New York, stelle in cielo e vomito per terra.

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L'aereo è decollato da 25 minuti e sinceramente non mi sento a mio agio. Non mi è mai piaciuto volare. Per fortuna posso risparmiarmi figure di merda dato che fisicamente non ne soffro. Non ho mai dovuto utilizzare quei sacchetti che ti danno. Però sono comoda; la poltroncina è abbastanza grande e confortevole. Dalla borsetta prendo il telefono il modalità offline e in pochi secondi le cuffiette mi isolano dai rumori esterni. Avrei quasi voglia di prendere il mio moleskine e iniziare a scrivere qualcosa ma il viaggio è comunque lungo e decido di tenerla come distrazione per un secondo momento. 
Mi sistemo nel migliore dei modi, chiudo gli occhi e mi lascio trascinare dalla musica che mi inonda i sensi: Ludovico Einaudi. Sono serena, calma, sicura di non essermi lasciata dietro conti in sospeso; allo stesso tempo però sono terrorizzata da questo nuovo inizio. Sì, l'ho voluto io, la cosa migliore che mi potesse mai capitare ma chissà come cambierà la mia vita. Dovrò dire addio a tutte le comodità di abitare con i genitori, dimenticare i pasti sempre pronti e tutte quelle cose alle quali non ci devi pensare finché si abita con mamma e papà. Chissà se riuscirò a farmi degli amici, se soffrirò per amore oppure se troverò il principe azzurro. Chi lo sa quale sarà la mia vita. New York, stelle in cielo e vomito per terra. 

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