A cena dai tuoi|Percabeth.

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Percy si guardò allo specchio. Il papillon blu gli stava un po' stretto al collo, mentre la giacca nera gli stava come poteva stare una delle magliette di Mr. D a Chirone, ovvero da schifo, per non parlare dei pantaloni.
-Amore, devo venire proprio a forza?- chiese per la ventesima volta ad Annabeth.
-Miei dei, Testa d'Alghe, sì! -urlò la figlia di Atena, affacciandosi nella camera da letto del suo ragazzo.- E, per l'amore di Atena, togliti quella giacca! Mica ci stiamo sposando!
Il figlio di Poseidone scagliò la giacca sul letto, sospirando di sollievo, indossare quella giacca davanti ai genitori e ai due fratelli di Annabeth sarebbe stato umiliante quasi quanto quando Circe l'aveva trasformato in un porcellino d'India.
La bionda entrò nella stanza, scuotendo la testa. Tolse pian piano il papillon blu al moro, poi lo poggió sul comodino, infine aprì l'armadio, fissando attentamente i vestiti del fidanzato.
Percy fece per aprire bocca, ma Annabeth non glielo permise.
-Sì, amore, devi venire obbligatoriamente.- lo precedette la ragazza, intuendo ciò che voleva dire o ,meglio, chiedere.
-Uff... Ho paura di sbagliare qualcosa... Come al solito...- borbottò il moro, passandosi una mano tra i capelli color dell'ebano.
La ragazza dagli occhi color grigio tempesta uscì dalla Casa di Poseidone e tornò dopo quindici minuti con una camicia scozzese e dei jeans della taglia del fidanzato.
-Non sbaglierai niente, perchè tu sei perfetto così.- lo rassicurò la figlia di Atena, dandoli un leggero bacio sulle labbra. -Credimi.
Percy sorrise e guardò i reduci dell'uscita della fidanzata. Gli sembravano familiari, eppure non sapeva il perchè.
-Belli.- fu il suo unico commento.
-Erano... -la voce di Annabeth si incrinò e la ragazza si lasciò cadere sul letto. -Erano di Luke.
Percy prese posto accanto a lei e le posò, con molta calma, una mano sulla spalla. Sapeva quanto era difficile per la figlia di Atena nominare quel ragazzo. La bionda posò la sua mano su quella del fidanzato, poi fece addirittura forza sul petto del figlio di Poseidone, cadendo sopra di lui, con la testa sulla sua spalla. La ragazza dagli occhi grigi si addormentò sul petto del ragazzo dagli occhi color smeraldo.
-Annabeth?- chiamò Percy, dopo un po'.
-Sì?- borbottò la ragazza.
-Quando dormi, sbavi!- la canzonò il moro, prima di ricevere una cuscinata in pieno volto.
Entrambi scoppiarono a ridere, mentre il figlio di Poseidone sputacchiava le piume del cuscino che lo aveva colpito.
-Okay, ora andiamo!- ordinò Annabeth, trascinando sù il suo ragazzo.
-Yuppie!- fece il moro, sarcastico.
La figlia di Atena gli lanciò gli abiti che un tempo appartenevano a Luke addosso, poi si girò.
-Io non guardo, fai con comodo!- lo avvertì.
-Tanto hai visto tutto quello che puoi vedere!- la canzonò Percy, facendo arrossire la fidanzata.
***
-Salve ,signora Chase.- salutò Percy, porgendo alla matrigna di Annabeth un mazzo di girasoli.
La donna non era molto cambiata dall'ultima volta che il figlio di Poseidone l'aveva vista e ne era passato di tempo. Era stato quando? Nella sua terza impresa, dopo la morte di Bianca.
Scacciò dalla mente quel triste ricordo, poi strinse la mano al suo futuro suocero.
-Signor Chase.- sorrise il ragazzo. -Mi sono permesso di comprare un modellino dell'areo utilizzato dai nor... -Annabeth scosse la testa convulsamente- dai sudisti, mi perdoni, lapsus linguae.
La figlia di Atena annuì, fiera del suo ragazzo, e ringraziò mentalmente Jason di aver insegnato quel termine al suo Testa d'Alghe.
-Oh ,ma grazie!- gli occhi di Federick Chase brillarono. -Vado a metterlo con gli altri. Non è che siete in contatto con quella ragazza che sapeva tanto sulla guerra perchè Artemide le aveva fatto vedere tutto?
Zoe.
Un pugno allo stomaco, sia per Percy, sia per Annabeth.
Federick si ricordò di aver assistito alla sua morte un secondo dopo di aver posto la domanda e si morse il labbro.
-Mi... Sa... Di no... -riuscí a sussurrare Percy.
-Già...- confermò Annabeth, afferrando la mano del suo fidanzato. -Magnus è già di lá?
-Oh sì.- confermò la signora Chase. -Sta giocando a Call of Duthy con Matthew e Bobby.
-VINTI!- urlò la voce di un sedicenne dal salone.
-Magnus, hai sedici anni, sei morto e ci giochi sempre con TJ, loro ne hanno solo dodici e non ci giocano mai, porco Fenris.- ricordò una voce da ragazza.
-Per Odino, lasciami strapazzare i miei cugini e non ricordarmi sempre che sono morto, Samirah!- ribattè la voce di quello che Percy intuí essere Magnus
Percy fece la faccia da panda drogato e confuso.
-È mio cugino con la sua migliore amico.- spiegò Annabeth, trascinando il fidanzato nel salone.
La versione maschile della figlia di Atena e una ragazza di colore con gli occhi color giallo e capelli mori accolsero i due.
Le presentazione vennero fatti in breve.
-Matthew, Bobby ho comprato un regalo anche per voi.
Il ragazzo porse una Playstation 4 ai due ragazzini, che fecero letteralmente i salti di gioia.
***
-Dai, è andata bene!- si lamentò Percy, mentre Annabeth gli rivolgeva le spalle.
-Percy, hai fatto esplodere il mio bagno, hai allagato la casa, distrutto la cucina, discusso ad alta voce con Magnus Perchè non gli piace il blu e hai fatto esplodere la cena... Per due volte!- gli ricordò la bionda.
-Ho allagato la casa perchè la tua matrigna ha chiesto se l'abbiamo già fatto!- ribatté il figlio di Poseidone.
-E il mio bagno come lo giustifichi?- lo incalzò la figlia della saggezza.
-Tuo padre mi ha allungato delle protezioni! Delle proiezioni!- urlò il ragazzo.
-Lo sai che ti dico?- chiese la bionda. -La prossima volta, per il 4 luglio, rimaniamo al Campo.

Cronaca rosa del Campo Mezzosangue e Campo GioveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora