Nel mio mondo, 1 agosto 2014

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La casa di Daniele è attaccata a quella dei miei. I suoi contorni mi accolgono appena entro nella stradina.

Una macchina rossa è parcheggiata fuori da casa di Dani.

E' una macchina che non riconosco.

Rallento la mia corsa, un pò per stanchezza, un po' per curiosità.

La porta di casa si apre e ne esce Sara, fasciata in un paio di shorts pieni di brillantini e un top senza spalline.

Ho un tuffo al cuore quando si sporge per dare un bacio a Daniele.

Cammino veloce per non farmi sorprendere mentre li guardo e mi nascondo dietro la siepe che divide le nostre case.

Li vedo scambiarsi carezze affettuose, sussurrarsi paroline con degli sciocchi sorrisi sul volto.

Riluttante mi giro e me ne torno a casa mia. Sono stata via due ore, sono le tre e il sole caldo bacia tutto il mio giardino.

Una doccia rinfrescante è quello che mi ci vuole.

Ma prima mando un messaggio a Lorenzo. Credo che sarà una distrazione perfetta dai miei pensieri strani.

Mi spoglio veloce e mi tuffo sotto il getto, l'acqua è alla teperatura ideale e mi rilasso completamente sotto il getto.

Quando esco, tutte le preoccupazioni che ho avuto oggi sono svanite. L'idea che forse rivedrò Lorenzo mi eccita parecchio. La suoneria insistente del mio cellulare mi fa sobbalzare, e comincio a cercare per tutta la stanza il cellulare avvolta in un asciugamano striminzito, mentre i capelli bagnati gocciolano ovunque.

Una volta trovato il cellulare guardo il display. Lorenzo!

-Ehi, ciao!- rispondo allegra.

-Ehi, piccola...-

'Piccola!'

-Purtroppo stasera sono bloccato dal lavoro, ho avuto degli imprevisti... Se vuoi passo a prenderti domani-

E' sembrato a me o nel suo tono di voce c'era un pò di apprensione?

-Mi sembra perfetto! Mandami un messaggio con l'ora!

-Certo piccola, a domani-

Mi ha chiamata piccola!

Dato che non uscirò stasera, decido di andare a fare un pò di foto. Prendo la mia macchina fotografica e mi avvio a piedi verso i campi. Sono quasi le cinque, il sole ha quasi finito di descrivere il suo semicerchio e la luce è strordinaria. Di quì a qualche ora sarà buio, e il tramonto, insieme all'alba, è il mio momento preferito per fotografare.

Qui a casa, quando il sole cala, riempie il cielo di un'arcobaleno di colori. Il cielo si tinge di arancio, giallo, viola, porpora, fucsia, blu e colora anche la terra. Le sagome nere degli alberi che si stagliano su questa tavolozza di colori è magnifica, sembra che qualcuno abbia appoggiato della china su un foglio e abbia soffiato, spargendola e lasciando marcate scie nere sullo sfondo colore del paradiso. Perchè, se penso al paradiso spero che sarà così. Con i colori del tramonto su casa mia.

Dopo mezz'ora di camminata mi ritrovo fuori dal paese, in un parco immenso. Le luci sono spettacolari e trovo un punto perfetto dove scattare le mie foto. Uno stormo di aironi solca il cielo purpureo, i loro corpi sono virgole nere nel cielo, e penso che non ci sia nulla di più bello. Rimango a fotografare, osservare e sorridere da sola per quasi un'ora. Il buio sta avanzando velocemente ora, è meglio se torno a casa.

Una volta dentro casa, l'odore della cena mia fa brontolare la pancia mi rendo conto che oggi non ho mangiato nulla. Mi fiondo in cucina dove trovo la mamma china sulle pentole e le dò un bacio sulla guancia.

-Ciao mà-

-Tesoro!- dice sussultando leggermente -Mi chiedevo ora dove fossi finita. Ceni?-

-Certo, mamma. Cosa stai preparando?-

-Pollo al curry e verdure-

-Ti serve una mano?-

-No, amore, tranquilla, tu riposati. Per le 7 la cena è pronta. Sai com'è fiscale il papà-

Sorrido e me ne esco dalla cucina sgranocchiando un grissino. Poi decido di andare in camera e di scaricare tutte le foto che ho fatto oggi.

Quando apro il file della memory card, un'infinità di foto si riversano sul mio schermo, facendomi sospirare. Scarto quelle che non sono riuscite bene, metto in una certella con scritto 'Mostra' quelle che mi piacciono e poi le sposto tutte quante su un hard disk esterno.

Una volta aperto l'hard disk, una cartella attira la mia attenzione.

'Capodanno 2009'

Clicco sopra e una cascata di foto si apre ai miei occhi. Foto di me, Dani e una delle sue centinaia di ragazze sbagliate, foto di una torta con scritto 'Buon 2009!', foto dei fuochi d'artificio che il papà di Daniele aveva deciso di sparare nel giardino di casa dei suoi nonni, che ha portato a un principio di incendio dell'albero che aveva in giardino. Il pensiero mi fa ridacchiare, quando, scorrendo tra le immagini ne scorgo una in cui ci siamo solo io e Dani. Non so chi l'ha fatta, ma certamente non io. Nella foto ci siamo io e Dani, seduti una di fronte all'altro sul divano. Ricordo quel momento, seppellito sotto anni di sentimenti. Lui mi stava dicendo che la ragazza che era lì con lui quella sera non era quella giusta. Dani non mi aveva mai parlato così apertamente di una ragazza. Il suo cuore era completamente esposto e credo che l'alcol fosse il colpevole. Ma io non avevo bevuto. Quell'anno avevo guidato io. E quando mi aveva trascinato su quel divano, e aveva cominciato a dirmi quanto fosse infelice con Giada, avevo sentito qualcosa sbocciarmi nel petto. Quel qualcosa nella foto si vedeva appena: nella mia postura, forse, nel mio sguardo attento e adorante, non lo so. Ma il suo abbraccio alla fine del discorso aveva strappato via dal mio cuore quella sensazione, gettandola via come se fosse un'erbaccia. E io avevo assecondato tutto.

-Ire! E' pronto!- la voce di mia madre adalla scale mi stacca dai miei pensieri, mentre spengo il computer e lascio nella cartella 'Capodano 2009' i miei desideri inespressi.

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