Capitolo Quattordici

76 8 1
                                    


Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Brooklyn era stanca, era tornata da un paio di ore da un viaggio di lavoro a Parigi, dove aveva passato gli ultimi due giorni per incontrare i proprietari di una nuova azienda che erano interessati a vendere tramite il sito per cui lavorava. Era tornata per l'ora di pranzo e non era ancora tornata a casa. Era dovuta passare in ufficio a lasciare i vari fascicoli che le avevano dato e poi aveva raggiunto Shay in un piccolo caffè in centro, visto che l'amica aveva insistito per vedersi.

Scese dal taxi, dopo aver pagato, e si strinse nel cappotto. In due giorni la temperatura era cambiata, a Londra era finalmente arrivato l'inverno. Percorse velocemente il pezzo di strada che la divideva dall'ingresso del caffè, cercando di ripararsi dalla pioggia al meglio che poteva. Entrò e si guardò intorno, Shay era seduta a un tavolino in fondo al locale e le sorrise non appena la vide, salutandola con un cenno della mano. Brooklyn si ravvivò i capelli e raggiunse l'amica, chiedendosi cosa ci fosse di tanto urgente.

- Ti ho ordinato un cappuccino, spero vada bene. – sorrise Shay guardandola, mentre si sfilava la giacca e appoggiava la borsa a terra.

- Oh con la stanchezza che mi sento addosso ora come ora, mi ci vorrebbe un'endovena di caffè – si abbandonò sulla sedia. Non sapeva perché ma non era di ottimo umore quel pomeriggio, forse era la stanchezza, forse era il fatto di non essersi fermata un secondo dalla mattina. Ma una parte di lei desiderava tanto che Shay le dicesse quello che le dovesse dire e che la lasciasse andare a casa velocemente. Certo in parte influiva anche il fatto che non vedeva Luke da due giorni, e che, se non fosse tornata a casa prima delle sette, non lo avrebbe trovato a casa. Era passato tre settimane dalla gita dei ragazzi fuori città, tre settimane da quando lei e Luke avevano iniziato a frequentarsi, o meglio da quando avevano cominciato ad avvinghiarsi l'uno all'altro non appena ne avevano l'occasione. I loro orari erano talmente diversi e si vedevano solitamente la mattina, quando lui si svegliava per prepararle il caffè mentre lei si preparava, le augurava Buongiorno e buona giornata, prima di tornare a letto, e la sera, quando lei tornava a casa e passavano insieme quell'oretta prima che lui dovesse uscire per andare a lavoro. E nelle sere libere del ragazzo si rifugiavano in casa, cenavano insieme e guardavano un film per poi solitamente addormentarsi sul divano. Non si erano mai spinti oltre ai baci, c'erano stati palpeggiamenti e strusciamenti, ma niente oltre a quello.

- Com'è andata a Parigi? – chiese Shay, strappandola dai suoi pensieri.

- Stancante, siamo arrivati ieri mattina, con Elias, il ragazzo del marketing, e siamo andati subito dai proprietari di questa azienda, producono borse, anche carine, poi siamo andati in hotel per riuscire con loro a cena, e stamattina di nuovo aereo, ufficio ed eccomi qua ... - disse indicandosi da sola.

- Scusa se ho insistito tanto per vederci ... - Shay si sentiva in colpa, i suoi orari, paragonati a quelli dell'amica, sembravano degli scherzi.

- Non c'è nessun problema Shay, sai che quando chiami io sono sempre a disposizione – sorrise sincera. Ed era vero, c'erano sempre l'una per l'altra, indipendentemente dagli impegni e dall'ora. – Ma cosa è successo di tanto urgente? Tutto bene? – si era immaginata ogni scenario possibile e immaginabile, chiedendosi per quale motivo Shay avesse insistito tanto per vedersi non appena fosse tornata in città. Si era immaginata il peggio. Lei e Derek si erano lasciati, era morto qualcuno, si sarebbe trasferita in un altro continente, la sua fantasia aveva lavorato un bel po'.

ROOMIES || L.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora