- Chi è? - gridai.
Silenzio.
Pensai che Ily mi fosse corsa subito dietro.
- Ily, te l'ho detto, voglio stare da sola! - aprii la porta.
Ma non era lei. Deglutii. Treb mi fissava, ma non con il solito sguardo freddo e fulminante. Era uno sguardo leggermente preoccupato, profondo, che mi stava entrando negli occhi. Abbassai lo sguardo asciugandomi il viso con una mano.
- Tutto bene? - mi chiese.
- Perché sei qui? - gli dissi.
- Avevi detto che non ti sentivi bene, prima.
- E non capisco cosa può interessare a te.
Si mise le mani nelle tasche.
- Sto cercando solo di fare conversazione...
- Non so cos'hai in mente, Treb, ma vai via - rientrai dentro, voltandogli le spalle - Jack potrebbe arrivare.
- E tu ti comporti a seconda di ciò che fa il tuo principe? - disse con superbia e sbattendo la porta.
Mi voltai subito.
- Come ti permetti, brutto...
Ma in un attimo fu davanti a me con il mio polso serrato.
- Come ti permetti tu di insultarmi! - mi disse serrando le mascelle.
Ma la mia testa mi diceva che stava architettando qualcosa. Era strano il suo comportamento, non mi fidavo di lui e di ciò che stesse pensando. Anche solo per farmi cadere da un momento all'altro. Forse stava usando quel momento della mia fragilità a favore della sua forza e dei suoi pensieri. Perché tutto questo interesse?
- Smettila di fare questo giochetto, Treb!
- Non sto facendo nessun giochetto. Sono solo venuto a sapere se avevi bisogno di qualcosa!
- Sto bene! Ah! - la stretta faceva più male - lasciami!
- Che ragazzina! - lasciò bruscamente il polso.
Feci per dargli uno schiaffo, ma mi prese il polso con l'altra mano. Non disse nulla, ma ora aveva lo sguardo fulmineo di sempre e serrava ancora le mascelle. Ma quando mi guardò negli occhi mi sentii pervasa. I nostri visi erano vicino, troppo, e lui cambiò sguardo, così, senza un vero motivo, forse perché percepì anche lui che stava cambiando l'atmosfera. Sembrava avesse occhi più sinceri, in quel momento. Per quanto lui fosse così bello, deglutii e abbassai la testa. Lui delicatamente lasciò la presa del mio polso.
- Perdonami, non sarei dovuto venire qui - disse a bassa voce.
Non era arrabbiato, solo consapevole di ciò che aveva appena detto.
Lo lasciai andare con i pensieri che crescevano nella mia testa. Pensai a cosa sarebbe potuto accadere se non avessi detto quelle cose e se avessi risposto semplicemente alle sue domande preoccupate. Decisi di non raccontare a Jack ciò che successe.***
I giorni passarono e il Natale era sempre più vicino.
Da quella sera non parlai con Treb, un po' perché ne mancava l'occasione, un po' perché facevamo tutto per evitarlo.
Era tornato in soffitta a mangiare i pasti e nel castello non si vedeva quasi mai.
Quanto a Jack e Laurie li vidi una volta sola parlare: niente di eclatante, ma struggente per me. Anche Ily mi diceva che non riusciva mai a beccarli insieme in flagrante.
Volevo credere a lei che pensava fosse solo qualcosa da capire, qualcosa con una spiegazione, mentre io avevo davanti agli occhi quelle scene da non riuscire a mantenere la calma e la lucidità.
Passeggiavo nel giardino sola, mentre Walter, Vanessa, Melanie, Ily e Greg giocavano a pallavolo, più lontano, quando una voce scosse i miei pensieri.
- Deb! - era Jack.
- Ciao - dissi continuando a camminare.
Mi fermò.
- Tesoro cos'hai? Sei strana in questi giorni.
Mi guardai intorno come se fossi interessata a vedere l'ambiente circostante.
- No, tesoro, sto solo vedendo la realtà con occhi diversi - riposai lo sguardo a lui.
- Che vuoi dire?
- Quello che ho appena detto.
Controllai l'orologio per porre fine il prima possibile a quella conversazione.
- Devo andare - dissi - Lady Lit mi starà aspettando - mentii.
Lo baciai velocemente e feci per andarmene, ma mi serrò il braccio.
- Cosa c'è Deborah?
Non mi chiamava mai con il mio nome intero e ammisi a me stessa che quel tono arrabbiato e confuso mi faceva male ulteriormente.
- Sono solo stanca Jack, perdonami.
- Pensi davvero che sia uno stupido?
Mi conosceva troppo bene per capire che c'era qualcosa che non andava.
- Ho solo detto che andrò da Lady Lit - mentii ancora.
- Deb...
Ma lo ignorai nuovamente e mi affrettai per entrare nel castello.
Dopo la prima scalinata verso gli appartamenti, svoltai e trovai Treb che mi venne addosso. Ci guardammo per un secondo.
- Scusa - disse - non ti avevo proprio vista.
- Non preoccuparti.
Cercammo di superarci più volte, poi mi prese per la vita e passò. Provai una scossa a quel tocco. Scese uno o due scalini, poi mi chiese:
- Come stai?
- Non c'è male.
Si dondolò sui piedi.
- Mi dispiace per l'altra volta. Sono stato un po' brusco.
Sorrisi forzata.
- Ora vado - dissi.
- Braun?
- Si?
- Buon Natale, se non ci vediamo.
- Non starai con noi la notte di Natale?
- Non credo. Non sarei il benvenuto.
- Parlane con Lady Lit...
- Ora vado, Braun, buon proseguimento di giornata.
E se ne andò via.
Mi sarebbe dispiaciuto se non fosse rimasto con noi per la notte di Natale. Mi sarebbe dispiaciuto? È quasi il nemico, Deborah! Ma che dici?
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IRIS - I'm supernatural
FantastiqueSECONDO CAPITOLO DELLA TRILOGIA------ È passato un anno da quando Cornflower è tornata come era un tempo. Ma il regno è ancora in pericolo perchè Moror tornerà a breve e non da solo. Quel Treb presenta davvero una minaccia. E chi sarà il decimo Pres...