《Cazzo perché parlo ai morti e loro non mi ascoltano?...》
Li sento ridere
sghignazzanti abitanti del cielo che mi prendono in giro figli di stelle cadenti
brucianti che si propagano nella notte dell'anima, schiavi dell'universo
morti.
Maledetti si prendono gioco di noi,
noi poveri miseri uomini effimeri e preoccupate menti rinchiuse nella carne.
Loro volano con quelle sporche ali di genesi sulle note del
dolore
Loro giacciono sui loro comodi letti di nuvole a bacchettare
e ridono
come delle cazzo di iene
ridono di noi insignificanti insetti purulenti
che ci dimeniamo nel mare della vita, semplicemente per non affogare.
Siamo cechi, cechi e ottusi.
Ma io vi ho percepito in una notte di follia
io ho sentito i vostri respiri ansimanti e caldi e inquietanti sul collo,
potrei catturare le ombre dei vostri pensieri
ma no
lascerò la morte alla morte la vita alla vita,
la follia alla follia.
Così un giorno
forse
potrò ridere anche io
con voi
fra le braccia
dell'assoluto.
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FAME
Şiirho fame di me stesso (non si vede ma il leone piange, o per lo meno ha una dolce lacrima posata sull'occhio destro)