro, e per Evalin tremendamente spaventoso.
Era la prescelta. Così l'aveva chiamata una volta sua nonna; un'essere scelto dagli dei per portare avanti qualcosa di strabiliante.Forse era il potere che la preoccupava o forse era semplicemente questo collegamento.
Si scosse ed entrò nella stanza.
Tutte le ragazze si sedettero ai propri posti, dopo pochi minuti entrò Febe  la dominatrice più anziana.
Quella con un sorriso sulle labbra e una camminata traballante, si sedette sulla sedia dietro la cattedra e con voce roca di fece ridire i nomi delle compagne una alla volta.
Si presentò con estrema dolcezza, era una persona segnata dalle rughe e aggrovigliata dentro una vecchia veste opaca lunga fino alle caviglie con sopra un himation, pezzo di stoffa triangola color zafferano con bordi frangiati, tenuto da una spilla d'oro sulla spalla sinistra.
La donna indossava anche un fazzoletto triangolare sul capo facendo ricordare ad Eva sua nonna Erma, entrambe si mostravano provenienti da altri tempi passati.
-Allora ci rincontriamo. Oggi dovrei parlarvi dell'origine dei dominatori ma prima voglio parlarvi di uno scontro avvenuti trent'anni fa.
Tutte voi conoscete la Prima Guerra, beh oggigiorno viene chiamata Prima per ovvi motivi, la repubblica di Lealte e la città di Corona sono tornate in aperta ostilità.
Anche noi come voi abbiamo vissuto un'età dura, che vedeva una contesa fra nazioni. Non è terminata. Molti hanno paura che la miccia si riaccendi.
Tutto iniziò dopo la guerra contro l'impero Achemenide, chiamata Guerra d'Oriente, quando il popolo degli achemenidi giunsero sino a Milawata e la occuparono; le poleis entrarono in uno scontro diretto contro questo gigante, grazie a vari personaggio ovviamente le città scacciarono il Re dei Re, riempiendosi di onori.
Fu lì che le persone si domandarono chi fosse la migliore, la città invincibile; nella guerra erano prevalse Lealte e Corona, diverse e lontane, ma entrambe potenti. Questo ha portato alle alleanze e allo sconto avvenuto nel 4007. Durò pochi anni la guerra e non fu diretta, principalmente le due città si affrontarono attraverso altre guerre.
La domanda che tutti si pongono è la seguente: scoppierà una nuova Grande Guerra?
Tutte le ragazze prendevano appunti sui banchi, ma a quella domanda tutte alzarono il viso verso la maestra.
Evalin per un attimo si immaginò un mondo tormentato da una guerra.
" Dovremmo allearci con qualcuna delle due?" Si domandò,m.
Alzò la mano titubante e quando Febe la vide, le fece un lieve cenno per darle la parola.
-I dominatori dovranno schierarsi?
A quelle parole la vecchia la guardò e le sorrise, per un attimo Evalin ebbe paura di aver fatto la figura della stupida, invece le rispose seria.
-Non possiamo prendere parte a nessuna guerra.
-Nessuna nessuna?
Le chiese Atena.
- No.
-Ma non ha senso nella Prima Grande Guerra, abbiamo preso una posizione.
Ribatté confusa.
-Questo lo dici tu, discepola; ma io c'ero e ricordo. Decisero di aiutare silenziosamente ognuno qualcuno: la mia maestra ad esempio aiutò la sua terra natia: la democratica Lealte; passava informazioni ai capi di stato, ma quando scoprirono di una spia nella stessa scuola e di una possibile guerra civile si decise di assentarsi.
Quando vi parlerò della storia dei dominatori capirete perché c'è bisogno di pace. Per ora volevo solo dirvi che dopo i discorsi e gli accaduti di ieri niente dovrà rendervi bellicosi, per nessuna ragione.
Aveva scandito le ultime parole con una così tanta serietà e gravità nella voce che nessuno osò parlare.
-Cosa è accaduto ieri? Chiese Dafne, seduta verso il fondo dell'aula; dovette ripetere la domanda perché l'anziana signora non riusciva a sentirla.
- Vi sono state delle rivolte a Corona davanti al palazzo reale. A quanto pare da parte di sostenitori della democrazia.
Evalin non sapeva cosa poteva e cosa non poteva provare: aveva scoperto di essere una dominatrice dell'aria da pochi giorni e già il mondo andava a dividersi? Non poteva pensare, né perché donna né perché dominatrice.
Cosa poteva fare?
Ma il nodo che le tratteneva il respiro iniziò a districarsi non appena Atena riprese la parola.
-Perché non possiamo entrare in guerra?
Febe sorrise gentile e mettendosi diritta sulla sedia disse.
-Ora vi parlerò dei dominatori.
Come già vi ho raccontato l'ultima volta che ci siamo viste, le ere del tempo possono essere divise in cinque: era dell'Oro, dell'Argento, di Bronzo, degli Eroi e del Ferro.
Quando i nuovi dei sconfissero i titani nell'era d'argento crearono una stirpe mortale di uomini, ma molti dei con questi giacquero e crearono una stirpe di mezzo, che noi chiameremo semidei.
Nell'era di bronzo i semidei combatterono indipendentemente non formando un gruppo unisono, i più famosi sono Eracle, Aiace ed altri ancora; ma col passare degli anni scomparirono anche loro; figli di un dio e di un mortale.
Quando terminò la Guerra Iliota e le città vennero edificate, una profezia prese parola nei tempi.
Essa diceva che si presenteranno dei discendenti degli stessi semidei, forti e potenti, essi avrebbero portato pace o distruzione per tutto il mondo conosciuto.
Il mondo impazzì, i mortali iniziarono ad uccidere i figli dei semidei come un contadino taglia il grano, ininterrottamente, con tale indifferenza da creare mostri.
I dominatori allora reagirono, la prima azione compiuta da un dominatore viene datata nel 2056 da un dominatore del Fuoco chiamato Aimo, l'uomo discendente di Calidone, visse nella città come reale ma quando venne scoperto il suo potere i suoi stessi cugini temettero della sua dote; dopo un'aspra battaglia compiuta fra lui e suo cugino di primo grado, futuro re, Oimo uccise il cugino e l'intero esercito proclamandosi re di Calidone.
Questo fu solo l'inizio dei regni che si formarono all'inizio dell'era di Ferro, ovvero la nostra.
I dominatori erano molti di più di quanti siamo noi adesso, il potere è prettamente ereditario e al tempo i dominatori erano re e perciò dovevano procreare sovrani.
Ma i regni non furono sempre in pace fra di loro; ben presto scaturì una guerra da una contesa di una donna.
Un suono acuto fermò il racconto di Febe.
-Dovete andare ad allenarvi, continueremo la prossima volta.
Le ragazze sbuffarono ed uscirono a rilento dalla classe.
Erika era molto più felice di poco tempo prima.
-Avete sentito? è stato un dominatore del Fuoco.
Saltellava fiera sulla scala.
-Peccato che verrà ucciso da uno dell'acqua. Le ricordò Pëi con un lieve sorriso, Erika rimase di sasso sul posto.
-Non è possibile! Aveva la faccia sconvolta tanto da far ridere Evalin.
-Erika tutti conoscono quella storia, muore in un lago affogato; si era innamorato della donna sbagliata. Le fece l'occhiolino.
-Ma scherziamo!
Poi come un fulmine scese le scale spedita e borbottando qualcosa superò le due amiche, che ancora ridevano.

Accademia elementi  Libro 1. AriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora