CAP.34"Don't leave me alone"

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HARRY'S POV.



Camminavo per i corridoi deserti della scuola con lo sguardo basso, il cappuccio della felpa a coprire parzialmente i miei ricci e la testa affollata da miliardi di pensieri incongruenti tra loro: alcuni di questi, erano rivolti a Olivia e al mio piccolino che ero impaziente di rivedere una volta uscito da quella prigione, gli altri erano quasi tutti incentrati su Louis, il ragazzo con gli occhi ed il sorriso più belli  che avessi mai visto, lo stesso ragazzo che andandosene aveva portato con se una parte importante della mia vita, Una parte di me, lasciandomi dolorante e solo come non ero mai stato in vita mia.

Louis.. Chissà come stava. Chissà se il suo viso era rimasto lo stesso dopo quei tre mesi.. Si sarà fatto crescere la barba? I suoi capelli si saranno allungati quanto i miei? I suoi occhi saranno rimasti belli ed accesi come nei miei ricordi? Oh quanto mi mancavano quei bellissimi occhioni azzurri. Il solo pensiero era sufficiente per far alterare il battito del mio povero cuore, malconcio e pieno di ferite non ancora rimarginate. Che poi, chissà se si sarebbero mai rimarginate..

Una cosa era certa, finché Louis mi sarebbe stato alla larga mi avrebbe impedito di fargli nuovamente del male. La sua lontananza avrebbe ben presto distrutto me, ma se quello era il prezzo da pagare per vederlo sorridere di nuovo beh, ero ben disposto a pagarlo.

Dopotutto di me stesso, dei miei sentimenti mi importava poco e niente. La mia parte migliore se n'era andata quel pomeriggio di tre mesi prima, insieme al ragazzo che amavo.. Quindi, quale scopo avrebbe avuto continuare a lottare per una cosa ormai perduta?

Camminavo per quei corridoi come fossi stato un fantasma: lento, silenzioso.. nel tentativo di non far avvertire a nessuno la mia presenza. Passai difronte al aula di inglese, sentendo il leggero brusio della  prof che parlava al suo interno. Probabilmente stava spiegando Shakespeare- diciamo che ne era ossessionata-  potevo chiaramente sentirlo dal entusiasmo nella sua voce. Oltre alla fotografia e alla musica- e a Louis ma dettagli-, un altra delle cose che amavo era la letteratura e la poesia in generale.  Al eta di 19 anni potevo dire di aver letto gran parte dei romanzi più importanti  tra cui guerra e pace di Tolstoj, Amleto di Shakespeare, e tanti altri di cui a stento ricordavo i nomi. Ero molto legato alla lettura e alla poesia, poiché queste erano state per me un ancora in uno dei periodi peggiori della mia vita. Avevo imparato a vivere in quei libri, ad immedesimarmi nei personaggi abilmente descritti in quelle pagine.  Spesso avevo desiderato trasformarmi in uno degli eroi dei miei romanzi preferiti, chissà come sarebbe stato vivere le loro avventure e poi tornare trionfante dalla persona amata e concludere la propria vita con un "per sempre felici e contenti". Avevo sognato, implorato, sperato di potermi  sostituire a uno di loro anche solo per qualche secondo, solo per sapere come ci si sentisse ad essere per una volta i protagonisti e non le comparse. Ben presto però, dovetti venire a patti con me stesso sul fatto che non sarei mai potuto diventare uno di loro. Non sarei mai stato l'eroe della situazione, non avrei mai avuto l'amore della mia vita ad aspettarmi a casa per trascorrere il resto della sua vita al mio fianco, per me che ero solo una semplice comparsa in un libro che raccontava le gesta di qualcun altro, non ci sarebbe mai stato il lieto fine. Sarebbe rimasto solo un traguardo irraggiungibile, destinato a sfumare lentamente davanti ai miei occhi man mano che la mia vita andava avanti.

Dopotutto nella vita reale non esiste il lieto fine. Quindi a noi semplici ed insignificanti personaggi secondari, rimane solo continuare a respirare e fingere di vivere nel inevitabile attesa che il nostro libro arrivi alla fine.

Venni distratto dai miei pensieri da una voce tremolante è timida- che non avevo più avuto il piacere di ascoltare per ben tre mesi- che leggeva con maestria i versi di quello che era il mio romanzo preferiti: Romeo e Giulietta. Aguzzai l'udito, avvicinandomi alla porta del aula e potei sentire le ferite sul mio cuore ampliarsi al semplice suono di quella voce angelica che aveva popolato la mia mente ed i miei sogni per troppo tempo. Un sorriso increspò le mie labbra quando udii l'acuta voce di Louis chiedere alla professoressa di cessare la lettura. Non aveva mai amato le cose eccessivamente romantiche e beh, sembrava che la prof avesse appositamente scelto la scena del balcone solo per farlo innervosire. Ascoltai attentamente mentre la sua voce perfetta pronunciava le dolci parole di Giulietta e di Romeo che calzavano al suo timbro vocale come se fossero state scritte a posta perché lui le pronunciasse. Continuai ad ascoltare per un po, beandomi del suono cristallino della sua voce Fino a che non lo sentii esitare un po troppo su una frase di Romeo. Perché si era fermato? Stava andando così meravigliosamente bene..

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