Il tragitto fino a casa mia è abbastanza silenzioso. Il tempo lo passo a spostare lo sguardo da Lorenzo al paesaggio. Lui è davvero carino. Mi farebbe piacere rivederlo.
La BMW accosta davanti a casa mia. Un po' di imbarazzo carica l'atmosfera: in questo momento non vorrei scendere da questa macchina, mi piacerebbe tornare indietro a stanotte. Il pensiero mi fa arrossire e comincio ad armeggiare con la cintura, tentando di slacciarla. La sua mano mi arriva in soccorso, sfiorandomi e facendomi venire la pelle d'oca.
Lui toglie la mano e sul suo viso riappare quello sguardo confuso che lo fa sembrare un bambino spaurito. Tira fuori il portafoglio ma poi si blocca, e decide di prendere un foglietto di carta dal porta oggetti. Ci scrive velocemente qualcosa sopra e me lo porge.
-Il mio numero. Chiamami, anche domani. Così, se vuoi, ci rivediamo- dice con voce dolce.
Accetto il bigliettino con un sorriso e mi sporgo verso di lui lasciandogli un bacio sull'angolo della bocca.
Il quel momento la porta della casa di Daniele si apre, e lui esce quasi di corsa ma si blocca appena ci vede. Un'espressione strana, sbalordita, arrabbiata e confusa gli passa sul viso, mentre il mio sguardo arriva al suo e lui decifra ciò che stava accadendo. Ma è solo un'attimo, perché poi si gira e ritorna in casa.
-Quello è il ragazzo di ieri?- domanda Lorenzo che ha seguito il mio sguardo e ora guarda curioso la porta di casa di Daniele chiusa.
-Sì..Ora vado, ti chiamo!- dico schizzando fuori dalla macchina.
Tutto quello che è successo con Lorenzo questa notte diventa completamente insignificante. Lo sguardo di Daniele, quello, invece, mi riempie la testa. Corro preoccupata mentre Lorenzo fa inversione di marcia e se ne va.
La porta in legno scuro arriva veloce, un'altra barriera tra me e lui. Non ce ne sono mai state tra noi. E tutto questo mi fa un po' paura.
Busso leggera sulla porta, come faccio di solito. Nessun rumore familiare accoglie il mio saluto, nessuno viene ad aprirmi la porta, nessuno mi fa le solite domande. Nessuno che mi dice di andare di sopra, tanto Dani è lì. Spingo piano la porta ed entro timida. Non so contare quante volte sono entrata in questa casa, eppure ora sono qui, timorosa e riverente sull'entrata, ad aspettare che Daniele mi accolga.
Nulla.
-Dani?-
Passi pesanti fanno vibrare il soffitto, segno che lui è in camera sua.
-Daniele?- dico, a voce più alta.
-Su- risponde lui, senza la solita allegria nella voce.
Mi incammino, salgo le scale con un senso di pesantezza che non mi era mai capitato di provare andando a trovare Daniele. Ma che sta succedendo?
La porta della sua camera è chiusa, quindi busso.
Il leggero suono del CD degli U2 che esce dalla radio è l'unico rumore che si sente ora.
Apro piano la porta.
Dani è disteso sul letto, un fumetto tra le mani. Ha addosso la sua T-shirt di Star Wars, quella che abbiamo comprato assieme alla fiera del fumetto dieci anni prima.
-Dani?- chiedo di nuovo, ma lui mi ignora.
Mi avvicino al suo letto, mi lascio cadere sul bordo e finalmente i suoi occhi incrociano i miei.
-Ire- risponde duro. Il suo sguardo è di granito. Credevo che al telefono avessimo risolto. Non capisco questo suo improvviso cambio d'umore.
-Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo?-
Lui si irrigidisce, lascia il fumetto sul comodino e si gira di nuovo verso di me. Il suo profumo familiare mi aggredisce, facendomi perdere per qualche istante il filo dei miei pensieri.
-Nulla. Ero preoccupato, ieri sera-
-Lo so- dico stendendomi accanto a lui. Di solito mi abbraccia, ma stavolta si tiene a distanza.
-Ehi- dico girandomi verso di lui. Il nostri nasi quasi si sfiorano. Il suo respiro si mescola al mio.
-Sì?- domanda lui, alzando la testa e tenendola su con la mano.
-Mi dispiace che tu ti sia preoccupato ok? E' solo.. che mi avevi fatta arrabbiare-
-E questo ti autorizza a sparire dalla faccia della terra?- il suo tono è calmo, ma sono certa che dentro sta bollendo di rabbia.
-No- rispondo sommessa. Un inaspettato contatto delle sue labbra con la mia fronte mi spiazza, così come le sue mani che mi afferrano e mi stringono forti. Mi abbraccia così stretta che quasi non respiro.
Fino a questa mattina tutto, nel mio corpo e nella mia mente, era in perfetto ordine.
Questo abbraccio ha sconvolto tutto.
Mi sento come uno di quei souvenir a forma di palla con la neve dentro. Lui mi ha agitato, e ora la neve mi riempie, disordinata.
Non riesco a capire cosa provo. Le sue dita sono sempre le stesse, il suo odore non è cambiato, il battito del suo cuore è sempre lì, forte e regolare. Ma questo abbraccio è diverso. Ancora però, non so in che modo.
-Sara?- domando, cercando di allontanare questa sensazione per niente familiare che ci sta avvolgendo.
Lui si stacca e si riposiziona a pancia in su, io lo seguo. Ora siamo alla stessa altezza, distesi sul suo letto a due piazze pieno di ricordi.
-Sara l'ho accompagnata a casa. Ieri sera. Dopo averti cercato ovunque, averti vista andare via con quello e dopo il dito medio che mi hai rifilato-
Mi copro il viso con i polsi e ridacchio sommessamente.
-Smettila, pannocchia-
-Ok- dico, smettendo solo per finta di ridere.
-E quello? Si può sapere chi era?-
-Un ragazzo..- rispondo vaga.
-Dimmi qualcosa oltre l'ovvio-
-E' ricco-
-L'avevo intuito dalla macchina.. BMW X6. Poi?-
-Imprenditore figlio di imprenditori. Dirige le aziende di famiglia-
-Che aziende?- in questo io e Daniele siamo uguali. Siamo molto curiosi.
-Immobiliari per lo più. O almeno così ha detto-
-Nome?-
-Di chi?-
-Delle aziende che dirige, no?-
-Non lo so, quando gli ho chiesto che aziende dirigesse mi ha risposto 'E' importante?' e gli ho risposto di no-
-Male, dovevi indagare-
-Me lo terrò a mente-
-E il tuo principe in camicia con la BMW nera ce l'ha un nome?-
-Lorenzo-
-Uhm..E il cognome?-
-Non me lo ha detto-
-E sei andata a letto con uno di cui non sapevi nemmeno il nome?-
La disapprovazione nel suo tono di voce è evidente. Però, effettivamente, non so nulla di Lorenzo. Ma, se devo dirla tutta, non mi interessa. Quando ero con lui sentivo di non dovermi chiedere nulla, con lui sono stata bene, mi accontento.
-Cos'è, d'ora in avanti devo chiedergli un documento prima di andarci a letto?
-Potrebbe essere un'idea..-
Gli tiro un pugno leggero sul braccio, e lui ridacchia.
La normalità. La nostra normalità. Mi è mancata, da quando, cinque mesi fa, sono andata a vivere a Udine.
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Ti ricordi, Irene?
RomansaSono Irene. Sono una fotografa. Sono una vent'ottenne single. Sono la migliore amica di Daniele. Sono sua amica da sempre. Io e lui ci conosciamo a memoria. Siamo sempre insieme, qualsiasi cosa accada. Ma ho bisogno di un suo bacio, ora. Senza qu...