CAPITOLO 4: UNIONI

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Il giorno seguente andai da Vanessa.
- Come stai? - le chiesi.
- Cerco di non pensarci. Non è semplice vivere sotto lo stesso tetto con lui che sta con Ily. Però sto meglio. Averne parlato mi ha aiutato.
Le misi un braccio sulle spalle.
- Grazie per il fiore, ieri - mi disse.
- Come fai a sapere che sono stata io?
- Dalla tua camera ho visto che c'è un albero di iris, vicino la tua finestra.
Sorridemmo.
- Tu e Jack avete chiarito? - mi chiese.
- No - tornai seria.
- Prova a parlargli, sono sicura che vi siete capiti male.
- Questo non gli dà il diritto di chiamarmi bambina davanti a tutti.
Quando uscii dal piano di Vanessa, andai in biblioteca: leggere mi avrebbe aiutato ad allentare la tensione.
Forse avevo un comportamento sbagliato, ma non era nemmeno il caso di prenderla alla leggera: se qualcun altro sarebbe stato ucciso, cosa sarebbe successo poi? Ripensai alla botola. Molti misteri si nascondevano a Cornflower e non capivo perché Lady Lit non ce ne stava parlando.
Quando entrai nella biblioteca, mi soffermai e mi nascosi dietro uno scaffale. Jack era davanti ad uno degli scaffali altissimi con la scala vicino e un libro in mano. Ma per quanto la biblioteca fosse immensa, Jack riuscì a sentire il suono del tacchettio delle mie scarpe.
- So che sei lì - mi disse.
Uscii fuori, ma non andai nella sua direzione.
- Perché sei qui? - continuò seguendomi.
- E tu?
- Te l'ho fatta prima io la domanda.
Sbuffai. Percepii un lieve sorriso sul suo volto quando mi raggiunse.
- Per leggere - risposi - siamo in una biblioteca...
- Beh, io sono venuto per scaricare le tensione.
Avevamo avuto la stessa idea.
Si avvicinò a me, ma rimasi impassibile. Mi prese per un braccio cercando di baciarmi.
- No, no - dissi.
- No, cosa?
- È inaccettabile che tu mi abbia chiamata bambina davanti a tutti.
- Ti chiedo scusa, per quello. Davvero, mi dispiace. Ma per il resto sono ancora convinto di ciò che ho detto.
Lo guardai male.
- È inutile che mi guardi così. Non sei da sola, devi capirlo.
Abbassai lo sguardo, ma mi baciò lo stesso.
- Ho visto qualcosa nel bosco, ieri - gli dissi infine.
- Cosa?
- Forse è meglio se ne parliamo anche con gli altri.
- Andiamo.
A cena, dopo la prima portata del pasto, presi la parola. Ma non iniziai con il discorso che avevo fatto con Jack. La questione di Treb era rimasta in sospeso.
- Cosa ne pensate di Treb? - chiesi all'improvviso.
Tutti mi fissarono come se avessero visto un fantasma. Ne avremmo dovuto parlare prima o poi di quello strano ragazzo.
Greg indovinò i miei pensieri:
- Beh, la situazione si complica.
- È esatto - rispose Lady Lit - lo addestrerà più duramente dell'ultima volta. Ma secondo me è solo un ragazzino impaurito.
- Io l'avevo già visto - sbottai.
Tutti mi fissarono ancora.
- Con Ily. L'anno scorso, in un bar: ci ha servite.
- Ily era presente? - si allarmò Greg.
Annuii.
- E perché non me l'hai mai detto?
- Perché non ne abbiamo mai parlato.
Fece per replicare, ma fui più veloce io:
- Lo so che rischia. Ma lo sai anche tu. Potevi pensarci prima.
- Ora basta!
- Basta, sul serio! - si intromise Lady Lit - ma che vi prende?
Fece una pausa e calò il silenzio per qualche momento.
- Treb era stato mandato da Moror per controllarvi - riprese - non trovo altra soluzione. Ily si è trovata nella situazione senza rendersene conto, Debby non ha colpe.
- Ma quando torneremo a New York per cercare il decimo membro, lei sarà in pericolo, se Treb può raggiungerci così facilmente! - disse Greg.
- Non lo sarà perché Ily non verrà - dissi.
- È mia moglie, non posso escluderla.
- Tu non la farai entrare in questa storia, Greg. È tua moglie, ma non metterla più in pericolo di quanto già lo sia ora. Ily era lì, ma non prendeva parola. La guardai più volte incoraggiandola a farlo, ma sembrava non accorgersi di me.
Ci fu un momento di silenzio, poi Lady Lit riprese la parola:
- Chissà perché Treb ha quella maschera.
Già. Perché aveva quella strana maschera...
Jack mi guardò incitandomi a prendere il discorso di ciò che avevo visto nella foresta. Aspettai qualche minuto, poi cominciai.
- Sono andata nel bosco, ieri - dissi.
- Davvero? - chiese Laurie.
Lady Lit continuò a mangiare, senza guardarmi e annuendo.
- Ho visto una porta incastrata a terra con due ante - tirai tutto d'un fiato - una sorta di botola.
Mentre per gli altri non fu niente di interessante, Lady Lit posò la forchetta e, a quel punto, mi guardò.
- Ne sai qualcosa? - continuai.
- No - sorrise - sicuramente ti sei sbagliata.
- No, Lady Lit - replicai - io l'ho vista. Era sigillata. Troppo, a mio parere.
Gli altri ascoltavano la nostra discussione senza dire nulla, ma vidi pian piano le facce di tutti incuriosite dall'argomento.
- Andiamo Debby, una porta incastrata a terra? Ma ti senti? Non ha senso. Sarà una comune botola, ma addirittura una porta...
- Beh, ha una chiusura strana...
- Non so di cosa stai parlando, davvero.
Sapevo che mentiva: non poteva non sapere ciò che riguardava il suo regno.
Continuammo a mangiare e Lady Lit cominciò a parlare di altro. Il discorso cambiò velocemente. Ma Dave mi lanciava occhiate: probabilmente ne voleva sapere di più.
Jack, seduto vicino a me, mi sussurrò:
- Debby, sei sicura?
- Certo.
- Pensi nasconda un segreto?
- Penso che ci sia qualcosa... Non capisco perché Lady Lit non ce ne parli... Hai notato che non ci dice più niente in questo periodo?
- Forse non ce ne parla perché non è così importante. Sarà una botola qualsiasi.
- E perché è sigillata?
Non rispose. Ma il suo sguardo mi fece capire che stavo esagerano ancora.
Ma cos'è che non gli va bene?
Ero stanca di essere valutata da Jack in continuazione. Ma che c'è che non gli andava? Smisi di curarmene.
Potevo sbagliarmi, ma perché rinunciare a capire la verità? Ero sicura che anche gli altri erano curiosi. Se Lady Lit non voleva aiutarci, l'avremmo fatto da soli.

Quella sera, tardi a mezzanotte, convocai tutti nel mio soggiorno per discutere del problema. Ci mettemmo sui divani.
- Quindi pensi che nasconda qualcosa? - disse Dave infine.
Annuii.
- Chissà perché Lady Lit non ce ne parla - disse Melanie.
- Sta proprio lì il punto: perché? - risposi.
Guardai Jack, ma non rispose: si limitò a guardarmi di conseguenza.
- Se è chiusa ci sarà una chiave per aprirla - disse Vanessa.
- Si, ma chissà dove sarà - rispose Greg.
Vanessa aveva una forte dote di autocontrollo per le sue emozioni: se non mi avesse detto nulla riguardo il mio migliore amico, avrei continuato a pensare che lei non avrebbe nutrito nessun sentimento per lui. Io, in confronto, mi sarei demoralizzata.
- Potrebbe essere in tutta Cornflower - disse Walter.
- Che ne dite se ci dividiamo per cercare la chiave? - proposi.
- Io ci sto - rispose Laurie.
- Dovremmo fare tutto di nascosto da Lady Lit - rispose Fanny.
Annuii.
Mano a mano tutti approvarono l'idea. Jack era un po' titubante, ma alla fine, per via della maggioranza, decise di accettare. Mi augurai che Lady Lit non ci scoprisse.


Alla prossima settimana con il capitolo 5  cosa succederà? ♡♡♡ grazie lettori♡ xoxoxoxoxooo vi amo😚

IRIS - I'm supernaturalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora