L'indomani mattina mi svegliai presto. Ero nervosa, era l'anniversario di ciò che Lady Lit mi aveva parlato il giorno precedente.
Ancora non riuscivo a credere alle parole di Vanessa, era calato troppo silenzio tra noi da quel momento. Le lasciai un fiore di iris davanti la porta, prima di scendere per la colazione. Le avrebbe portato un po' di fortuna per il futuro, ma il coraggio di andare avanti non le era mai mancato.
Quando arrivai in cucina, subito una domestica andò in cucina per prepararla, ma la fermai:
- Tranquilla, faccio io.
- Ma, Altezza...
- Vai - le sorrisi - stai tranquilla, lascia fare a me.
- Come volete.
- Ehm, dammi del tu.
- Non posso, Altezza.
Cercai di replicare, ma si affrettò ad uscire.
Preparai la colazione e la feci velocemente. Volli approfittare della fresca aria mattuitina per fare una passeggiata. Quell'ottobre a Cornflower fu tanto grigio; quel giorno il regno ne risentì molto per i fatti accaduti nell'anno precedente. Era passato un anno esatto dalla morte di Philip e volevo stare da sola.
Il cielo era ancora scuro, ma era in procinto di schiarirsi: l'alba era vicina.
Mi incamminai verso la Home e in quella parte del regno: era da un po' che non vi andavo. Nel prato, che vi era davanti, rividi la meraviglia delle quattro stagioni. Non era cambiato niente: le margherite, i fiocchi di neve che cadevano, le foglie che si capovolgevano per terra tra loro e ancora il caldo cocente dell'estate.
Spostai lo sguardo, infine, sulle nostre case. Sembrava che il tempo si fosse fermato. Chissà se un giorno quegli appartamenti ci sarebbero serviti ancora.
Scesi nella foresta, nel punto esatto in cui morì Philip. Era ancora cupo quel luogo, ma faceva parte del regno; non seppi dove presi il coraggio per andarvi da sola. Quando arrivai sentii la solitudine invadermi dentro. Mi sedetti a terra e ripensai a tutto. Furono minuti di assoluto silenzio che mi entrò nelle orecchie. L'odore del bosco, di muschio e di aria umida mi entrò nelle narici. Sentii il volo lontano degli uccelli, il loro sbattere le ali. Pace assoluta.
Ma il rumore che all'improvviso ci fu, mi fece scattare in piedi. Ma ero sola, non vedevo nessuno. Era complicato muoversi con i vestiti reali. Le gonne a volte erano d'intralcio, soprattutto se dovevo alzarmi scattando.
Ancora un rumore. Più vicino.
Non era un semplice rumore, era un suono di passi leggeri e veloci, poi lenti, poi ancora veloci e così via. Scattai sull'albero più vicino con la massima attenzione utilizzando l'invisibilità. Silenzio. Mi guardai attorno, cercai di avanzare sul ramo per vedere meglio, ma un passo sbagliato mi fece perdere l'equilibrio e caddi a terra a quattro zampe. Non ero stata capace a mantenere la mia invisibilità perché il gatto che era davanti a me mi guardò impassibile. Era solo un gatto! Nessun pericolo.
Seguii la sua direzione mentre scappava, ma il mio sguardo, a lungo andare, si fermò su qualcosa che attirò maggiormente la mia attenzione. Mi avvicinai a quello strano oggetto coperto di foglie. Da lontano non riuscivo a capire bene cosa fosse, ma quando mi avvicinai, spostai tutte le innumerevoli foglie che coprivano e trovai, man mano che le foglie andavano via, una lastra di acciaio arrugginito. Ma non era una semplice lastra, era una porta a due ante incastrata a terra con due maniglioni che la tenevano chiusa. Tentai di aprirla, ma era bloccata. Sigillata. Le ante non si spostavano di un millimetro. Avvicinai un orecchio per sentire se provenisse qualcosa. Silenzio. Ma era calda. Mi sentii invadere dalla curiosità. Aveva una serratura strana, a trifoglio, non ne avevo mai viste così: doveva per forza esserci la chiave per aprire quella porta.
In quel momento i pensieri di Lady Lit mi arrivarono alla mente: mi chiese dove fossi, così cercai di rimettere le foglie sopra la porta e tornai al castello.
"Sto arrivando, Lady Lit" le risposi "ero andata a fare una passeggiata".Varcai la soglia della sala da pranzo e trovai tutti seduti a fare colazione.
Quella porta non mi convinceva per niente...
- Non ti siedi? - Laurie mi riportò all'attenzione.
- Ho già fatto colazione.
- Dove sei stata? - mi chiese Lady Lit.
- Nella... - mi soffermai un attimo - nella mia vecchia casa - mentii.
Non volevo dirgli di cosa avevo visto nella foresta.
- Sai, era da un po' di tempo che non ci andavo - sorrisi.
- Capisco - rispose Lady Lit facendo altrettanto.
Negli ultimi tempi riuscivo a non far leggere i miei pensieri a Lady Lit: non volevo essere continuamente osservata. Mi arrivavano le sue domande se eravamo in luoghi differenti, ma di leggermi dentro non ne era più capace.
Salutai Jack e mi sedetti accanto a lui.
- Cosa facciamo oggi? - chiese sorridente Fanny.
- Come? - chiesi sconcertata.
- Che hai? - mi chiese vedendo la mia faccia meravigliata.
- Oggi è l'anniversario - sbottai.
- E quindi?
- Hai anche il coraggio di chiederlo? È morta una persona! E Moror è sempre più vicino...
- Debby, sei pesante! - si intromise Jack all'improvviso.
Mi voltai di scatto verso di lui con gli occhi sgranati.
- Come hai detto, scusa? - gli chiesi sperando di non aver capito bene.
- Mi hai sentito! Sei pesante.
Aprii bocca per cercare di replicare, ma mi precedette.
- È passato un anno, va bene. Ma non è la fine del mondo. Stai esagerando! Non possiamo non fare niente per via di questo! Sono giorni che non parli di altro.
Non stava dicendo sul serio, vero?
Sentivo la rabbia salirmi, così, per evitare di fare scenate, mi alzai e andai in silenzio verso l'uscita.
- Debby! - disse Jack.
Lo ignorai.
- Non fare la bambina ad andartene.
Gli dissi anch'io quelle parole una volta.
- Pensa ciò che vuoi, Jack - risposi.
Ma era tardi perché potesse rispondermi perché lasciai tutti e arrivai in un attimo in camera mia buttandomi sul letto.
Che faccia tosta rispondermi in quel modo davanti a tutti!
Dopo pochi minuti qualcuno bussò alla porta.
- Chi è? - gridai scocciata.
- Sono io, Deb.
Ily era davvero l'unica persona che volevo vedere.
- Che succede? - mi chiese una volta entrata.
- Sembra che a nessuno importi niente. È morta una persona! Philip era nostro amico! Il ritorno di Moror è sempre più vicino. E loro ridono.
- Penso che vogliano sdrammatizzare: nessuno ce l'ha con te. Cerca di non perdere te stessa.
- Tu non puoi capire.
Ma mi rimangiai le parole. Non era giusto dirgliele: era venuta a consolarmi. E, alla fine, sentivo che non era vero che non potesse capire, infatti la sua faccia me lo confermò:
- Pensi che io sia sollevata o tranquilla, sapendo che la vita di Greg è sempre in continuo pericolo?
- Scusami.
Essendo Ily la moglie di Greg, ero sicura che Moror avrebbe sfruttato questo punto per annientarlo: Greg, e soprattutto Ily, rischiavano molto. Abbassai la testa vergognandomi di averle detto quelle parole.
- Lo sai che devi stare al sicuro vero? - replicai.
- Non posso restare con le mani in mano...
- E invece si! Questo non è un gioco. Promettimelo.
- Voi rischiate la vostra vita...
- Promettimelo, Ily - ripetei.
Ma non fece in tempo a rispondermi perché Jack entrò in quel momento.
- Ah, non si bussa più? - lo fulminai.
- Vi lascio soli - disse Ily.
Aspettammo che uscì dalla stanza, poi Jack prese la parola.
- Debby, volevo solo che tu ti rendessi conto di quanto sei ansiosa per tutto questo.
- Perché, non dovrei?
- No, non dovresti - alzò la voce - non sei da sola a combattere questa guerra! Mettitelo bene in testa! Smetti di pensare che devi fare tutto da sola!
- Non ho mai detto questo.
- Beh, lo stai dimostrando.
Silenzio. Lui aveva le braccia conserte, lo sguardo dritto verso di me che cercavo di ignorare guardando fuori la finestra.
- Perdonami se ho alzato la voce - mi disse infine.
- Siamo solo un po' tesi - mi limitai a rispondere.
Sospirò e uscì dalla camera dopo essersi voltato a guardarmi sulla porta, per un attimo, e una lacrima mi accarezzò il viso.
Andai da Fanny per chiederle scusa, ma mi anticipò:
- Scusami Debby, avrei dovuto pensarci prima. Volevo solo non appesantire la giornata.
La abbracciai e la questione si risolse lì. Quanto a Jack avrei voluto parlargli, ma non sapevo se lui voleva lo stesso.Alla prossima domenica!!! Grazie lettori ♡♡♡♡ :*:*:*:*:*:*:* vi amo😚
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IRIS - I'm supernatural
ParanormalSECONDO CAPITOLO DELLA TRILOGIA------ È passato un anno da quando Cornflower è tornata come era un tempo. Ma il regno è ancora in pericolo perchè Moror tornerà a breve e non da solo. Quel Treb presenta davvero una minaccia. E chi sarà il decimo Pres...