Una chiamata alle 5 del mattino

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- Buongiorno, piccola...
La morbida voce di Steven mi sveglia dal brutto incubo che mi tormentava il sonno. 
Prima di aprire gli occhi inizio a tastare le lenzuola attorno a me. Una mano lo cerca alla mia destra, il suo posto, ma lui non c'è. Apro gli occhi e di scatto mi tiro a sedere. Nella camera da letto non c'è nessuno se non Maverick che si struscia contro la porta, avrà fame.
- Amore? Steven, ci sei?
Niente, nessuna risposta. In punta dei piedi e con la sua camicia addosso - sì, mi mancava molto e così lo sento più vicino - mi alzo dal letto e inizio a cercarlo per casa. Sbatto le porte mentre grido il suo nome. Non può essere, forse non è ancora tornato e ho sognato tutto. La sveglia dice che sono le 5 del mattino. Effettivamente fuori c'è ancora buio. Mi gratto il fianco e ormai priva di sonno vado a prepararmi il caffè. Hmm, qualcosa non mi torna. Non ricordo di aver usato la moka ultimamente eppure è qui sul tavolo della cucina. Steven prende solo quello, io invece sono quella dell'espresso ristretto, proprio due mondi diversi. Dentro però non c'è traccia di caffè o fondi. 
- Allora Maverick, hai deciso tutto d'un tratto che vuoi il caffè? E' per questo che mi aspettavi sulla soglia della porta?  Che stupida, prendo in giro un gatto che nemmeno sa cosa sto dicendo. Brava Caterina, questi sono i primi segni di demenza senile. 
- Vabbè, dato che è fuori, caffè da moka sia, anche per te piccola palla di pelo!

Vorrei tanto chiamare Steven e raccontargli quello che è successo ma a quest'ora sarà in volo verso New York. E' proprio un gran testardo. Volevo andare a prenderlo all'aeroporto ma ha insistito che restassi a letto a recuperare un po' di ore di sonno perse. Se non per altro so che mi vuole un gran bene. Il mio cucciolo...non vedo l'ora che entri dalla porta e riempirlo di bacetti. 

L'orario peggiore per guardare la tv è proprio questo. Non fanno vedere niente di bello, solo le solite pubblicità di quegli aggeggi da cucina che poi in realtà non funzionano mai, guaine dimagranti e panche multiuso per i maniaci dell'essere in forma. 

Il telefono squilla. Sarà senz'altro Steven a quest'ora. Magari è già arrivato oppure il suo volo ha avuto qualche ritardo nella partenza. Numero sconosciuto. 
- Pronto?
- Signorina Caterina...cioè volevo dire..
- ... Vangeli, sì Caterina Vangeli, sono io. Con chi sto parlando?

- La chiamo dal Northwest Hospital & Medical Center di Seattle, sono la dottoressa Emily Moore...

Le gambe mi si stanno sciogliendo e tutta l'adrenalina di questo mondo sta facendo su e giù nelle mie vene


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