CAP.40 "Till the end"

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HARRY'S POV.


Anche quella notte, come molte altre prima di quella, mi ritrovavo a fare i conti con il solito terribile incubo: era buio pesto, non riuscivo a vedere niente intorno a me. Riuscivo a percepire solo due cose oltre alla pesante stretta che mi attanagliava Lo stomaco: lo scricchiolare di passi pesanti sulle assi del pavimento e l'odore acre e pungente di quello che sembrava alcol. Il mio respiro era affannoso ed il suono dei miei ansiti riempiva quasi interamente la stanza. Non avevo idea di dove mi trovassi, non avevo idea del perché fossi lì. L'unica cosa che sapevo, o per meglio dire, sentivo era che qualcosa sarebbe andato storto.

Terribilmente ed irreparabilmente storto.

Ad un tratto quella foschia, quel buio che mi impediva di vedere mi abbandonava completamente. A quel punto lo scenario era sempre lo stesso:

Louis legato e tremante a pochi metri da me, con gli occhi lucidi che mi imploravano di fare qualcosa, qualsiasi cosa per aiutarlo.

Mio padre, con il suo solito ghigno balordo stampato in faccia, che si rigirava fra le mani la sua luccicante rivoltella di colore argenteo.

Ed- in lontananza- l'immagine sfuocata di Olivia, che teneva fra le braccia un piccolo fagottino rosa.. Nostra figlia, Hope.

Poi un boato.

Un urlo strozzato.

Ed il sangue ad impregnare il pavimento in legno chiaro della stanza.

Mi alzai di scatto dal morbido materasso, spalancando gli occhi e respirando affannosamente. Il cuore mi scalpitava nel petto ed il suo battere incessante rimbombava nelle mie orecchie, sovrastando qualsiasi altro rumore.  Tenevo strette nelle mie mani le lenzuola candide del letto mentre il mio petto, imperlato da goccioline di sudore, si alzava e si abbassava velocemente.

"Tesoro.." Farfugliò la voce assonnata di Louis al mio fianco che, stropicciandosi un occhio con un pugno, si alzò a sua volta sedendosi accanto a me. I suoi capelli erano un totale disastro e la sua espressione assonnata era assolutamente adorabile.

"Haz.. Che succede?" Mi chiese con la voce ancora impastata dal sonno mentre, ad occhi chiusi, stritolavo le candide coperte al interno dei miei pugni. Il respiro non accennava a rallentate ed il cuore neppure. Lui parve intuire, infatti Le sue piccole mani si posarono sulle mie guance arrossate e mi costrinsero a puntare gli occhi sui suoi.

"Amore, respira. Non è successo niente, io sono qui con te okay?" Diceva il liscio mentre mi accarezzava le guance con gentilezza. I suoi occhi azzurri e stanchi mi guardavano premurosi, e le sue dita soffici e gelate a contatto con a mia pelle mi accarezzavano come se fossi stato la cosa più fragile di questo mondo. Il mio respiro iniziò a diventare regolare insieme allo scalpitio insistente del mio cuore che iniziò a rallentare i battiti a poco a poco. Eh sì, quello era l'effetto che Louis Tomlinson riusciva a farmi. Strabiliante, non trovate?

"Ecco, così.."disse ancora il castano appoggiando la sua fronte alla mia, mentre le sue mani gelate percorrevano lentamente il mio collo per poi passare alle spalle e poi alle braccia tese. Le sue piccole e fragili mani si chiusero a coppa sui miei pugni stretti e li accarezzarono dolcemente, facendo lentamente distendere i muscoli tesi. Riuscii a calmarmi definitivamente dopo qualche attimo, accompagnato dal rimo costante e lento dei respiri di Louis.

"Meglio?" Chiese quest'ultimo mentre accarezzava il dorso delle mie mani con i polpastrelli delle dita. Soffiai una risata sulle sue labbra- ancora a pochi centimetri dalle mie- e Strinsi le sue piccole e fredde mani con le mie, grandi quasi il doppio.

"Si... Molto meglio, Grazie piccolo" mormorai  facendo poi incontrare le nostre labbra in un bacio lento e soffice. Le labbra di Louis erano leggermente goffe ed impacciate a causa del sonno ancora presente nel suo sguardo ed il loro sapore era leggermente più acre del solito, ma non mi lamentai. Baciare Louis sarebbe sempre rimasta la mia attività preferita, nonostante il cattivo alito mattutino.  Il primo a staccarsi dal bacio fu il liscio che, con un sorrisetto stampato in faccia, mi osservò mordicchiandosi il labbro inferiore.

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