Lungomare di Caorle, 2 agosto 2014

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-Dimmi dove sei che ti raggiungo- Brava Ire. Hai mollato. Spera davvero che non sia un maniaco sessuale.

Non appena mi dice dov'è pago ed esco dal baretto, incamminandomi lungo il corso.

Una sensazione strana si appropria dei miei movimenti, mi fa sentire tesa come un elastico, pronta a tornare indietro al primo cedimento.

Non posso crederci.

Il caldo è diventato soffocante. O forse sono io che non riesco a respirare bene.

Sono quasi sul lungomare. Il cellulare vibra per l'ennesima volta.

-Dani!-
-Ire, che c'è? Tutto bene?- il suo tono di voce preoccupato mi scalda il cuore.
-Ehm..ecco sì-

Che faccio ora?

-Dove sei? Vengo a prenderti?-
-Sono a Caorle. E..- Scappo? Torno sui miei passi e aspetto Dani? Vado avanti? Incontro Lorenzo e mi faccio spiegare che cos'è successo poco fa? La confusione più totale occupa la mia mente.
-E? Ire, così mi preoccupo..-
-No, tranquillo, va tutto bene. Se dovessi avere bisogno ti chiamo-
-Sicura?- una sfumatura di apprensione colore questa semplice parola. Sono sicura?
-Sì, sicura. Ci vediamo stasera-
-Ok... A stasera. Stà attenta-
-Come sempre-
-E chiamami se hai bisogno-
-Certo-
-Ciao, Ire-
-Ciao Dani-

Chiudo la chiamata proprio mentre imbocco il lungomare.

La gente affolla la larga camminata. Gli scogli trasformati in sculture fanno da cornice al mare color topazio. Coppiette mano nella mano si scambiano effusioni mentre camminano, i papà portano sulle spalle i bimbi più piccoli, tutti armati di occhiali da sole e cappellini con visiera colorati.

In lontananza, il candore della camicia di Lorenzo mi abbaglia. Sto facendo la cosa giusta? Non ho tempo per ripensarci, i suoi occhi indagatori, che fino a un momento fa scandagliavano la folla ora sono fissi nei miei, mi scavano dentro.

Si incammina verso di me, a passo sostenuto. Io sto ferma, a ribadire che quello in torto è lui. Anche se ho un'inspiegabile voglia di saltargli addosso e sentirlo dentro di me come stanotte.

-Irene- dice, ora è molto vicino. Posso sentire il suo profumo, mescolato a quello del mare. E' inebriante.
-Lorenzo-
-Quello che hai sentito... E' stato tutto un malinteso... Io...- il suo sguardo sembra non avere filtri. Tutto ciò che prova, i suoi occhi lo rivelano.
-E' una storia lunga, Irene..-
-Parti dall'inizio. Come ti chiami?-

Si irrigidisce e comincia a guardarsi attorno. E' indeciso.

-Lorenzo- poi punta i suoi occhi dentro i miei e aggiunge -De Marchi. Lorenzo De Marchi-

Dema. Ora capisco perché quel soprannome significava qualcosa. Lui deve essere il figlio del famoso Ambrogio De Marchi. Uno degli imprenditori più ricchi del triveneto, famoso in tutto il mondo per i grattacieli dalle forme bizzarre che ha progettato, da New York a Dubai. Ora capisco la villa di Lorenzo.

-Ascoltami, Irene. Non conosco molte persone che non sanno chi io sia. Quando quella sera mi hai buttato addosso il drink, all'inizio ero infuriato. Poi quando ti ho cercata e tu non hai strabuzzato gli occhi come di solito fanno le ragazze sono rimasto colpito-

Effettivamente non avevo idea di chi fosse, e a dire il vero se lui non me lo avesse detto probabilmente non lo avrei mai saputo. Lorenzo comincia a fissarsi le punte delle scarpe, ovviamente firmate.

-Non me lo aspettavo. E, quando la rabbia è passata, mi sono reso conto che eri carina. Molto-

Accenno un sorriso. Un complimento era l'ultima cosa che mi aspettavo da questa chiaccherata. Ma la sensazione che non mi stia dicendo tutta la verità mi rende sospettosa. Non farti abbindolare, Ire.

Ti ricordi, Irene?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora