Capitolo 18:

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Il ragazzo mi guardò attentamente.

Poi, spalancò la bocca e iniziò a sorridere in modo inquietante.

- Sei tu, figlio di puttana! Se, se. Riconosco i lineamenti dalla foto. Sei proprio tu -.

- Ma che cazzo stai dicendo, ragazzino? -. Era strano. Forse aveva scherzato troppo coi suoi amici, bevendo qualcosa, e si era ridotto maluccio.

- Ascolta, se stai male, torna a casa. Non andare in giro a quest'ora - gli dissi, ma sembrava non ascoltarmi.

Dalla porta comparve un agente. Mi puntò la pistola. Era visibilmente entusiasta. Il cliente era ammutolito in disparte, incredulo per quanto stava accadendo.

- Eccoti qua -. Sussurò quasi, con la luce negli occhi.

Il ragazzo lo guardò basito. - Ma... Io non ti ho... -.

Porca puttana. È finita. Mamma, sarai contenta adesso!

Comparve, in fondo ad una via occulta al resto del mondo, quella. Era di spalle. Il suo profumo mi stritolava le tempie.

Buio. Gli indumenti erano stracci bucati, pregni di sudure e sangue.
I suoi capelli parevano fili; già la consistenza si mostrava fievole. Il volto onirico di quella mi apparve di colpo. Consumato da farse e schifezze da me commesse. Ero io l'artefice di tutto. Non mio padre, non mia madre. Tentai di accarezzare quella creatura. La pella logorata aveva la consistenza della carta vetrata. I suoi occhi erano quelli dell'ultima volta, orribili. Non parlava. Non mi guardava.

Mamma...

- È finita? -. Chiesi quasi per avere la conferma.

- Sì -. Mi giunse da dietro la sala. Era la proprietaria.

- Divertente -. Iniziai a ridere.

- Ma lei chi è? -. Chiese il ragazzo. Smisi di ridere. C'era qualcosa che non quadrava.

- Lei è il capitano dei Carabinieri della caserma qua vicina -. Le mie foto, perché non divenisse un'indagine sproporzionata, non erano state mandate in giro. Lei le aveva perché erano state inviate alle caserme là attorno.

- Il ragazzo non sapeva niente? - domandai col tono di voce di chi vuole conoscere la conclusione di un film perché sa di non poterlo più guardare.

- Per forza, mi ha chiamato adesso - mi spiegò. Al tavolo, nel frattempo, il vecchio che se ne stava zitto zitto a far finta di niente. Me ne andai con loro. Era finita. Non ero durato un cazzo.

Tsk, dopotutto sapevo che partire sarebbe stata una cazzata.

De dissolutione conscientiæDove le storie prendono vita. Scoprilo ora