CAPITOLO 9: A MENSA

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Il suono della campanella segnò l'ora del pranzo, così scendemmo subito giù a mensa. Occupammo il tavolo per dieci posti, anche Ily si sedette con noi e Jack anche, perché non andò con i suoi amici.
- Possono sedersi qui anche loro, se vuoi - gli dissi.
- No, non vorrei che ci provassero troppo - mi rispose.
- Con chi?
- Con te!
- Ma...
- Credimi, li conosco.
- Ok.
Era strano vederci tutti insieme, Jack compreso, perché non si era mai seduto a mangiare con noi prima, ma, allo stesso tempo, era bello.
Si era lasciato un po' più andare con gli altri in quell'ultimo anno e anche loro si erano presi più confidenza con lui.
Mentre lo vedevo ridere e scherzare, mi chiesi come avrei mai potuto vivere senza di lui. Pensai a cosa avrei mai potuto fare se si sarebbe innamorato di un'altra donna. Lo so che il tramonto dell'amore aveva segnato il nostro destino, ma non dovevamo stare per forza insieme, ci aveva solo unito. Ed era ben diverso. Ed io avevo paura di perderlo.
- Mi spieghi perché porti il cappello a scuola? - chiese Fanny a Walter.
- È più figo metterlo a scuola - rispose pavoneggiandosi.
Melanie alzò gli occhi al cielo con un mezzo sorriso.
Vanessa era vicina a me e ne approfittai per parlarle, visto che gli altri già stavano parlando tra loro di altre cose.
- Com'è andata con quel ragazzo, ieri sera alla Locanda?
- Ah - sorrise - Alex!
- Si chiama così? - le chiesi con un sorriso.
- Si, è molto carino. Non sembra un cretino come avevo pensato all'inizio.
- E...?
- "E", cosa?
- Beh, racconta!
Guardò gli altri e poi Greg e si fece più vicino a me per non farsi sentire.
- Fa il fabbro, suo padre è il più rinomato del paese. Ha 22 anni ed è single.
- Beh, direi che quest'ultima è la cosa che ci interessa di più - scherzai.
Lei rise e guardò Greg, che non si accorse di lei. Come non se ne accorgeva mai. Capii perfettamente ciò che pensava.
- Non ti devi sentire in colpa se parli o ti frequenti con un altro ragazzo - le dissi.
- Non è questo. È che sono persa di Greg da quando avevo 14 anni, che adesso ho paura a ricominciare.
- Ti piace questo Alex?
- Si, sono stata bene. Vorrei continuare a conoscerlo, ci siamo scambiati anche i numeri di cellulare. Mi ha detto che se mi faceva piacere potevo andarlo a trovare a lavoro.
- E allora che c'è che non va in lui?
- È arrivato troppo presto...
- Forse sei tu che ti sei svegliata troppo tardi.
Rimase un po' in silenzio. Poi ripresi la parola, dopo essermi versata un po' d'acqua nel bicchiere.
- Non stai facendo niente di male, ricordatelo: meriti anche tu la felicità.
- Lady Lit non me lo permetterebbe. Sono una principessa, lui è un fabbro.
Merda.
- Oh, al diavolo. Che ti ha detto lui?
- Non lo sa...
- Cosa?! Glielo dovresti dire...
- Non avevo considerato questa parte...
Ed effettivamente non l'avevamo considerato. Cosa avrebbe detto Lady Lit? Che non doveva assolutamente rivederlo. Che una principessa avrebbe dovuto sposare un principe. Al diavolo tutte quelle regole! A volte non era così divertente essere una principessa. Il protocollo era troppo severo. Alla fine Lady Lit doveva sapere sempre tutto su di noi, era diventato un obbligo. E in quell'ultimo periodo, visto le tensioni che c'erano state, era molto difficile avvicinarsi a Lady Lit e parlarle. Non era cattiva, non lo era mai stata, era solo impaurita quanto noi per la battaglia che si stava riavvicinando. E poi c'era l'evento inaspettato del mio trovamento della botola. E la ricerca del decimo Prescelto che lei già sapeva chi era. Erano preoccupazioni pesanti da gestire e sopportare, dopo tutto quello che aveva passato nella sua vita. Quindi capivo anche lei. Dovevamo solo essere più fiduciosi gli uni con gli altri.
- Quando torniamo a Cornflower provo a parlarle.
Annuii in segno di approvazione.
- Avete visto queste due parlare fitte fitte? - disse Walter con il braccio sulle spalle di Melanie. Indicò me e Vanessa che riportammo subito l'attenzione a loro e agli altri.
- Cosa? - chiesi, facendo finta di niente.
- Dai, rendeteci partecipi!
- Non c'è niente di importante da dire... - disse Vanessa.
- Vanessa si sta frequentando con quel ragazzo della locanda - dissi tutto d'un fiato.
Gli altri fecero delle urla di approvazione e Vanessa mi diede una gomitata sorridendo.
- Ci stiamo solo conoscendo - disse.
Walter diede un'occhiata impercettibile e veloce a Greg che mi fece fare un'espressione di sorriso misto alla curiosità di quel gesto.
- E vi siete cominciati a sentire sul cellulare, vero? - le chiese Walter.
- Beh, i cellulari non prendono da New York a Cornflower, idiota - scherzò Vanessa.
- Ah, si eh?
Walter tirò una mollica di pane a Vanessa e iniziò una guerra di pane che volava tra noi. Greg e Ily all'inizio non parteciparono, anzi lui la baciò con un'espressione perplessa, a mio parere. Ma io ruppi quell'atmosfera e si unirono anche loro a tirare il pane. Dopo alcuni minuti, tutta la mensa era immersa di gente che si tirava molliche: avevamo scatenato la confusione.
Quando tutti mano a mano ci ricomponemmo, mi sentii improvvisamente osservata, ma non capivo da chi. Guardai impercettibilmente verso tutte le direzioni, ma ognuno era assorto nei propri affari con altre persone. Ma avevo avuto gli occhi addosso da qualcuno che non avevo capito chi fosse.
- Tutto bene? - mi chiese Jack.
- Si - risposi nervosa.
Continuò a guardarmi come se ci fosse dell'altro.
- Sto bene, ho detto - ripetei.
Alzò le mani in segno di arresa e io mi scusai per il brutto modo che avevo usato per rispondergli. Sorrise e mi sentii restringere il cuore.

Ciao lettorss, ho pubblicato oggi questo capitolo perché sia questo che quello precedente sono corti... contenti? Votate, commentate... che ne pensate? xoxoxo😘😘😘 vi amo♡☆

IRIS - I'm supernaturalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora