Ti va di uscire?

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Una cosa inizia a mancarmi. Le tapparelle. Qui appena inizia a far luce tutto si illumina all'ombra dei grattacieli e la cosa non mi è d'aiuto. Amo dormire al buio, senza tv, senza abat jour. 

In casa c'è silenzio, i vicini sembrano persone tranquille, non ho mai sentito rumori troppo invadenti. Fuori dalla finestra però la città continua la sua vita con un ritmo ancora una volta caotico. Il telefono squilla. Guardo l'ora. Sono le 9 del mattino spaccate ed il messaggio è da Steven. Pensavo non avesse il mio numero. "Buongiorno Kathy, non volevo disturbarti però iniziavo a preoccuparmi. Credevo non saresti sopravvissuta senza il mio aiuto, invece ce l'hai fatta. Che dici, ti va di fare colazione? Steven "
Sorrido. Mi accorgo che mi piace
Gli rispondo.
"Sono ancora a letto, non preoccuparti, non stavo dormendo. Alla fine me la sono cavata, avevo solo fame. Sarò pronta tra mezz'ora. Come facciamo?" Invio...
Ding, nuovo messaggio. 
"Eccoti, bene, mi fa piacere. Qui di solito è così. Dovrai abituarti ai rumori della città. Sarò li alle 9:30 allora. A dopo."

Dio, ma che pensieri mi faccio. Lo conosco da meno di 24 ore e vado subito al sodo. No, Kathy, datti una calmata. Però in fondo è davvero carino. Sulle mie spalle si poggiavano due piccoli esserini, un angioletto e un diavoletto. Mentre l'angioletto ci teneva a ricordare che era un socio d'affari di mio padre, il diavoletto puntualmente con quella piccola forca mi pungeva dicendomi che dovrei darmi una possibilità. 

Doccia al volo, mi sistemo al meglio, giusto per essere presentabile scelgo i jenas, le sneakers, una maglietta rosa antico e un cardigan di mohair color panna. Lego i capelli in una coda alta, un filo di mascara e un po' di rosa nelle guance. Sì, lo so, troppo rosa nella mia vita, però a me piace. 

Sento il campanello. Ma che? E' già passata mezz'ora? Apro subito e davanti a me ho l'immagine più bella che la giornata potesse regalarmi. Steven teneva in braccio un piccolo gattino bianco con un fiocco azzurro attorno al collo. Mi si illuminarono gli occhi. 

- E' per te. Tua madre mi disse che ne avevi sempre desiderato uno ma non te lo hai mai fatto tenere perché non voleva la casa piena di peli. Ora ne hai tutto tuo. Dovresti scegliergli un nome.
- E' bellissimo e quasi mi commuovo.
Lo prendo in braccio e in un attimo trovo il nome: Maverick!

Lo sistemo meglio che posso su un cuscino in cucina. Per fortuna Steve aveva portato una bottiglia di latte e delle crocchette altrimenti sarebbe morto dalla fame. Il mio frigo è vuoto, giustamente. Vorrei restare a coccolarlo ancora, però devo iniziare la mia giornata. Mi aspetta la colazione. 

Usciamo di casa e mentre scendo gli ultimi gradini noto che Steven mi sta guardando un po' imbambolato. 
- Sarebbe meglio uscire da New York entro mezzogiorno, ci sarà una manifestazione e il traffico diventerà più fitto. Ho una sorpresa per te. 
- Una sorpresa per me? Ancora? Comunque ti ringrazio per il regalo.
Orgogliosa gli mostro le chiavi con quel piccolo peluche attaccato. Allora sarebbe meglio andare, non perché non sia curiosa, ma odio il traffico.
- Ottimo Kathy! Mi appoggia una mano alla base della schiena e ci dirigiamo verso la macchina. 

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