Prologo

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- Ti narro della storia del mondo.
Quando l'universo era giovane, vi erano il Giorno e la Notte, figli del Caos primordiale, essi generarono i figli Sfero e Cielo che generarono, a loro volta altri figli divini. Nacque dunque la stirpe degli dei, che governarono l'universo sotto la guida del più virtuoso di tutti: Energia. I celesti e le creature mortali della terra vissero lieti durante l'Era degli Dei, finché gli dei riuniti non crearono la prima donna e la donarono al Dio Astuto come sua consorte. La Prima Donna amò il marito e generò per lui gli uomini, esseri a lei simili poiché forti, piccoli, belli per la ponderanza del loro corpo ma privi di potere, fuorché la ragione ereditata dal padre. Questi primi uomini si sposarono ed insieme vagarono, fondando villaggi ed esplorando terre lontane, amministrano il raccolto che imparavano a far crescere, vivendo di canti e poesia. Sempre più lontani gli uni dagli altri gli uomini cambiarono linguaggio, costumi e credi, diventando sempre più diversi eppure più turbolenti: le loro guerre civili alimentavano la Morte, divinità dell'oltretomba, che iniziò a nutrirsi degli umani, i quali avevano perso quasi tutti i geni divini e l'immortalità.
Accadde che il mondo solo degli dei ebbe le stagioni e i conflitti continui, ma ben presto, nonostante il dio della guerra Fuoco alimentasse la fiamma violenta, il dio Energia decise di punire gli uomini e purificarli con un'onda d'acqua colossale affinché potessero rinascere nuovamente. Vennero risparmiati solo due amati, d'animo gentile, e fu così che con armonia e  con la guida della giustizia mostrata dal Dio Energia, nacque l'Era degli Eroi, figli di un Dio e di un mortale, fondatori di città, fautori di imprese e creatori della civiltà.
Quando però non vennero più generati altri semidei e la prosa nacque per i tribunali e le leggi, vi fu la terza Era: l'Era degli Uomini, dove tutti gli abitanti avevano pari diritti e doveri.
- Tranne per i Dominatori. Interruppe il racconto un uomo burbero seduto al bancone.
Nella bottega vi fu improvvisamente  silenzio, tutti i presenti si voltarono verso l'uomo severo, egli bevve un lungo sorso di latte di capra dal suo cratere e poi si voltò verso l'anziana che narrava ai giovani la storia del mondo.
-Ci sono ancora i dominatori. Ripeté ad alta voce.
-Non sono Eroi. Rispose la donna improvvisamente seria.
-Non sono dei, non sono immortali, ma non sono neanche uomini come noi.
Ribattè l'uomo corruciato.
-Sono spiriti infimi. Minacce.
Una donna seduta dietro guardò il pastore brusco e gli rispose ironicamente.
-Non sono loro il male, ma i folli che ascoltano i filosofi, gente montata.
Un giovane alla sua sinistra, sentitosi punto nel vivo, le rivolse parole aspre.
-Cosa ne sai tu? I filosofi dicono cose giuste! Siete voi che non siete capaci di ascoltare!
Subito nacque una discussione animata sugli insegnamenti dei filosofi, troppo animata, tanto che il proprietario dovette intervenire e cacciare il povero scolaro.
-Comunque i dominatori non sono come noi- ripeté l'uomo all'anziana- sono strani.
La donna lo guardò con gli occhi socchiusi simili ad una volpe mentre caccia.
-Invero. I dominatori sono discendenti degli Eroi e protetti degli dei.
-I tuoi dei. I miei dei sono la Notte e il Giorno, potenti e giusti, che danno a tutti il giusto e non di più ad alcuni.
L'anziana si spaventò della risposta.
-Notte e Giorno sono ormai dimenticati.
L'uomo rise lievemente e fissò arrogantemente la donna con aria di superiorità.
- Torneranno. La minacciò, ma ormai l'attenzione della signora era concentrata su una cosa che a primo impatto era sembrata una ferita sulla guancia, ma, dopo averla guardata attentamente, l'anziana capì che si trattava di un marchio rosso: una goccia di sangue.
Prima di poter domandare o ribattere, l'uomo si a volse in un mantello ed uscì con il suo bastone di acero nelle strade della città.

Accademia elementi  Libro 1. AriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora