Camera da letto, 6 settembre 2014

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Mi lascio trascinare, come un ramoscello dalla corrente di un fiume. Mi lascio guidare, per corridoi sconosciuti, fino alle stanze dove il tempo pare essersi congelato. I letti a baldacchino, i mobili in legno scuro e antico, i quadri dipinti con pennellate spesse e decise, le tende lisciate dal tempo.

Tutto qui dentro parla con parole passate, vecchie ma tenaci, preziose.

Preziose come le mani di Lorenzo sul mio corpo.

Preziose come le sue dita che cercano sicure la cerniera del mio vestito, abbassandola con una lentezza lacerante, e il mio respiro pare un battito di ali veloci.

Preziose come le scie lasciate dallo chiffon che mi accarezza etereo mentre Lorenzo me lo sfila.

Preziose come i battiti del suo cuore e il ritmo del suo respiro

E intanto torna la sensazione di volere questo, tutto questo, lui. Di volerlo non solo per un momento, per completare una scena, come una comparsa, ma di volerlo sempre, come attore protagonista.

E' questo l'amore?

Non lo so, non riesco a pensare, non con i suoi baci che riempiono i miei contorni. Non con le sue dita che abbassano il mio intimo, lasciandomi completamente esposta. Così lascio i miei pensieri in pausa, decisa a riprenderli quando la mia mente sarà libera.

Mi giro, lo attiro a me, lo bacio.

Sciolgo il papillon, sbottono la camicia, sfilo la giacca.

Mi mordo il labbro, gli slaccio i pantaloni, gli tolgo tutto.

Ora siamo uguali. Ora siamo liberi.

Mi raccoglie, mi prende tra le sue braccia e continua a guardarmi, con il respiro corto che va a ritmo con il mio.

Mi adagia sul letto, scostando le tende che lo separano dal mondo ed entriamo in un'altra dimensione. Le tende si richiudono dietro di noi, lasciandoci soli, nudi e con una voglia incredibile di toccarci l'anima a vicenda.

Lo bacio. Mi bacia. Ci desideriamo.

Sopra. Sotto. Insieme.

Il tempo si ferma.

****

Una luce gialla filtra dalla finestra, svegliandomi. Tasto il letto in modo assonnato, ma lo trovo vuoto.

-Lorenzo?-

Nessuna risposta alla mia domanda. La seta delle lenzuola mi scivola addosso come il vento, io la attiro a me e fascio il mio corpo in un vestito improvvisato. Comincio a vagare per la stanza cercando un'indizio che mi sveli dove sia Lorenzo, ma nulla mi spiega la sua assenza. Noto che i suoi vestiti non ci sono.

Cosa faccio? Vado a cercarlo o lo aspetto qui?

Ci penso su un pò, ma alla fine decido che è meglio aspettarlo qui in camera. Quindi decido di farmi una doccia veloce. Lentamente lascio scivolare sul letto il lenzuolo che mi copre e vado in bagno. Anche se bagno è riduttivo. Penso che sia grande quanto il mio appartamento a Udine.

La doccia è rimpiazzata da un'enorme vasca moderna che riempie il centro della stanza, riempita con acqua profumata e petali di rose rosse che galleggiano sulla superficie della schiuma. Tre grandi vetrate che danno sul parco dietro la villa fanno entrare un sacco di luce, facendo risplendere i cristalli del lampadario appeso al soffito. Dietro un separè trovo un cambio completo: vestitino a fiori, intimo e scarpe, rigorosamente con il tacco. Sorrido pensando alla premura di Lorenzo. Torno alla vasca e saggio la temperatura dell'acqua. Perfetta. Accanto alla vasca un tavolino occupato solo da un piccolo telecomando. Curiosa tocco il tasto di accensione e una melodia intensa e seducente di un violino accompagnata dalle note gravi di un pianoforte mi avvolge. Immergo un piede, poi un'altro infine infilo il corpo intero sotto quest'acqua che mi ricopre dolcemente come un mantello di velluto.

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