CAP.20 "Dream"

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HARRY'S POV.

"E così Harry, oltre ad essere il solito bambino disubbidiente sei anche frocio eh? Dio, mi fai propio schifo figliolo.. Meriti propio una bella punizione" disse mio padre guardandomi con astio e disgusto e posando sul tavolino davanti a me una cinghia di cuoio, una chiave inglese è una mazza da baseball.

"Scegli" disse con la solita voce profonda e carica di rabbia e odio, spostando la testa da un lato al altro facendo scrocchiate spaventosamente le ossa del suo collo. Deglutii e, come al solito, decisi di puntare sulla cinghia, il mio strumento di tortura preferito.

"Scelgo la cinghia, pezzo di merda. Adesso muoviti che almeno posso andarmene" dissi stringendo i denti e preparandomi alle forti frustate che mi sarebbero state inflitte di lì a poco.

Passò un po di tempo ma di frustate, nemmeno l'ombra.

A quel punto mio padre avrebbe già dovuto iniziare, eppure ancora non si muoveva dalla sua posizione iniziale. Alzai la testa guardandolo con tutto l'odio che ero capace di esprimere e: "cosa c'è, pezzo di merda? Non hai più le palle di picchiare tuo figlio? Oh già, dimenticavo! Tu non hai mai avuto le palle!" Dissi sputandogli sulle scarpe. Lui segui i miei movimenti con lo sguardo ma non si mosse, rimase fermo e in silenzio e questo mi spavento a morte.

Di solito non si faceva molti scrupoli a picchiarmi come se fossi un mulo da soma.

Il silenzio venne rotto dalla risata agghiacciante di quello che una volta era stato mio padre, alla quale reagii guardandolo stranito è leggermente impaurito.

Smise di ridere e: "Oh cazzo! Il forcetto ha tirato fuori le palle! Bene allora, credo che le frustate non servano più" disse facendo cadere la cinghia di cuoio a terra. Lo guardai confuso, cercando di capire il motivo del suo gesto. Lui sembro leggermi nel pensiero, perché rispose: "la cinghia è diventata troppo leggerà come punizione per un bambino dispettoso come te. Adesso passiamo alle maniere forti" disse tirando fuori dalla giacca sgualcita, una pistola a tamburo che mi fece raggelare il sangue.
Lui mi guardò per un attimo per poi sorridere e riprendere a parlare : "sai cos'è il gioco della roulette russa, Harry?" Chiese passandosi la pistola da una mano all'altra.

"I-io... Io n-non l-o s....s-so" risposi deglutendo rumorosamente e iniziando a tremare. Sul suo volto apparve il sorriso di un sadico che mi fece sudare freddo; lo osservai bene finché questo non si sedette e iniziò a spiegare: "allora, è molto semplice: lo vedi questo tamburo?- disse aprendo la pistola e mostrandomi il piccolo cilindro roteante- ecco, qui di norma stanno 6 pallottole. La roulette russa consiste nel metterne una sola al interno del tamburo- disse levando tutti i proiettili dai fori e rimettendone uno al suo posto- si fa girare il tamburo- disse facendo roteare quel cilindro di metallo- ed infine, si rimette al suo posto al interno del arma. Ora arriva la parte divertente- disse avvicinandosi e puntandomi la pistola alla tempia- dobbiamo premere il grilletto e vedere se sei stato fortunato oppure no." Disse premendo lentamente il grilletto del arma e facendo emettere da essa un leggero 'click' che mi fece prendere un respiro di sollievo.

Menomale che Louis non è qui. Pensai sospirando di sollievo nel constatare di non essere ancora morto.

"Bene figliolo, questa volta sei stato fortunato" disse sorridendomi falsamente: "ma io direi di alzare ancora di più la posta in gioco"
Disse aprendo una porta e tirandone fuori un Louis imbavagliato e con i polsi legati dietro alla schiena.

Sbiancai di colpo.

Come aveva fatto a trovarlo?

Puntai i miei occhi in quelli terrorizzati e lucidi di Louis e un immensa paura mi sali addosso.

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