CAPITOLO 7: LOCANDA YOUNG

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Una volta tornate al castello, i ragazzi ci piombarono davanti.
- Allora? - chiese Dave.
- Dobbiamo tornare a New York - risposi.
Raccontai loro la mia teoria e sembrarono essere d'accordo.
- Dovremo stare attenti a Moror, visto che sarà in circolazione - rispose Walter.
Ma sapevamo come gestire questa cosa: del resto, non era la prima volta che eravamo in pericolo a New York con Moror che era lì da circa 18 anni.
- Ragazzi, credo che dovremmo parlarne con Lady Lit - dissi - è arrivato il momento.
- Non oso pensare a come la prenderà! - disse Melanie con le mani sul viso.
- Lo farò io - risposi infine.
Silenzio.
- Daltronde l'ho fatta incominciare io questa cosa - dissi infine.
Effettivamente, anche se più o meno sapevo e non sapevo a cosa andavo incontro, era giusto che prendessi io in mano la questione. Avevo trascinato io gli altri in quel casino.
- Cosa succede qui?
Lady Lit ci piombò davanti radiosa.
- Ti dobbiamo parlare - cominciai.
Presi coraggio, non facendomi condizionare dalla sua espressione curiosa.
- Ricordi la botola di cui ti ho parlato l'altra sera a cena?
Esitò un momento.
- Si? - disse infine.
- Ho scoperto che c'è una chiave per aprirla - feci una pausa - e anche una mappa per arrivarci.
Lady Lit deglutì.
Ci guardò ognuno in silenzio cercando di nascondere una tensione di cui non capivo il motivo, ma che, a differenza degli altri, avevo capito che sentiva.
- Debby - disse calma sorridendo nervosa - puoi venire con me un momento? Voi altri potete andare.
La seguii nella sua stanza. Stette in silenzio per tutto il tragitto, ma quando entrammo, la sua voce si fece ben sentire.
- Chiudi la porta! - disse fredda.
Si mise davanti alla finestra come suo solito e attesi il rimprovero.
- Dimmi che ho sentito male, prima.
Non mi guardava, era di spalle.
- Mi dispiace, è la verità - risposi calma.
- Ti rendi conto? - gridò girandosi.
- Il posto era nascosto, dovevi parlarcene.
Si avvicinò furiosa e si mise davanti a me. Non avevo mai visto questa Lady Lit aggressiva, e non mi piaceva.
- Cosa avrei dovuto fare, io? - disse ironica.
Scoppiò in una risata.
- Debby, io credo che tu debba calmarti.
- Scusa?
- Si. Non credere che essendo il capo tu possa fare ciò che vuoi! Tu devi dirigere l'organizzazione, ma non puoi fare tutto di testa tua. Se non mi rendi partecipe, io non posso proteggervi, lo vuoi vuoi capire o no?
- Ma la botola era importante!
- Se era nascosta, c'era di certo un motivo, non credi? Non dovevi andare lì. Era pericoloso sapere tutto questo, lo capisci?
- No, non lo capisco. Spiegamelo. Spiegalo a tutti!
Ma mi ignorò.
- Tu ora posi la mappa e questa idea di trovare la chiave per aprire quella dannata botola!
- Perché? Cosa nasconde?
- Smettila! - gridò. Ma si mise le mani davanti la bocca quando capì che stava gridando esageratamente.
- Smettila...- ripeté sfinita.
Provai ad avvicinarmi, ma appena feci un passo per replicare alzò la mano:
- Esci, per favore.
Non insistetti. Aprii la porta e trovai tutti gli altri, sorpresi ad origliare.
- Non avete altro da fare, voi? - disse Lady Lit.
Andai nella mia camera, seguita dagli altri.
- Deb, non è colpa tua - mi disse Jack. Mi strinse e ci mettemmo tutti in cerchio, in silenzio.
Ero dispiaciuta di averla fatta disperare, ma io dovevo sapere.

***

Dopo pranzo Jack venne nella mia stanza.
- Avanti - dissi - ah, sei tu.
- Chi volevi chi fossi?
- Non lo so.
- Senti, mi dispiace - venne da me - non volevo essere indifferente l'altra sera a ciò che hai scoperto.
Annuii.
- È che da quando è successa questa cosa, non sei più la stessa.
Ci riflettei. Effettivamente mi stava prendendo un po' troppo la foga per ciò che stava succedendo. Dovevo moderarmi. Anche per Lady Lit.
- Lo so, hai ragione - gli sorrisi - vieni qui.
Mi baciò sulla fronte.
- C'è una festa giù al paese, stasera. Andiamo?
- Certo! - sorrise - Lady Lit lo sa?
- Cerco di dirglielo dopo.
Avevo intenzione di riprovare a parlarle. Ormai la frittata era fatta.
- Perché sei andata con Dave alla botola?
- Non fare il geloso, ora - sorrisi.
- Non sono geloso di Dave, è il mio migliore amico.
- L'avevo visto interessato, a cena.
- Ti proteggerò ovunque andremo. Sappilo.

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