CAPITOLO 10: LA PARTITA

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Dopo il pranzo prendemmo le nostre cose per tornare ognuno alle rispettive lezioni. Lucy ancora non si era fatta viva con le sue cattiverie e lo consideravo un buon segno. Non ci era mancata per niente. Salutai Jack e andai al mio armadietto per prendere il materiale della lezione di chimica. Sullo sportello trovai un avviso in cui, nel pomeriggio si sarebbe svolto il torneo di pallavolo con le universitarie. Ed era gradita la mia presenza.
Merda.
Non potevo andare a cercare la chiave per via di quel maledetto torneo. Quando richiusi lo sportello trovai la faccia odiosa di Lucy affacciata.
Avevo parlato troppo presto.
- Bene bene, Deborah è tornata alla carica.
La ignorai e mi avviai alla mia aula.
Lei mi seguì.
- Non ti dispiacerà se sarò tua avversaria, oggi pomeriggio - mi disse cinguettando.
Mi fermai.
- Non puoi giocare - le dissi - le avversarie sono le universitarie, tu non sei...
- Si, ma vedi... Una di loro è infortunata e una giocatrice, una mia carissima amica, mi ha chiesto se potevo sostituirla. Come si fa a non accettare? Baci baci! A dopo!
E mi lasciò lì.
Accidenti a quella partita!

***

Dopo la lezione, uscii dall'aula in direzione della palestra.
- Dove stai andando? - mi chiese Laurie da lontano.
- Ho il torneo.
Arrivarono tutti gli altri, mentre le altre persone si dirigevano in palestra per assistere alla partita.
- E non puoi non andare?
- Devo andare, sono membro della squadra.
- E la chiave?
- Io non posso venire. Volete andare voi, intanto? - proposi.
- No. Ci andiamo tutti insieme.
- Dobbiamo rimandare, allora.
Annuirono.
- Braun - mi chiamò il coach dalle spalle - tra un minuto ti devo vedere in campo già in tuta! Muoviti!
- Devo andare - dissi - a dopo.
Mi seguirono successivamente, e io andai a cambiarmi.
La partita stava per iniziare e Lucy era più carica che mai nel campo avversario. Vidi i miei amici nel pubblico con i pollici rivolti verso l'alto e con sorrisi di incoraggiamento. Jack mi mandò un bacio e quello fu la vera carica di cui avevo bisogno.
L'arbitro fischiò e la partita ebbe inizio. Lucy cercava di farmi sbagliare ma riprendevo sempre la palla, controllando i miei riflessi. I primi punti cominciarono a salire per ambo le squadre. La tensione si faceva sempre più alta.
La partita proseguì bene.
Andai in battuta per segnare l'ultimo punto. Quel momento fu così veloce che non me ne resi conto: lanciai la palla a Lucy che la riprese con una forza grandissima schiacciando la palla in direzione della mia faccia, ma che io, con altrettanta forza, per schivarla, la scaraventai alla mia sinistra, e si schiantò contro il vetro riducendolo in mille pezzi. Lo stupore di tutta la palestra si fece sentire e io e Lucy ci guardammo con occhi sgranati e increduli. Noi giocatrici eravamo immobili. Non ero stata capace di dosare la mia forza. Guardai in direzione dei miei amici che mi guardarono preoccupati. Subito il coach mi riportò alla sua attenzione e mi diede un'altra palla, ignorando il fatto appena accaduto. Sconcertata da tutto ciò, il coach insistette a dirmi che dovevo segnare l'ultimo punto. E così feci: ma Lucy stavolta, sfinita dalla forza che aveva avuto in precedenza, esausta, la buttò in rete e vincemmo la partita.
Mi guardò ancora e mentre tutti gridavano di vittoria e la squadra saltava contenta, io mi divincolai e raggiunsi Lucy nello spogliatoio. Non potevo lasciarla andare. Ora che l'avevo scoperta.
La trovai al lavandino che si guardava allo specchio e appena mi vide si girò, ma non disse nulla.
- Sai, la prima regola dice di controllarsi quando si usano i poteri - dissi.
- Scusa?
- Perché se ne usi troppa di forza, senza mai aver fatto esercitazioni, dopo ti potresti sentire un poco debole.
- Non capisco di cosa parli.
Mi passò oltre e la ripresi per un braccio.
- Come osi toccarmi, brutta stronza? - disse.
- Stai parlando col tuo capo, quindi vedi di moderarti!
- Ma che cazz...?
- Smettila Lucy! Lo sappiamo tutte e due che sei tu la Prescelta!
Deglutì e si divincolò dalla mia presa.
- E lasciami! - disse.
Allargò le narici.
- Ne ho già parlato con Lady Lit - disse - so tutta la storia e cosa mi aspetta, ma non voglio essere amica tua! Né degli altri! Sono i tuoi amichetti gli altri Prescelti, vero?
- Tutti tranne Ily - risposi.
- Lo sapevo! Siete sempre appiccicati e per di più in nove! Devo dire però che quella Ilary mi aveva un tantino fatto pensare...
Era lei che mi stava osservando a mensa e me lo confemò quando mi disse che aveva sospettato che fossimo noi vedendoci sempre insieme, con Jack compreso. L'unico dubbio che poteva avere era che con Ily presente, il numero dei Prescelti portava fuori pista e che quindi, con questo, poteva confondersi.
- No, non sai cosa ti aspetta, credimi! - le dissi infine, cercando di zittirla.
- Non me ne frega niente! Collaboreremo, ma poi ognuno... per la sua strada!
Fece per andarsene, ma la fermai.
- Dobbiamo metterci d'accordo per pagare la finestra rotta della palestra.
Rise.
- Dobbiamo?! - disse.
- L'abbiamo rotta un attimo fa.
- Errore, Deborah: l'hai rotta un attimo fa.
- Sono state le nostre forze insieme a romperla, lo sai benissimo.
- Ma questo la gente non lo sa - mi fece l'occhiolino - non vorrai mica svelare il nostro piccolo segreto?
Mi fulminò e si girò.
- Collaborazione, ricordi? - le dissi.
- Collaborazione per gli eventi di Cornflower. Non per un vetro rotto di una scuola. Baci baci!
E mi lasciò lì ancora una volta. Stronza!
Le ragazze arrivarono nello spogliatoio e squadrarono Lucy.
Non stava iniziando affatto bene. Perché Lucy? Di tanti, ma perché lei?
- Cos'è successo? - disse Fanny.
- È lei la Prescelta.
- COSA?! - dissero in coro.
- Sh! - risposi - andiamo dagli altri.
Dovevamo prepararci psicologicamente a farla entrare in squadra. E non sarebbe stato semplice.

Ciao lettori preferiti miei♡ Allora, sospettavate di Lucy? Commentate/criticate/esponete tutto... che ne pensate, cosa vi aspettavate? Cosa succederà? Aspetto i vostri commenti😄☆ vi amo😚

IRIS - I'm supernaturalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora