Si svegliò che volteggiava.
Distava un metro dal letto.
Levitazione.
Aprì con calma gli occhi e ancora addormentata si girò sul suo lato sinistro, portò le mani davanti al viso e piegò le ginocchia.
Poi Eva, quando non riuscì a sentire le lenzuola sotto il corpo e il cuscino sotto la testa, aprì completamente gli occhi e urlò, con un urlo mozzato e flebile. "Oddio che succede?"
Stephan sghignazzò.
-Buongiorno. Eva non replicò, troppo spaventata com'era.
La fece poggiare sul letto e tornò nel salone.
-Potevi limitarti a chiamarmi! Disse in modo accusatorio la ragazza, alzandosi dal letto.
-Non ricordavo il tuo nome. Disse quello dall'altra stanza, seduto su un divano con un bicchiere alcolico in mano.
Eva si alzò, indossava un pigiamo largo e morbido, trovato per caso nell'armadio.
Andò in bagno attraverso la porta segreta, toccando semplicemente un bottone nascosto dietro ad un quadro paesaggistico.
-Vedo che hai scoperto qualcosa. Continuò Stephan.
-Potrei sapere perché sei qui? Chiese la ragazza, acconciandosi i capelli in una semplice crocchia.
-No, limitati a vestirti. Eva si guardò allo specchio, frustata.
"Ma come diavolo si permette? E se entra mentre sono nella doccia? "pensò nervosa. "Non può essere neanche qui." Ma irragionevolmente si fidò di quell'uomo, lo trovava onesto quindi entrò nella vasca.
Era stremata, aveva dormito poco, nonostante come giornata precedente fosse stata impegnativa.
Si lavò, usando una saponetta al miele; poi con agilità spazzolo i capelli e li asciugò sotto l'asciuga-capelli, attaccato al muro.
Mentre aspettava sotto il tubo caldo, che i capelli le tornassero secchi, si asciugava il corpo con il telo.
Tornò nella stanza ed aprì la cabina armadio; prese l'intimo riposto nei cassetti, poi scelse dei pantaloni verdi appesi su una stampella e una maglietta larga nera.
Indossò le prime scarpe avute sotto tiro dall'enorme scarpiera, posta in fondo. E corse in salotto.
Led era in piedi, davanti alla vetrata e scrutava qualcosa nel bosco, soprappensiero.
Appena Eva entrò la guardò distratto e le parlò duramente.
-D'ora in avanti non ti chiamerò più io, puoi chiedere alla tua serva, Elena. Ma tutti noi cerchiamo di contribuire ogni giorno, perciò abituati a svegliarti da sola e scendere alla decima ora e andare in mensa.
Evalin guardò fuori dalla vetrata e notò che Astro era lentamente sorto, e proseguiva il suo viaggio nel cielo, il giorno era quasi a metà, ormai.
-Forza andiamo. La intimò Stephan, uscendo.
La cosa interessante di quel posto era che le porte avevano una chiusura ambigua, tranne per la palestra e la mensa, infatti si aprivano da un leggero tocco di mano, poi si udiva un meccanismo muoversi e la porta si apriva rumorosamente.
Arrivati al secondo piano Eva incontrò Pëi e Galatea. Loro due salutarono le dominatrici dell'acqua e subito Pëi, si accostò ad Eva.
-Allora agitata? Io non sto più nella pelle. Le ragazze si incamminarono verso la mensa.
-Detesto essere agitata, ma assolutamente si. Chissà che faremo!
-Io ho saputo che le prime lezioni sono monotone.
-E perché? Chiese Eva sedendosi.
-Perché ci concerteremo sul nostro potere e sarà una cosa noiosa. Le rispose Iael, che sedeva comodamente sulla sua sedia, divorando tutto ciò che c'era in tavola.
La colazione era stata preparata in modo eccellente.
C'erano succhi di ogni frutto dentro bottigliette di vetro, pane tostato, biscotti tondo e piatti, altri ripieni di qualcosa, per non parlare del cioccolato fuso e la frutta secca.
Eva si sentì in paradiso.
-Ma chi le prepara tutte queste cose? Chiese dopo aversi riempito il piatto.
Tutt'attorno i suoi compagni parlottavano con i rispettivi vicini, rispetto alla sera precedente la colazione fu più rumorosa.
Erano tutti entusiasti e agitati, come sempre nelle ultime 48 ore.
-Non lo so. Ci sono solamente milioni di domestici. Rispose ironico Iael.
-Un cibo così buono fatto da semplici servi? Arrivò Erika. Salutò le ragazze con un ampio sorriso e fece un cenno con la mano a Iael, che ricambio con un cenno del capo.
-Bella domanda! Dopo che Eva ingoiò la colazione, la dominatrice della Fauna Febe, soprannominata Fiocco di Neve, si alzò dalla sedia e con la sua voce corrosa dagli anni parlò agli allievi.
Il nome le era stato dato per un motivo, la vecchia dominatrice era pallida di viso e così gracile da sembrare sul punto di scomparire, delicata ma pur sempre bella con un fiocco di neve fresco appena caduto.
-ragazzi e ragazze, oggi verrete con me come primo giorno. Vi aspetto alle quattro e mezza nella sala dei troni. Fatevi accompagnare se preferite.
Eva tornò in stanza, indossò quel pantalone della tuta e la maglietta larga e scese di fuori.
La via non la conosceva, ma grazie al brusio dei suoi compagni trovò la porta.
La sala era grande ed alta con due volte incrociate, a mantenere il soffitto vi erano delle colonne doriche. In quella stanza circolare, vi erano i troni.
Bellissimi ed eleganti troni di marmo, posti a formare un cerchio.
Eva su richiesta di Stephan si avviò verso il suo trono e si sedette comoda, era centrale, affianco era seduto un ragazzo che non aveva mai visto. Vi erano dei bassorilievi e nel mezzo vi era una altare di marmo nero, lucido.
L'oro brillava sugli scranni.
- Sedetevi tutti, bene ora chiudete gli occhi. Aveva ordinato. I ragazzi fecero ciò che era stato chiesto in silenzio e chiudendo gli occhi, rimasero in attesa.
-Abbiamo bloccato i vostri poteri, regalandovi una vita normale, ma quel sigillo si deve spezzare e per farlo dovrete sentire il potere dentro di voi. Disse la madre di Eva, giunta con il resto degli insegnanti, fermatasi attorno al circolo dei quattordici adolescenti, con età dai 13 ai 20 anni.
Eva non seppe cos'era quella sensazione che provava nel fondo dello stomaco, ma sempre mantenendo gli occhi chiusi, la ragazza scavò più a fondo, fu come un dolore benigno, un pulsare della carne.
Eva lo sentì e lo vide, era colorato di un azzurro tenue.
Era l'unica che non appariva sforzarsi nel trovare il suo potere, tutti gli altri invece indossavano smorfie di concentrazione o dolore.
-Dovete vederlo bene. Veder com'è fatto, il suo colore.
Era una stella, o almeno così sembrava, sembrava un puntino lontano.
-Ora dovete ampliarlo. Ognuno di voi ha un potere diverso rispetto all'altro, ma se riuscite cercate di allungare la mano, di sentirlo.
Eva fece come richiesto, si concentrò totalmente sul suo potere. Era forte, lo sentiva.
Era un potere, il suo potere ed era molto ampio e facile da manovrare.
Bastò concentrarsi, allontanarsi dal mondo, affinare l'udito, sentire l'erba pungente al tatto, si sforzò di vedere di più.
Se sentì riscaldata, il qualche modo aveva rotto qualcosa, lo sentiva scorrere nelle vene.
Il suo potere.
Era violento, forte come un fiume in piena, le entrava nelle ossa, le raggelava la testa e si adattava al suo corpo, lasciandola inerme.
Si sentì improvvisamente stanca.
Aveva sforzato il suo corpo ed aveva ottenuto il risultato, pareva passato un momento interminabile.
Ecco perché tutti odiavano quella parte di addestramento, era monotono cercare di rintracciare qualcosa di così vago, eppure per Eva non era stato un problema.
Aprì gli occhi e si guardò attorno.
Iael aveva delle gocce di sudore sulla fronte, era preda di spasmi; Fiocco di neve la guardava raggiante.
Solo il ragazzo affianco a lei aveva gli occhi aperti, ma era cambiato qualcosa in lui, da un secondo ad un altro era come diventato serio.
Il resto dei ragazzi aprirono gli occhi dopo poco tempo.
La prima fu Pëi, aveva le mani rosse, segno del grande sforzo e la testa appesantita. Nonostante ciò guardò l'amica felice.
Si sentivano diverse, ma in modo positivo, si sentivano forti e in qualche modo fresche.
Eva sentiva la morsa abbandonarla, adesso il suo corpo era diventato, improvvisamente freddo, eppure Eva stava bene.
Si guardò la mano e la vide diafana.
Era diventata molto pallida, ma non era la pelle che le fece impaurire ma le parole dell'amica.
-Non ti spaventare, ma Eva, hai gli occhi grigi! Disse Pëi, con le palle degli occhi di fuori.
Eva rimase di stucco.
-Cosa? Guardò bene l'amica e notò dei cambiamenti anche in lei: prima di tutto la pelle screpolata era sparita, lasciando spazio ad una pelle morbida e fresca, poi guardò attentamente gli occhi azzurri intensi della ragazza e le sue mani palmate.
-Anche tu. Risero entrambe, ammirando il proprio corpo mutato.
Poi, piano piano, gli altri iniziarono ad aprire gli occhi.
Una bellissima sensazione nasceva fra le giovani, che ammiravano alunno per alunno.
-Ben fatto. Esordì Fiocco di Neve alzandosi -ora potete iniziare l'addestramento con il vostro docente.
STAI LEGGENDO
Accademia elementi Libro 1. Aria
FantasíaIn un passato futuro, dopo le guerre con l'Oriente, nell'Ellade dilaga la guerra. Ma se non fosse esistito il Medioevo ed il rinascimento? Se fosse continuata quella civiltà ? Una scuola dove solo pochi possono entrarvi, solo chi possiede un potere...