Capitolo 13

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Erano passati dieci giorni da quando mi ero trasferita da Adam, ogni giorno era una routine: mi svegliavo accanto ad Adam, svegliavo Dan e lo preparavo per fare colazione insieme a noi poi lo portavo all'asilo ed io raggiungevo Adam in azienda. Non lo vedevo quasi mai, era o nel suo studio o fuori sede per affari verso le 15 andavo a prendere Dan e andavamo insieme a casa. Nel tardo pomeriggio rientrava Adam e cenavamo tutti insieme. La sera a letto senza dire nulla Adam mi attirava a se e mi prendeva, la mattina ricominciava tutto da capo. Mi sentivo un po una bambola con cui sfogarsi le uniche dimostrazioni d'affetto erano durante i nostri amplessi, era sempre dolce e gentile e prima di iniziare mi guardava come per avere il mio permesso. Questo fine settimana mia madre ha voluto portar Dan con lei in Canada a trovar mia nonna AnnRose, non vedo mia nonna da quando mi sono sposata ormai è troppo anziana per viaggiare e mia madre le ha promesso di farle conoscere Dan. Così approfitterò dell'assenza di Dan per parlare di Marc e forse anche dell'aborto. Erano le 20 e Adam ancora non era rientrato, forse aveva avuto un contrattempo al lavoro per cui decisi di mangiar da sola e in effetti fu una buona idea dato che alle dieci Adam non era ancora rientrato.

Erano le 23 quando Adam rientrò, io ero sul divano ad attenderlo non mi degnò di uno sguardo e andò subito nella nostra camera. Lo seguì e mi fermai sulla soglia della porta, lui si stava spogliando e rimaneva in silenzio per cui fui io a parlare per prima.

<<Come mai sei rientrato così tardi?>>

Si girò a guardarmi ma non rispose subito. <<ho avuto un contrattempo e poi comunque Dan non c'era>> ah ecco non torna a casa solo perchè non c'è suo figlio.

<<Ma c'ero io..ci sono io, ti ho aspettato per cenare..>> dissi seccamente.

<<Mi dispiace spero tu abbia cenato..>> entrò in bagno ed io lo seguì.

<<Mi dici che ti prende perchè sei così scostante stasera?>>

<<Mel sono nudo e vorrei farmi una doccia in santa pace>> mi spinse delicatamente fuori dal bagno e si chiuse a chiave. Ma perchè fa così? Tornai in salotto e mi sedetti sul divano aspettando che uscisse dalla doccia. Dopo venti minuti tornò in salotto con solo un pantalone da tuta e a petto nudo, non mi parlò ancora e cominciavo sul serio a innervosirmi. Lo seguì in cucina e mi sedetti di fronte a lui al bancone mentre mangiava della frutta.

<<Speravo di parlare stasera..>> continuava a mangiare ignorandomi.

<<Adam, non merito di esser ignorata..sopratutto perchè non ho fatto nulla di male per esserlo>> dissi incazzata.

<<Ah no? Secondo me meriteresti molto peggio...non sei proprio una santa, devo ricordati di Marc?>> ero così arrabbiata che solo a sentir nominare quel nome gli tirai uno schiaffo. Rimase immobile si alzò mise il piatto nel lavabo e uscì dalla cucina, rimasi da sola di nuovo. Non mi diedi per vinta e andai a cercarlo, lo trovai in salotto sul divano a guardare la tv.

<<Adam, per favore possiamo parlare?>> dissi più pacatamente.

<<Sono stanco, non ho voglia di parlare..>>

<<Sei stato a lavoro fino ad ora?>> spense la tv e si alzò dal divano.

<<No sono stato fuori a cena... la prossima domanda?>> mi disse con scherno.

<<Ok, io non voglio sapere ciò che hai fatto durante la tua giornata o con chi, volevo solo parlare, potevi anche avvisarmi..>>

<<perchè dovrei? Io e te non siamo niente, non ti devo nessuna spiegazione parleremo domani..>> si voltò per raggiungere la camera da letto ed io lo seguì ero davvero stufa di esser trattata così senza motivo.

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